28 Mar, 2025 - 10:35

Carceri, in Umbria arrivano 92mila euro per i progetti con i detenuti

Carceri, in Umbria arrivano 92mila euro per i progetti con i detenuti

Il 2025 si è aperto con un'escalation di gravi fatti avvenuti dietro le sbarre delle carceri umbre. Due settimane fa un detenuto si è tolto la vita all'interno della propria cella nella struttura di Capanne, riportando nuovamente al centro l'allarme per le condizioni drammatiche che affrontano le case di reclusione. In Umbria come nella maggior parte del Paese. E nonostante si rincorrano gli appelli - dei politici, dei sindacati, delle associazioni - quello delle carceri rimane ancora un argomento spinoso.

Se la cronaca e le denunce non bastassero, ci sono i dati che periodicamente vengono diffusi dalle Procure e che confermano quanto quella che vivono gli Istituti penitenziari della regione sia una situazione esplosiva. Tra sovraffollamento, mancanza di personale, violenze, suicidi, presenza massiccia di detenuti con patologie psichiatriche o con dipendenze - che avrebbero bisogno di cure e strutture ben diverse - appare chiaro come il problema carceri sia estremamente complesso e che le iniziative per mitigare la situazione siano più urgenti che mai.

Quello che non bisogna dimenticare è che Giustizia, almeno in Italia, deve assolvere anzitutto a una funzione rieducativa affinché, una volta estinta la pena, chi è stato ristretto possa tornare alla società e dare un contributo positivo. Del resto, i benefici dei progetti che coinvolgono attivamente i detenuti nei percorsi di giustizia riparativa, da anni dimostrano la propria efficacia nella prevenzione delle recidive. 

Un accordo tra Dap e Regione per i progetti nelle carceri

In quest'ottica si inserisce il recente accordo di collaborazione sottoscritto tra il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) Provveditorato regionale per la Toscana e l’Umbria e la Regione Umbria che ha lo scopo di creare nuovi progetti regionali volti all’assistenza ai detenuti, agli internati e alle persone sottoposte a misure alternative alla detenzione o soggette a sanzioni di comunità e alle loro famiglie, contenenti, in particolare, iniziative educative, culturali e ricreative. 

Il patto, nelle intenzioni condivise, sarà una boccata d'ossigeno per le carceri umbre, che potrà migliorare le condizioni di vita dei detenuti all'interno degli Istituti di pena e, contestualmente, favorire il reinserimento sociale e lavoratovi degli stessi.

Lo schema di accordo è già stato approvato in Giunta e la presidente Proietti ha voluto sottolineare come al centro venga posta proprio la funzione rieducativa. Un progetto che "si basa sulla volontà e necessità di individuare, quanto più precocemente possibile, i diversi percorsi che il detenuto potrà e dovrà seguire anche al termine della pena o alternativamente al carcere" ha dichiarato.

"Solo così - ha detto ancora la governatrice - la restrizione può concretizzare il suo vero senso che è quello della riabilitazione. Si tratta di mutuare una progettualità sperimentale per delineare una modalità operativa sostenibile poi nel lungo termine nei vari istituti di pena, nell’ottica di una continuità tra carcere e territorio. L’obiettivo finale sarà quello di incrementare, consolidare o anche costruire ex-novo, rapporti di collaborazione strutturati tra carcere e servizi territoriali per una presa in carico delle persone detenute, affinché possano seguire percorsi tutelati all’interno del territorio di appartenenza attraverso progetti di inserimento in strutture residenziali o di trattamento ambulatoriale territoriale, in collaborazione con i servizi di riferimento”.

92mila euro a disposizione e una Cabina di regia

Il progetto che coinvolge Dap e Regione è finanziato con un fondo da 92mila euro (92.408,35) che veranno impiegati per incrementare la presenza di diverse professionali che svolgeranno la funzione di accorciare le distanze fra 'dentro' e 'fuori', fra carcere e territorio.

Il patto prevede inoltre che venga riattivata la Cabina di regia, istituita già nel 2022, composta da tre membri con funzione decisoria, da due membri con funzione consultiva, il magistrato di sorveglianza competente e il garante regionale per le persone private della libertà personale.

AUTORE
foto autore
Sara Costanzi
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE