È una lunga scia di polemiche quella si sta portando dietro il caso del conservatorio 'Giulio Briccialdi' di Terni, l'unico istituto di alta formazione (Afam) di Terni. La miccia si è accesa con il taglio del finanziamento regionale da 150mila euro, recentemente approvato in Consiglio dalla maggioranza, bocciando l'emendemanto proposto da Fratelli d'Italia.
Giustificato con l'avvenuta statalizzazione e la conseguente possibilità per l'istituto di accedere ai fondi ministeriali, dal centrodestra hanno gridato alla "scure". Dal PD, i consiglieri Filipponi e Proietti sostengono che invece la scure neanche esisterebbe e che per il Briccialdi, al contrario, la Regione ha più che raddoppiato i fondi. Tra accuse reciproche di mistificazione, lo scontro si sta facendo infuocato. Nel frattempo sono arrivate le repliche del vicepresidente e assessore alla Cultura regionale, Tommaso Bori, e dei consiglieri di opposizione.
Bori, come ha sempre sostenuto fin dal principio, ha ribadito che i 150mila euro in meno sono l'effetto della statalizzazione. Un passaggio avvenuto nel 2022 "dopo un lungo percorso avviato sin dal 2019 con benefici in termini di finanziamenti ministeriali provenienti dal Ministero dell'Università e della Ricerca (Mur) all'interno del sistema dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) di cui il Briccialdi è parte".
La statalizzazione è "un indubbio successo" l'ha definita Bori, che dalla Regione confermano "con il finanziamento per 300mila euro destinato alla nuova sede presso il Centro Multimediale di Terni e con l'impegno al sostegno all’attivazione di dottorati di ricerca grazie alle risorse stanziate con l'assestamento di bilancio, che consentiranno il cofinanziamento delle misure del Fondo Sociale Europeo per l'istruzione e la formazione terziaria".
Insomma, in vista del trasferimento presso la nuova sede di Piazzale Bosco, dice il vicepresidente regionale, la Regione è a fianco del Briccialdi, tant'è che i 150mila euro della discordia, sostiene, sono diventati 300mila.
Dall'opposizione di centrodestra accusano il PD di aver messo "in scena un vero e proprio teatro dell’assurdo nel tentativo di sviare l’opinione pubblica e di coprire le responsabilità politiche della giunta regionale di centrosinistra, che ha deliberatamente cancellato dal bilancio 2025 il contributo ordinario da 150mila euro destinato all’Istituto Briccialdi di Terni".
"L’ennesimo attacco alla cultura e l’ennesimo scippo a danno dell’Umbria del Sud in generale e della città di Terni in particolare" l'hanno definito i consiglieri, il frutto di "vere e proprie alchimie contabili". I 300mila euro menzionati da Bori, Proietti e Filipponi altro non sarebbero che la conferma del contributo già stanziato dalla Giunta Tesei con due delibere, una di luglio 2023 e l'altra di giugno 2024; finanziamento destinato appunto al nuovo campus. "Fondi - spiegano - tra loro non sovrapponibili poiché i primi, quelli cancellati, finalizzati a sostenere la vita culturale del Briccialdi, i secondi, quelli confermati, alla realizzazione di un’opera infrastrutturale".
"Che non ci sia alcuna reale intenzione di destinare risorse all’Istituto musicale di Terni lo dimostra il fatto che l’attuale maggioranza a guida PD, in sede di approvazione della legge di assestamento, ha respinto l’emendamento presentato dai consiglieri di centrodestra per continuare a garantire il contributo di 150mila euro, erogato ogni anno nella precedente legislatura" aggiungono.
Bori, dichiarano i consiglieri di opposizione, "prova maldestramente a camuffare un taglio con una manovra propagandistica tanto evidente quanto inutile. Richiamare la statalizzazione del Briccialdi, percorso avviato e sostenuto con forza proprio dalla precedente Giunta regionale, non può in alcun modo giustificare l’eliminazione del contributo ordinario da 150mila euro, che serviva a finanziare l’attività didattica e culturale dell’Istituto".
Insomma, un conto sarebbero i 300mila euro destinati al campus e un altro i 150mila che invece avrebbero dovuto coprire le iniziative promosse dal Briccialdi che senza quei fondi "rischiano seriamente di essere compromesse". "La narrazione dell’assessore Bori – affondano i consiglieri – è tanto autocelebrativa quanto scollegata dalla realtà dei numeri e dei documenti ufficiali".
"La Giunta Proietti prima taglia, poi finge di raddoppiare, con soldi stanziati da altri e per diverse finalità. Ma le bugie hanno le gambe corte, mentre le verità sono sotto gli occhi di tutti: il centrodestra ha sostenuto il Conservatorio con atti concreti e fondi reali sia durante il percorso della statalizzazione che nella prospettiva di realizzare il futuro campus del Briccialdi. Il Briccialdi non ha bisogno di propaganda, ma di sostegno vero. E noi continueremo a garantirglielo, con serietà e coerenza" concludono.
Chi finora non aveva ancora espresso una posizione ufficiale in merito ai 150mila euro, era stato proprio lo stesso Briccialdi. Ora però, anche Dario Gaurdalben, presidente del conservatorio e Roberto Antonello che ne è il direttore, hanno detto la loro.
Ringraziando tutti per l'impegno sulla questione, l'auspicio, hanno dichiarato, è quello che venga elaborato un piano a sostegno degli Istituti della rete Afam dell'Umbria. Una speranza che guarda al futuro e che punta alla continuità, valorizzando le eccellenze del territorio. Riportiamo di seguito la nota integrale.
"In questi giorni in cui è acceso il dibattito sui finanziamenti al Conservatorio di Terni, rincuora vedere tanta passione politica e civile nel vantare chi più e meglio abbia contribuito a sostenere il Briccialdi nel tempo.
Il Conservatorio, dal canto suo, esprime la propria gratitudine verso tutti, chi per il già fatto, chi per quel che sta facendo, e la dimostra intensificando la propria missione di polo formativo e culturale, aggregatore di eccellenze sul piano provinciale, regionale e interregionale.
Perciò si auspica e si chiede che, superate le pur naturali schermaglie politiche, si guardi al possibile consolidamento e sviluppo del sistema della formazione terziaria, l’università e le tre istituzioni afam dell’Umbria.
Suggeriamo – a chi ha la sensibilità per capirne le formidabili ricadute – l’elaborazione di un piano per il sostegno alla formazione superiore umbra: si può fare ed è compatibile con la legislazione vigente".