Dopo due tentativi andati a vuoto, il Parlamento in seduta comune ha finalmente trovato l'accordo per eleggere Daniele Porena come nuovo membro laico del Consiglio superiore della magistratura. Il professore ordinario di diritto costituzionale all'Università degli studi di Perugia ha ottenuto 333 voti, ben oltre il quorum richiesto di 287, mettendo fine a una breve ma intensa fase di stallo istituzionale. Con lui si chiude anche una delle pagine più controverse degli ultimi anni nella storia del Csm, quella che ha portato alle dimissioni di Rosanna Natoli, coinvolta in un caso di violazione del segreto d'ufficio.
La sua elezione arriva al terzo scrutinio, dopo due votazioni senza esito, ed è stata sostenuta in blocco dal centrodestra. Le schede bianche sono state 123, mentre 21 risultano nulle. Un segnale chiaro di come la maggioranza abbia deciso di stringere i ranghi attorno a una figura considerata affidabile, competente e ideologicamente coerente con le sensibilità della coalizione.
Classe 1976, Daniele Porena è un nome noto nell’ambiente accademico e non solo. Oltre alla sua carriera universitaria, che lo ha visto impegnato nell'insegnamento del diritto costituzionale e pubblico, Porena ha alle spalle un'esperienza politica di lungo corso. Eletto consigliere comunale a Perugia nel 2004 tra le fila di Alleanza nazionale, è stato militante di Azione Giovani negli anni in cui Giorgia Meloni ne era presidente. Una formazione che ha lasciato un segno, consolidato negli anni attraverso rapporti stabili con l'area del centrodestra.
Nel 2014 fu anche tra i nomi presi in considerazione come possibile candidato sindaco del capoluogo umbro, sostenuto da una parte di Forza Italia, Ncd e Fratelli d’Italia. Alla fine la scelta ricadde su Andrea Romizi, che poi guiderà la città per due mandati. Più recentemente, Porena si è candidato al ruolo di rettore dell’Università di Perugia, ma è stato sconfitto al ballottaggio da Massimiliano Marianelli.
La nomina ha suscitato reazioni immediate in Umbria. Tra i primi a congratularsi, l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti (Lega), che ha sottolineato: “Un risultato significativo per l’intero sistema giudiziario, che potrà contare su una figura di altissimo profilo accademico e istituzionale. La sua presenza nel Csm è garanzia di indipendenza, rigore e rispetto delle istituzioni”.
Parole di apprezzamento anche dal consigliere regionale di Forza Italia, Andrea Romizi: “Con Daniele siamo cresciuti nelle stesse aule dell’università e ci siamo spesso confrontati nelle piazze di questa nostra Perugia. Di lui ho sempre apprezzato la competenza, la serietà e le sue grandi qualità umane. Una bella storia che dimostra come l’impegno serio e costante, quando incontra il merito, possa portare lontano”.
Porena entra al Csm in un momento cruciale, chiamato a ricoprire il posto lasciato vacante da Rosanna Natoli, eletta in quota Fratelli d’Italia e poi travolta da un caso senza precedenti. A determinare la sua uscita di scena è stata una registrazione audio in cui, durante un incontro privato, offriva consigli a una giudice sotto procedimento disciplinare, violando il segreto della camera di consiglio. Dopo una sospensione decisa dal plenum nel settembre 2024 e l’apertura di un’inchiesta per rivelazione di segreto d’ufficio, Natoli ha resistito per mesi agli inviti a dimettersi, fino alla rinuncia definitiva di giugno.
La vicenda ha aperto un dibattito sulla trasparenza e sull'etica dei comportamenti all'interno del Csm, mettendo in luce le fragilità di un sistema spesso sotto pressione mediatica e politica. Con la nomina di Porena, si apre ora una nuova fase che promette discontinuità. La sua figura è percepita come quella di un tecnico esperto, con un solido background costituzionalista, ma anche come un esponente politicamente riconoscibile, in grado di dialogare con le forze che lo hanno sostenuto.
Il compito che lo attende non sarà semplice. Ma il messaggio che arriva dal Parlamento è chiaro: voltare pagina, ristabilire l’autorevolezza del Consiglio superiore della magistratura e ricucire la fiducia tra potere giudiziario e società civile.