A 83 anni si può ancora salvare una vita. Anzi, più di una. È quanto accaduto a Città di Castello, dove una donna ricoverata presso l’ospedale locale ha donato fegato, reni e cornee, consentendo a diversi pazienti in lista d’attesa di ricevere una seconda possibilità. Un atto di straordinaria generosità che ha commosso non solo la comunità tifernate, ma l’intera regione. Nonostante l’età avanzata, le condizioni cliniche della paziente hanno permesso il prelievo degli organi, effettuato nella notte tra il 10 e l’11 giugno, grazie a un intervento complesso coordinato dal Centro regionale trapianti e dal personale sanitario della struttura.
Tutto è iniziato nel pomeriggio di martedì 10 giugno, quando alle 16.00 è stata convocata la commissione interna per l’accertamento di morte, conclusosi alle 22 secondo quanto previsto dalla legge. Da quel momento, una macchina perfettamente rodata si è attivata con rapidità e precisione. Intorno all’1.30 di notte, con l’arrivo delle prime équipe chirurgiche, sono iniziate le operazioni di prelievo, condotte nel massimo rispetto della dignità della paziente e della sofferenza dei familiari. La USL Umbria 1 ha definito l’intervento “un lavoro di squadra complesso, che ha richiesto tempestività, professionalità e profondo rispetto per il momento delicato vissuto dai familiari”.
A sottolineare l’importanza del gesto anche Emanuele Ciotti, direttore generale dell’Usl Umbria 1, e Silvio Pasqui, che hanno dichiarato congiuntamente: “La donazione è sempre un gesto di enorme valore umano, soprattutto quando avviene a quest’età. È stato un esempio straordinario di come la generosità e la solidarietà non abbiano limiti anagrafici”. Entrambi hanno voluto ringraziare i familiari della paziente, “che, nonostante il dolore per la perdita, hanno scelto di compiere un gesto che rappresenta un messaggio potente di speranza e di vita”.
L’Umbria si conferma una delle regioni italiane più sensibili alla cultura della donazione. Secondo i dati diffusi dal Centro nazionale trapianti, nel 2024 il 67,5% dei cittadini umbri che hanno rinnovato la carta d’identità elettronica ha espresso il consenso alla donazione di organi e tessuti. Un dato incoraggiante, ma che nasconde un altro aspetto meno rassicurante: il 45% degli intervistati ha preferito non esprimere alcuna scelta, rimandando la decisione ai familiari in caso di decesso improvviso.
Ci sono tuttavia comuni che brillano per il loro impegno. Spello si conferma il più virtuoso, con un tasso di consenso pari all’83%, seguito da Perugia (73,8%) e Terni (65%). Risultati che premiano le attività di sensibilizzazione svolte da enti locali, associazioni e strutture sanitarie, ma che evidenziano anche la necessità di intensificare gli sforzi nei territori meno informati.
Sul piano nazionale, però, il trend preoccupa. Nei primi mesi del 2025, il 40% dei cittadini italiani ha espresso un rifiuto netto alla donazione, la percentuale più alta registrata negli ultimi dieci anni. Un segnale d’allarme che rischia di mettere in crisi un sistema sanitario già fortemente provato, con liste d’attesa che si allungano e pazienti che spesso non hanno tempo da perdere.
In questo contesto si inserisce la Giornata nazionale della donazione di organi e tessuti, celebrata l’11 aprile. La Regione Umbria ha risposto con una mobilitazione capillare: info point negli ospedali di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Gubbio-Gualdo Tadino e Assisi; presidi informativi gestiti da medici, infermieri e volontari; distribuzione di materiale divulgativo e campagne di comunicazione coordinate da Federsanità Umbria.
L’esempio della donna di 83 anni, che con il suo ultimo gesto ha scelto di donare la vita oltre la vita, racconta meglio di qualunque slogan cosa significhi davvero solidarietà. E ci ricorda, una volta di più, che non è mai troppo tardi per fare la differenza.