Quella del 25 novembre è una data simbolica durante la quale in tutto il mondo si concentrano le iniziative per dire basta alla violenza contro le donne. Tra sensibilizzazione e prevenzione di un fenomeno allarmante ancora troppo diffuso, il Comune di Perugia ha voluto accogliere oggi le numerose realtà del territorio che operano in prima linea al fianco delle donne vittime di violenza e che hanno portato la loro testimonianza. Venti gli interventi che si sono susseguiti durante la speciale seduta del Consiglio comunale fortemente voluta dalla giunta Ferdinandi.

Consiglio comunale aperto a Perugia: no alla violenza contro le donne

La seduta odierna a Palazzo dei Priori è stata molto partecipata e profondamente sentita. Ad aprire i lavori, la presidente del Consiglio, Elena Ranfa. Presenti anche la sindaca Vittoria Ferdinandi, i consiglieri e gli assessori comunali, i dirigenti e i funzionari degli uffici competenti per materia. Ranfa ha rimarcato come nelle linee di mandato ci sia proprio la centralità del Consiglio come “luogo dell’ascolto e casa di tutte e di tutti”.

Certo – ha detto la presidente del Consiglio comunale -, non si contrasta una simile piaga solo il 25 novembre, ma momenti come questi sono importanti per riaccendere la luce su un fenomeno così drammatico. Quindi abbiamo scelto di fare il punto sulle esperienze fatte nella nostra città per poter poi gettare le basi di ulteriori percorsi virtuosi”.

Ferdinandi: “Parlare è l’atto più sovversivo per una donna”

È quindi intervenuta la sindaca, Vittoria Ferdinandi.Abbiamo scelto di valorizzare e restituire la parola alle realtà che quotidianamente si occupano di far riemergere dal sommerso un tema doloroso come quello della violenza sulle donne – ha dichiarato la prima cittadina -. Pertanto, anzitutto grazie a tutte le operatrici dei centri antiviolenza, alle associazioni che si occupano dei diritti delle donne, alle istituzioni, agli insegnanti, alle studentesse e agli studenti che in questi giorni hanno invaso la città con dipinti e testi che dicono che la nostra comunità non si arrende al silenzio”.

Ferdinandi ha poi voluto sottolineare come “ancora oggi l’atto più sovversivo di una donna è quello di parlare e, come sindaca, intendo ribadire che la libertà, la dignità e l’integrità delle donne sono valori non negoziabili per la nostra amministrazione, i valori che devono fondare i nostri rapporti interpersonali e costituire la stella polare dei rappresentanti delle istituzioni. Finché solo una donna sarà perseguitata in quanto donna il nostro lavoro non potrà avere fine. La violenza di genere è un tema di diritti umani fondamentali negati e non un fatto privato. Per questo deve portarci a costruire sguardi e narrazioni differenti”.

Quali strumenti per arginare il fenomeno della violenza contro le donne

Ferdinandi, riportando i dati dell’OMS, ha rimarcato come una donna su tre nel mondo abbia subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza e che quella violenza di genere è insita nella “cultura della disparità“. Arginare e porre fine a un fenomeno ancora così radicato necessita di azioni congiunte, partendo anzitutto dall’educazione alla parità di genere, dalle scuole e estesa come buona pratica per il resto della vita. Parallelamente, è stato riscontrato, è necessario agire sul rafforzamento dei servizi, alle donne in difficoltà e ai loro figli, specialmente se minori.

L’altro aspetto sollevato durante gli interventi è stato quella della creazione di una rete sempre più coesa e unita, fatta di istituzioni e associazioni che promuovano attivamente quel “cambiamento di paradigma” che, dati alla mano, è ancora lontano dall’attuazione. Nel dialogo tra realtà associative e istituzioni è stato fatto presente il bisogno di implementare le risorse destinate ai centri anti violenza territoriali. Incremento che è stato annunciato proprio oggi da parte dell’assessora alle Pari Opportunità, Costanza Spera.