02 Jul, 2025 - 12:46

Caldo estremo e cambiamento climatico: l’Appennino non basta più a proteggere l’Umbria

Caldo estremo e cambiamento climatico: l’Appennino non basta più a proteggere l’Umbria

Per decenni l’Umbria si è considerata un’isola felice, protetta dai rilievi dell’Appennino Umbro-Marchigiano e al riparo dagli estremi del clima mediterraneo. Ma oggi, quel muro naturale non basta più. Lo ha spiegato chiaramente Paolina Bongioannini Cerlini, climatologa e docente all’Università di Perugia, che all'ANSA ha detto: “Non bastano più i monti dell'Appennino a proteggere l'Umbria dagli effetti del cambiamento climatico”. L’analisi della scienziata, perfezionata anche al MIT, delinea un quadro in rapida evoluzione.

Caldo, l'Appennino non basta più: anche l'Umbria risente del cambiamento climatico

La regione, sebbene lontana dal mare, è sempre più coinvolta nelle dinamiche atmosferiche che interessano l'intero bacino del Mediterraneo, incluse quelle legate ai cicloni intensi”, ha spiegato Bongioannini Cerlini. “L'Umbria è inevitabilmente connessa al resto del sistema climatico globale attraverso i flussi atmosferici su larga scala”.

Oggi l'anticiclone delle Azzorre non esercita più il ruolo protettivo stabile a cui eravamo abituati", ha aggiunto la climatologa. Che prosegue: "La circolazione atmosferica è più variabile e le correnti che attraversano il Mediterraneo, cariche di umidità e spesso accompagnate da polveri sahariane, generano condizioni favorevoli a fenomeni intensi, anche in aree interne come l'Umbria. In queste condizioni l'energia disponibile nell'atmosfera è maggiore, e questo aumenta il rischio di eventi estremi, come temporali violenti e grandinate, anche in territori che in passato erano considerati più stabili dal punto di vista climatico”.

In Umbria caldo record e ospedali sotto pressione

Queste condizioni atmosferiche estreme stanno avendo conseguenze dirette anche sulla salute pubblica. Lunedì 30 giugno l’Umbria ha vissuto una delle giornate più roventi dell’anno: a Foligno la colonnina di mercurio ha raggiunto i 38 gradi, a Monteleone di Orvieto i 36,2. Perugia è finita sotto allerta sanitaria massima. L’ospedale di Orvieto ha registrato un afflusso record: ben 78 accessi in un solo giorno, tutti legati a disturbi da calore.

Secondo Giuseppe Calabrò, direttore del pronto soccorso orvietano, si tratta di sincopi, collassi, cali di pressione, spesso legati a disidratazione o prolungata esposizione al calore. Gli ospedali dell’Usl Umbria 2 hanno dovuto riorganizzare i turni e i reparti, aumentando i letti disponibili in Medicina. A Perugia, il pronto soccorso segnala circa 20 accessi in più al giorno rispetto al 2024, con un numero crescente di pazienti over 75.

Piogge che non bastano e laghi che si ritirano: l’effetto sul territorio

Il cambiamento climatico si riflette anche sull’ambiente e sulle risorse naturali. Le precipitazioni annue stanno diminuendo, ma quando arrivano, lo fanno in modo improvviso e violento, aggravando il rischio idrogeologico. Le conseguenze non si limitano al disagio: mettono in crisi ecosistemi interi, come quello del lago Trasimeno. “Il lago Trasimeno, per la sua sensibilità al bilancio tra precipitazione ed evaporazione, rappresenta poi un valido indicatore locale degli effetti del cambiamento climatico”, sottolinea Bongioannini Cerlini.

Previsioni in chiaroscuro: un’estate instabile e imprevedibile

Il caldo africano che ha investito l’Umbria sembra destinato a dare una tregua nei prossimi giorni. Tra il 4 e il 5 luglio si prevede l’arrivo di aria più fresca dal nord Europa, che potrebbe innescare rovesci e temporali sui rilievi interni. La variabilità però resta alta e la stabilità del passato sembra ormai lontana.

Di fronte a questi scenari, la Regione Umbria ha attivato un piano di prevenzione estivo, in collaborazione con il Ministero della Salute. L’obiettivo è chiaro: limitare i rischi per le fasce più fragili della popolazione. Anziani, bambini piccoli e persone con patologie croniche sono i più esposti agli effetti del caldo estremo. Le raccomandazioni includono evitare le uscite nelle ore più calde, mantenersi idratati e seguire quotidianamente gli aggiornamenti meteo.

Il clima in Umbria sta cambiando, e con esso anche le abitudini e le priorità della vita quotidiana. Più che mai, l’adattamento e la consapevolezza rappresentano le vere risorse su cui costruire la resilienza del territorio.

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Giorgia Sdei
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