27 Mar, 2025 - 11:00

Terni, Cardinali spinge sull'accordo di programma per Ast: "Serve anche per la sicurezza"

Terni, Cardinali spinge sull'accordo di programma per Ast: "Serve anche per la sicurezza"

Una tragedia evitabile ha riportato con forza al centro del dibattito pubblico una verità tanto semplice quanto scomoda: la sicurezza sul lavoro nelle acciaierie di Terni (e altrove) non può più essere considerata un tema secondario. La morte di Sanders Mendoza, giovane lavoratore deceduto durante il trasporto delle scorie, è diventata il simbolo di un sistema che ha bisogno urgente di una svolta.

E non si tratta solo di garantire condizioni di lavoro più sicure, ma di ripensare l'intero impianto produttivo in un'ottica moderna, sostenibile e rispettosa della vita umana.

Un impianto strategico tra promesse mancate e investimenti in sospeso

Le acciaierie di Terni rappresentano da sempre un nodo cruciale dell'apparato manifatturiero nazionale. "Il nostro paese manifatturiero ha bisogno di acciaio di qualità, le acciaierie di Terni sono una opportunità per il Paese e per il territorio", ha dichiarato l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Sergio Cardinali. Questa risorsa rischia tuttavia di trasformarsi in una bomba sociale e ambientale se non verranno mantenuti gli impegni presi.

In particolare Cardinali ha evidenziato che "è esattamente per questo, per rendere assolutamente sicura e sostenibile l’attività per la produzione di acciaio green, che Arvedi aveva chiesto ed ottenuto dal governo l’impegno alla sottoscrizione di un accordo di programma che rendesse compatibile ambientalmente e socialmente la produzione, che sembra oramai allontanarsi dall’orizzonte". I 300 milioni di euro di risorse pubbliche destinati alla riconversione ambientale dell'impianto non sono ancora arrivati, e i 600-700 milioni promessi inizialmente dal gruppo Arvedi sono stati in parte ritrattati. Una battuta d’arresto che pesa su lavoratori e cittadini, mettendo in discussione il futuro industriale del territorio.

Sicurezza e responsabilità: serve una svolta

"La tragica scomparsa del giovanissimo Sanders Mendoza, verificatasi durante il trasporto delle scorie, deve necessariamente rappresentare lo spartiacque tra un prima e un dopo", ha proseguito Cardinali. "Dare almeno un valore all’ennesimo sacrificio umano, per contribuire a rendere sicuro un posto di lavoro, è il minimo che chi ha delle responsabilità deve mettere in campo". E aggiunge: "Non è importante attendere l’esito delle indagini della magistratura che stabilirà l’esatta dinamica dell’infortunio per stabilire fin d’ora che un simile fatto non sarebbe dovuto accadere. E che vanno riviste e adeguate le misure di sicurezza nelle attività di un impianto manifatturiero che, nonostante l’innovazione tecnologica disponibile, ha necessità di adeguare ai tempi la propria struttura produttiva".

Un punto di vista condiviso anche dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, che ha annunciato l'intenzione di sollecitare un tavolo urgente con il Ministero del Lavoro. "Oltre alla sollecitazione nei confronti del ministero delle Imprese per la firma entro pochi giorni dell’accordo di programma, il sindaco Stefano Bandecchi si farà parte attiva per richiedere un tavolo al Ministero del Lavoro, al fine di aprire un veloce percorso rispetto alle procedure di lavoro della fabbrica da affrontare con l’azienda e le Organizzazioni Sindacali".

"Continuare a procedere ad attività di denuncia postume agli infortuni gravi" - aggiunge - "sicuramente ha il potere di alleggerire la coscienza di chi le pone in essere, ma non conduce alcun effetto benefico nei confronti dei Lavoratori, il Comune di Terni non vuole più essere complice in alcun modo di una situazione che si trascina da troppo tempo".

Ast, accordo di programma e sicurezza: per Cardinali c'è urgenza di risposte

A pesare in maniera significativa è anche il silenzio della Regione Umbria, che dopo aver promesso soluzioni imminenti, è scomparsa dalla scena, tornando a parlare di Ast solo a seguito del tragico infortunio. Una latitanza che ha lasciato le amministrazioni locali e i cittadini in un limbo di incertezza, in attesa di risposte che tardano ad arrivare anche dal Ministero delle Imprese. La promessa di una risposta entro marzo, fatta nell'ultima riunione ufficiale, è rimasta lettera morta.

Oggi, il futuro di Terni, dell'Umbria e di uno dei settori più importanti del manifatturiero italiano si gioca sulla capacità delle istituzioni di uscire dall'immobilismo. L'accordo di programma non può più attendere. Servono fondi, progettualità e, soprattutto, una visione politica che sappia coniugare industria, sicurezza e sostenibilità. Perché un'altra morte sul lavoro non è solo una tragedia, ma un fallimento collettivo.

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Giorgia Sdei
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