28 Sep, 2025 - 19:00

Cucinelli, l’Umbria fa quadrato: dopo il report di Morpheus la politica difende l’imprenditore

Cucinelli, l’Umbria fa quadrato: dopo il report di Morpheus la politica difende l’imprenditore

Un report di un hedge fund nato nel 2025, Morpheus Research, ha acceso i riflettori su Brunello Cucinelli scuotendo Piazza Affari. Tra accuse di elusione delle sanzioni verso la Russia e vendite indirette tramite Paesi terzi, il titolo in Borsa della maison umbra ha subito una brusca caduta e le contrattazioni vengono sospese per qualche ora.

L’azienda rigetta ogni addebito e annuncia di valutare azioni legali. Intanto, sul fronte politico, dall’Umbria si alza un fronte istituzionale compatto in difesa di un marchio diventato sinonimo di qualità e radicamento territoriale.

Le accuse di Morpheus Research a Brunello Cucinelli e l’effetto in Borsa

Il dossier, dal titolo “From Moscow to TJ Maxx”, sostiene che il brand avrebbe continuato a raggiungere il mercato russo nonostante i divieti UE, sfruttando scontistiche aggressive e triangolazioni commerciali con hub in Paesi terzi.

La pubblicazione del report ha innescato vendite fulminee: nella mattinata di giovedì 25 settembre il titolo perde circa il 5% e Borsa Italiana dispone la sospensione temporanea. Alla ripresa, le pressioni ribassiste si intensificano fino a punte negative a doppia cifra. Gli operatori temono i potenziali riflessi regolatori e, soprattutto, l’impatto sulla credibilità di un marchio che ha costruito il proprio posizionamento sull’equilibrio tra artigianalità, alta gamma e responsabilità sociale.

La posizione dell’azienda e le possibili vie legali

Da Solomeo la replica è netta: Brunello Cucinelli S.p.A. rivendica il rispetto scrupoloso del quadro sanzionatorio europeo e smentisce l’ipotesi di “smaltimento” di magazzino tramite la Russia. La società ribadisce che i negozi diretti nel Paese sono chiusi e che l’esposizione commerciale residua – oggi stimata in una frazione minima del fatturato globale – è riconducibile unicamente a rapporti wholesale leciti.

La proprietà fa anche sapere di star valutando azioni a tutela della reputazione e degli azionisti. Un messaggio che mira a ristabilire il perimetro dei fatti e a separare la dimensione finanziaria, spesso dominata da narrative speculative, dalla realtà industriale e di filiera.

La politica umbra scende in campo e difende a spada tratta Cucinelli

La prima reazione arriva dal territorio. Il sindaco di Corciano, Lorenzo Pierotti, parla di “pieno sostegno” a Cucinelli e punta il dito contro il meccanismo che ha innescato le vendite a Piazza Affari: "Una semisconosciuta agenzia ha colpito duramente l'impresa Cucinelli con valutazioni che hanno causato un crollo in Borsa". E ancora: "Brunello Cucinelli rappresenta molto più di un marchio: è un pilastro etico ed economico per l'intera nazione".

Pierotti sottolinea il radicamento di Solomeo e il legame con la comunità locale, confidando che "anche in questo caso emergerà la verità: il valore reale va oltre ogni giudizio speculativo".

Sulla stessa linea il vicepresidente della Regione Umbria, Tommaso Bori, che in un post dal tono fermo parla di una dinamica speculativa che merita attenzione da parte del mondo economico e finanziario: "Siamo oggi come non mai vicini alla famiglia Cucinelli, nella certezza che, con la sua umanità e autenticità, Brunello supererà a testa alta questa squallida e preoccupante manovra speculativa, su cui il mondo dell'economia e della finanza dovrebbe seriamente riflettere".

"C'è una società semisconosciuta" - si legge nel post - "nata pochi mesi fa dall'altra parte dell'oceano e dedita alla speculazione che è solita scommettere in borsa sul ribasso poche ore prima di rilasciare inchieste".

Brunello Cucinelli e il report di Morpheus: cosa c'è in gioco

Al di là degli sviluppi giudiziari o di vigilanza, il caso tocca corde sensibili per tutto il comparto del lusso europeo. Le sanzioni UE fissano limiti stringenti all’export verso la Russia, anche per l’abbigliamento oltre determinate soglie di prezzo. Eluderle significherebbe compromettere quella legalità che è parte integrante del valore dei marchi.

Per un’azienda quotata e ad alto tasso reputazionale come Cucinelli, il rischio principale non è solo l’eventuale multa, ma l’erosione della fiducia presso clienti, investitori e partner della filiera. La reazione compatta delle istituzioni umbre – tra territorio, lavoro e responsabilità sociale – prova a ricalibrare la narrazione pubblica: sostenere chi, negli anni, ha fatto di qualità, dignità del lavoro e mecenatismo un modello.

Ma il compito ora è doppio: fermare il corto circuito informativo-finanziario e riportare la discussione sui fatti verificabili, perché nel lusso – come nella politica industriale – la credibilità si costruisce nel tempo e si può perdere in un giorno.

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Giorgia Sdei
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