02 May, 2025 - 12:50

Detenuto si toglie la vita nel carcere di Terni, Proietti: "Chiediamo risposte dal Governo"

Detenuto si toglie la vita nel carcere di Terni, Proietti: "Chiediamo risposte dal Governo"

Ieri, primo maggio, un detenuto si è tolto la vita all'interno della propria cella nel carcere di Terni. Un gesto disperato, l'ennesimo, che si verifica negli Istituti di pena italiani dove la situazione, tra sovraffollamento, rivolte e mancanza di personale, si sta facendo sempre più esplosiva.

La politica, i sindacati, il Garante e le associazioni che operano all'interno delle strutture carcerarie denunciano e chiedono risposte concrete. Ma il carcere rimane un argomento scomodo e l'emergenza sembra non avere mai fine. Sulla questione è intervenuta anche la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti che, in contatto con il direttore della struttura di Sabbione, Luca Sardella, ha voluto esprimere cordoglio per la morte del detenuto e solidarietà al personale.

Proietti. "Abbiamo il dovere di intervenire"

"Di fronte all'ennesima tragedia avvenuta in un carcere tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa, non è più possibile far finta di niente. La Regione vuole fare, e sta facendo, la sua parte chiedendo risposte al Governo" dichiara Proietti.

La governatrice già prima dell'episodio di Terni, aveva inviato una missiva al ministro della Giustizia, Carlo Nordio esprimendo "profonda preoccupazione" per una situazione che "desta oggettivamente allarme sia per le condizioni di sicurezza in cui si trovano a dover lavorare gli agenti e il personale, militare e civile, addetto alla gestione delle carceri, sia per le drammatiche condizioni in cui vivono quotidianamente i detenuti".

Invitando il Guardasigilli a far visita alle carceri dell'Umbria per toccare con mano l'emergenza reale, la presidente Proietti ha chiesto in particolare che venga ripristinato il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria direttamente all'Umbria che invece al momento risulta ancora accorpata con la Toscana. 

Il problema dell'assistenza sanitaria

"Un'altra problematica ancora più delicata - queste le parole di Proietti - riguarda l'assistenza sanitaria, in particolare per quanto attiene la salute mentale dei detenuti che è completamente a carico della Regione anche per i reclusi che provengono da fuori Umbria, e che sconta l'assenza di una Rems mai realizzata nel passato ove contenere i casi psichiatrici più critici. Il tutto in una situazione di sovraffollamento evidente che, unito al rischio della gestione e dell'organizzazione, deriva proprio da presenze carcerarie non umbre".

La Rems, sigla che sta per Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, è la struttura deputata all'accoglienza dei detenuti affetti da disturbi mentali che, in base a quanto diffuso periodicamente dai report della Procura Generale della Repubblica umbra, rappresentano un importante segmento della popolazione carceraria nelle strutture penitenziarie regionali. Eppure in Umbria, nonostante la presenza sul territorio di quattro Istituti di pena - Terni, Perugia, Spoleto e Orvieto - non è ancora presente alcuna Rems.

Le carceri umbre necessitano interventi urgenti

La presidente Proietti "chiede con forza" che il Governo intervenga sulla questione delle carceri umbre. In particolare auspica "una riforma seria del sistema penitenziario, con l'immediata attuazione del provveditorato dell'Umbria, con l'assunzione di personale di vigilanza e con il concorso alle spese sanitarie che permetta la realizzazione di una Rems e più in generale di politiche socio sanitarie in grado di ridurre le tensioni e soprattutto i rischi per la vita delle persone, detenuti e personale".

Proietti ha sottolineato come dovendo costantemente correre ai ripari per fronteggiare l'emergenza carceri, anche la funzione educativa e riabilitativa delle stesse ne venga condizionata negativamente. "Occuparsi della soluzione del sistema carcerario umbro - prosegue Proietti - è una questione morale oltre che giuridica di dignità delle persone e di funzione della rieducazione della pena. La questione del sistema carcerario umbro non può più attendere. Ci faremo portavoce instancabili, oltre a fare la nostra parte per quanto riguarda gli aspetti sociali e sanitari, delle istanze della comunità carceraria, dei reclusi ma anche di tutti i lavoratori, chiedendo con forza condizioni dignitose per chi è recluso e per tutti coloro che operano nelle carceri umbre. Oggi purtroppo così non è" conclude.

AUTORE
foto autore
Sara Costanzi
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE