Il Progetto di vita per le persone con disabilità è uno strumento di fondamentale importanza. Si tratta di un "piano individuale e personalizzato" che, superando l'approccio meramente assistenzialistico, mette a sistema strumenti e risorse necessarie per facilitare l'inclusione sociale delle persone con disabilità e favorirne la partecipazione attiva in tutti i contesti.
Partendo proprio da questo presupposto la Regione Umbria ha avviato in via sperimentale la riforma della legislazione riguardo al Progetto di vita e all’attuazione dei diritti delle persone con disabilità. Una iniziativa in cui l'Umbria gioca un ruolo chiave essendo una delle prime Regioni in Italia ad attuarla. All'orizzonte si prospettano diverse novità.
In primis l'iter con cui si è arrivati a formulare la riforma, che già di per sé rappresenta una buona pratica. Alle nuove linee di indirizzo si è infatti arrivati dopo un percorso aperto e partecipato in cui la Regione ha chiamato a raccolta fin dal principio del 2025, associazioni, famiglie delle persone disabili e operatori.
L'altra novità riguarda l'estensione della sperimentazione all'intero territorio regionale. In base a quanto enunciato dal Ministero sarebbe dovuta essere la sola provincia di Perugia a partecipare alla sperimentazione. La governatrice Stefania Proietti ha però scelto di estenderla anche a quella di Terni.
Il principio che ha guidato la progettazione risponde a "Nulla su di noi senza di noi", un enunciato che chiarisce come al miglioramento della qualità di vita delle persone sia anzitutto necessario il contributo dei diretti interessati.
È in questo senso che il Progetto di vita acquista concretezza svoluppando l'autodeterminazione, ovvero il diritto e la capacità di esercitare il controllo sulla propria vita e l'empowerment, ossia il processo attraverso il quale le persone con disabilità e le loro famiglie acquisiscono consapevolezza, competenze e potere per compiere scelte informate e far valere i propri diritti.
Nell'ambito della riforma sul Progetto di vita, la Regione Umbria "si impegna a favorire la vita delle persone con disabilità all'interno della comunità, nella propria casa e nel proprio tessuto sociale. Saranno promosse soluzioni abitative inclusive, il sostegno all'occupazione nel mercato del lavoro aperto e la partecipazione a tutte le attività sociali, culturali e ricreative del territorio, garantendo che nessuna persona sia costretta a vivere in contesti separati a causa della propria disabilità" si legge nella nota regionale.
"Non si tratta solo di adempimenti normativi - ha detto in merito la presidente Proietti -, ma di una visione strategica che pone al centro la persona con disabilità e la sua famiglia, garantendo servizi di qualità e risposte concrete ai bisogni del territorio".
L'altro versante cruciale su cui la Regione interverrà è l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Su questo, fanno sapere, a breve verrà approvato il relativo protocollo ai sensi della legge 68/99 sul quale l’assessorato allo sviluppo economico è già al lavoro con le parti sociali e con il garante regionale per i diritti delle persone con disabilità.
Tra gli strumenti messi in campo dall'amministrazione regionale figura infine l'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità che da poco è tornato operativo completamente rinnovato. Un presidio che "avrà il compito di monitorare l'attuazione delle politiche regionali per la disabilità, promuovere il coordinamento tra enti locali, servizi sanitari e sociali, elaborare proposte per il miglioramento dei servizi territoriali, verificare l'efficacia degli interventi programmati, garantire la partecipazione attiva delle associazioni di settore".
Nei prossimi mesi proseguirà il percorso partecipativo con gruppi di lavoro tematici prevedendo inoltre il coinvolgimento degli stakeholders regionali, di enti pubblici e terzo settore, così da attivare una governace integrata sull'interno territorio umbro.