28 Sep, 2025 - 16:30

Citerna, parto in auto: l’infermiera del 118 guida la nascita di Sofia al telefono

Citerna, parto in auto: l’infermiera del 118 guida la nascita di Sofia al telefono

Una chiamata alle 5.30 del mattino, un’auto diretta all’ospedale La Gruccia di Montevarchi e una bimba che non ha voluto aspettare il reparto. È la storia, accaduta domenica 21 settembre e emersa solo oggi, di Sofia: 3 chili e 900 grammi, nata sul sedile di un’auto grazie alle indicazioni telefoniche della centrale 118 di Arezzo. A guidare la giovane mamma e il marito è stata Valentina Ercolani, infermiera in turno e assessora alla Cultura del Comune di Citerna. Un caso di cronaca che per una volta porta buone notizie: la sinergia tra famiglia, soccorsi e ospedale ha funzionato, trasformando un’emergenza in un lieto fine.

Valentina Ecolani, infermiera e assessora, guida il parto al telefono: in auto nasce Sofia

La sequenza è rapida. Una donna di 27 anni, già madre di tre figli, avverte i segnali del parto nelle prime ore dell’alba. Con il marito si mette in viaggio verso il Santa Maria della Gruccia, riferimento per il Valdarno, a meno di un’ora da Citerna. In un primo momento il tragitto sembra sotto controllo, ma le contrazioni si fanno sempre più ravvicinate.

Il marito compone il 118: risponde la centrale di Arezzo. Dall’altra parte della linea c’è Valentina Ercolani, che racconta: "Inizialmente non immaginavo che la bimba stesse per nascere" – spiega la Ercolani all’edizione oggi in edicola de La Nazione Umbria – "il marito era tranquillo, loro si stavano dirigendo al pronto soccorso dell’ospedale La Gruccia".

La situazione, però, cambia in pochi minuti: "Ma mentre lui guidava" – sottolinea l’assessore di Citerna – "la moglie ha iniziato a sentire contrazioni più forti e molto ravvicinate, allora ho immaginato che essendo al quarto parto, tutto potesse avvenire più velocemente".

L’assistenza in viva voce: le manovre da fare subito

Quando il parto si avvia, l’intervento a distanza diventa decisivo. La centrale consiglia di proseguire verso l’ospedale, ma la nascita è imminente. "Abbiamo consigliato di proseguire il tragitto verso la struttura sanitaria, ma mentre il marito guidava la donna ha partorito la figlia. Le abbiamo fornito al telefono consigli sulle prime manovre: mettere la figlia sul petto, coprirla e sollecitarla". Mamma, papà e la neonata, assistiti in viva voce, arrivano in breve al Santa Maria della Gruccia dove ad attenderli trovano il personale del Pronto soccorso e l’equipaggio dell’auto infermieristica per completare il post‑parto.

Gli esiti clinici sono confortanti: Sofia pesa 3,9 chili e presenta un ottimo indice di Apgar, parametro che valuta la condizione del neonato nei primi minuti di vita.

Dall’emergenza alla buona notizia: una filiera che funziona

La cronaca restituisce uno spaccato spesso ignorato: l’efficacia della catena di soccorso tempo‑dipendente. Dalla prontezza del marito alla capacità dell’operatrice di leggere i segnali di un quarto parto, fino al raccordo con l’ospedale di riferimento. E soprattutto, per una volta, dà una buona notizia. 

È un caso che evidenzia il ruolo della Centrale Operativa 118, capace di orientare gesti semplici ma cruciali – contatto pelle a pelle, protezione termica, stimolazione – mentre il mezzo prosegue verso il presidio più vicino. È anche un promemoria per chi si trova in situazioni analoghe: chiamare subito il 118 e attenersi con precisione alle indicazioni, continuando la corsa verso l’ospedale salvo diverso ordine del personale sanitario.

La voce dell'infermiera e assessora: "Esperienza travolgente, non la dimenticherò"

Nelle parole di Valentina Ercolani sul parto in auto c’è la cifra emotiva dell’accaduto: "Una delle esperienze più travolgenti dal punto di vista emotivo che mi è capitato di vivere nel lavoro" – spiega Ercolani al La Nazione – "non la dimenticherò. Spero di poter incontrare, chissà, un giorno questa coppia di genitori e la loro piccola Sofia. Era la prima volta che ricevevo una chiamata cosi".

Le frasi, semplici e dirette, consegnano anche il valore umano di chi opera nelle centrali: intercettare l’ansia, trasformarla in azione utile, accompagnare due genitori in un momento irripetibile garantendo al contempo sicurezza clinica e logistica.

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Giorgia Sdei
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