Un 59enne di Perugia, amministratore unico di un’impresa di Corciano (Perugia), è stato denunciato e multato con una sanzione amministrativa di 4.100 euro. Gli accertamenti dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) hanno, infatti, evidenziato l'accumulo di rifiuti pericolosi da parte dell'imprenditore.
Secondo la nota dei Carabinieri sarebbero stati rinvenuti, presso l’azienda di Corciano (Perugia) che realizza manufatti in vetroresina (anche per navi/barche, aerei e auto da competizione) diversi cumuli di rifiuti pericolosi e non.
I residui consistevano in contenitori vuoti di vernici e solventi, materiali assorbenti, indumenti protettivi contaminati da sostanze pericolose, scarti e residui di vetroresina e materiali di rettifica esauriti, tutti ammucchiati indiscriminatamente all’interno della sede dell’attività, nonché al suo esterno nelle aree limitrofe la vegetazione, accatastati sul suolo.
I carabinieri del Noe di Perugia hanno dato esecuzione al sequestro dei rifiuti e alla denuncia dell’amministratore unico che gestisce l’attività. Tali rifiuti, infatti, classificati come pericolosi, erano potenzialmente in grado di arrecare danni all’incolumità delle persone.
Secondo gli accertamenti dei militari, gli ultimi smaltimenti dei rifiuti risalivano al 2011 e, da allora, erano stati ammassati in maniera pressoché permanente. Per tali motivi e in assenza dei previsti registri di carico e scarico, il 59enne è stato anche sanzionato con l’irrogazione della pena pecuniaria di circa 4.100 euro.
Un altro caso legato ai rifiuti e a una denuncia nei confronti di un imprenditore era avvenuto nell'agosto scorso, nella frazione di Castiglione della Valle, nel comune di Marsciano: i Carabinieri Forestali avevamp rinvenuto più di mezza tonnellata di scarti tessili abbandonati nel torrente Nestore, tra plastica e scarti di lavorazione.
Il ritrovamento, effettuato dai Carabinieri Forestali del Nucleo di Marsciano, aveva portato alla denuncia di un imprenditore cinese, titolare di un’azienda del settore tessile, che aveva cessato l’attività da poco.
Il proprietario dell'impresa era stato identificato come il responsabile dello smaltimento illecito ed è stato, perciò, deferito alla Procura della Repubblica di Spoleto per abbandono e trasporto illecito di rifiuti speciali non pericolosi. Il responsabile, dopo la sua individuazione da parte dei militari, ha provveduto a sue spese allo smaltimento regolare dei rifiuti in questione.
A proposito di smaltimento illegale di rifiuti, l’art. 255, comma 1 del D. Lgs. 152/06, recita:
“Chiunque abbandona o deposita rifiuti in modo incontrollato sul suolo o nel suolo è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da mille a diecimila euro”.
Va precisato, però, che l’indagato dovrà essere considerato innocente fino a eventuale sentenza definitiva di condanna. Ma il messaggio è chiaro: il tempo dell’impunità è finito.