Non sembra diminuire il clima di forte tensione che da qualche tempo si è instaurato al carcere di Terni. Questa volta però nessuno scontro e nessuna violenza: “solo” una protesta dei detenuti che da sabato manifestano pacificamente. Il motivo? Sempre lo stesso, il sovraffollamento. Che, unito al caldo estremo di queste settimane, sta mettendo a dura prova la vita all’interno del carcere a Sabbione.
Quello di Terni non è l’unico caso, in tutta l’Umbria si registrano proteste per quella che è diventata una situazione insostenibile. Troppi detenuti, poco spazio a disposizione e, soprattutto, come continua a denunciare il Sappe, personale non sufficiente. Solo pochi giorni fa il Garante per i detenuti dell’Umbria ha fatto visita al carcere di Perugia mettendo in evidenza le condizioni disumane in cui versano i reclusi.
Protesta dei detenuti al carcere di Terni, cosa è successo
I reclusi sembrano aver moderato i propri atteggiamenti rispetto alle rivolte di qualche tempo fa. La protesta dei detenuti del carcere di Terni iniziata sabato sembra essere del tutto pacifica. Circa una sessantina di detenuti della sezione di media sicurezza hanno deciso di non rientrare nelle celle per protestare contro le condizioni in cui sono costretti a vivere. Il sovraffollamento è diventato insostenibile, ci sono infatti circa 150 detenuti in più rispetto alla capacità massima della struttura. Le condizioni climatiche estreme degli ultimi giorni, con temperature elevate, hanno aggravato ulteriormente la situazione. Rendendo, di fatto, la vita quotidiana dei detenuti di Sabbione quasi insopportabile. I pochi ventilatori forniti dalle associazioni di volontariato non sono sufficienti, infatti, a garantire un minimo di sollievo dal caldo opprimente.
La protesta, seppur pacifica, ha attirato immediatamente l’attenzione delle autorità. La comandante della polizia penitenziaria, Vanda Falconi, ha infatti prontamente informato tutti gli organi preposti alla sicurezza. In risposta, carabinieri e polizia di Terni hanno presidiato l’area antistante il penitenziario per prevenire eventuali escalation.
Fabrizio Bonino, segretario umbro del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), ha dichiarato che la manifestazione è limitata alla sezione “L”. Questo non vuol dire, però, che non ci sia il rischio che altre sezioni possano emulare la protesta. Soprattutto in considerazione della cronica carenza di personale che affligge il penitenziario. La sera in cui è iniziata la protesta, infatti, solo nove agenti erano in servizio per sorvegliare 570 detenuti, una situazione che rende difficile gestire emergenze come quella attuale.
Sovraffollamento e carenza di personale: un problema di lunga data
Bonino ha espresso una grande preoccupazione per la sicurezza sia dei detenuti che del personale. Il segretario umbro del Sappe continua a sottolineare la necessità di un intervento più strutturato per quanto riguarda la carenza di personale. Augurandosi, al contempo, che la protesta in corso non sfoci in qualcosa di più grave e che non ci siano conseguenze per nessuno. In queste ore si sta cercando di sciogliere la manifestazione all’interno del penitenziario rimanendo sempre su toni pacifici. Cercando, per quanto possibile, di convincere i detenuti a rientrare nelle loro celle senza esasperare un clima già di per sé teso.
La situazione del carcere di Terni riflette un problema più ampio che affligge molte carceri italiane: il sovraffollamento e la carenza di personale. Le decisioni amministrative recenti hanno peggiorato la situazione, trasferendo personale dall’Umbria senza inviare nuovi agenti a sostituirli. Questo ha lasciato il carcere in una situazione critica, con un numero insufficiente di agenti per gestire una popolazione carceraria in continua crescita.
La protesta di Sabbione mette in luce le gravi carenze strutturali e organizzative del sistema carcerario umbro (e nazionale). È evidente che sono necessari interventi urgenti e una revisione delle politiche di gestione del personale per evitare che situazioni come questa si ripetano.