Sembra proprio che l’Europa si schieri contro i cacciatori, questo quanto riporta la consigliera regionale della Lega Manuela Puletti. Recentemente la Commissione Europea ha espresso forti perplessità riguardo al prelievo della tortora selvatica, prospettando anche uno stop alla caccia per la prossima stagione. Puletti non ha perso tempo e ha presentato un’interrogazione all’assessore Morroni per chiedere quale sia l’intendimento dell’assessorato “a seguito dell’ennesima indicazione della Commissione europea contro la caccia, questa volta per bloccare il prelievo della tortora selvatica“.
Puletti nell’interrogazione parla di una misura che costituisce un “rischio per la preapertura” in Umbria e porta a esempio le Marche, dove la Regione è riuscita a inserire due giornate sulle cinque della preapetura sia per la caccia della tortora che per altre specie. “Avevamo chiesto di integrare le specie cacciabili per quella giornata, aggiungendo, attraverso deroghe, tortora dal collare, storno e piccione, vista la sentenza del Consiglio di Stato che obbliga Ispra a concederci i dati per le piccole quantità” prosegue la consigliera. “L’assessore adesso, ha il compito di difendere almeno il prelievo della tortora selvatica in preapertura, per rispetto nei confronti degli oltre 25mila cacciatori umbri“. All’interrogazione ha fatto seguito un video pubblicato da Puletti sul proprio profilo Facebook, in cui si scaglia contro il “delirio di onnipotenza” dell’Europa, chiedendo “che l’Umbria esca dal gregge” come fatto dalle Marche.
Quanti sono davvero i cacciatori in Umbria?
Puletti parla di 25mila cacciatori residenti in Umbria. A settembre 2023, a pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria, Umbria24 in un dettagliato articolo a firma di Daniele Bovi, aveva approfondito con dati puntuali la questione. Dall’indagine era emerso da un lato come negli ultimi dieci anni sia avvenuto un crollo delle iscrizioni nei tre Atc umbri, dall’altro come la popolazione dei cacciatori umbri sia sempre più anziana. In particolare, il dato più importante riguarda l’Atc 2, nel folignate dove dal 2010 si è registrato un meno 45%; segue l’Atc 1 del perugino con un meno 42% e infine l’Atc ternano con un meno 35%. Nell’indagine di Bovi, che si è rivolto direttamente ai vari ambiti di caccia territoriali per recuperare i dati, emerge che a settembre dello scorso anno in Umbria erano 27mila i cacciatori; da quanto riportato da Puletti, quel dato si è quindi ulteriormente abbassato di 2mila unità.
Puletti e l’emendamento della discordia: i mezzi a motore accedono su sentieri e mulattiere
Che la leghista Puletti sia dalla parte dei cacciatori non è certamente un mistero. A dicembre scorso la Regione aveva approvato un emendamento a sua firma che ha reso possibile il transito con qualsiasi veicolo a motore su sentieri e mulattiere nei boschi qualora non tabellati. L’emendamento, accolto trionfalmente dalle associazioni dei cacciatori, ha scatenato l’ira da parte degli ambientalisti. Immediata era stata la reazione di Legambiente e ad aprile contro l’emendamento era arrivata la raccolta firme promossa dal Movimento 5 Stelle, sottoscritta da numerosi cittadini tra cui anche i candidati sindaco di Perugia, Foligno e Bastia Umbra, Vittoria Ferdinandi, Mauro Masciotti ed Erigo Pecci.
Sabato scorso anche il Cai – Club Alpino Italiano ha organizzato in Piazza del Comune a Assisi un partecipatissimo flashmob per chiedere nuovamente alla Regione Umbria di rivedere la norma. Un emendamento definito “assurdo” che non rispetta il lavoro dei volontari. “In Umbria i volontari delle Sezioni del Cai si occupano della manutenzione di 447 percorsi, per un totale di 3570 km, della Rete escursionistica regionale” si legge nel comunicato diffuso in vista del flashmob. “Un lavoro gratuito, portato avanti da decenni, che ha permesso di conservare quel patrimonio di viabilità in ambiente naturale utilizzato oggi dalla Regione Umbria per definire il proprio territorio “il cuore verde d’Italia”. Se si dovesse monetizzare in termini orari questo lavoro, si otterrebbe una cifra di diversi milioni di euro all’anno”.