Flash mob del Cai – Club Alpino Italiano sabato ad Assisi per dire no ai motori sui sentieri e chiedere rispetto per i propri lavoratori. “Rispetto! No moto sui sentieri” in Piazza del Comune ha visto la partecipazione di centinaia di delegati che erano nella città serafica per l’assemblea generale. Lo scopo è stato quello di invitare nuovamente la Regione a rivedere la norma che ha consentito la frequentazione dei sentieri ai mezzi a motore.

L’Umbria è alle prese ormai da mesi con l’emendamento a firma della consigliera leghista Manuela Puletti che ha di fatto liberalizzato l’accesso dei veicoli a motore su sentieri e mulattiere. Approvato a dicembre 2023, l’emendamento della discordia è stato accolto trionfalmente dalle associazioni dei cacciatori che avevano espresso “unanime soddisfazione” in una lettera indirizzata alla Regione Umbria. L’emendamento ha però scatenato le dure reazioni da parte di quanti invece desiderano che la natura dell’Umbria venga adeguatamente salvaguardata dai danni che una apertura indiscriminata ai motori porterebbe determinare. Già ad aprile il Movimento 5 Stelle aveva promosso una raccolta firme in varie città umbre a cui avevano aderito numerosi cittadini tra cui anche i candidati sindaco di Perugia, Foligno e Bastia Umbra, Vittoria Ferdinandi, Mauro Masciotti ed Erigo Pecci.

Il flash mob del Cai ad Assisi nelle parole del presidente Antonio Montani

Ad Assisi, dove si è riunita l’Assemblea dei delegati del Cai con rappresentanti provenienti da tutta Italia, abbiamo chiesto rispetto per il lavoro dei nostri volontari che si occupano della manutenzione dei sentieri e l’annullamento di questo sciagurato emendamento che ha consentito l’accesso indiscriminato ai mezzi a motore sui percorsi escursionistici in Umbria” si legge in una nota di Antonio Montani, presidente generale del Cai.”Crediamo che non sia un provvedimento produttivo per il turismo di un territorio che si definisce giustamente il cuore verde d’Italia, e deve continuare a esserlo. I mezzi a motore devono stare sulle strade e non sui sentieri” ha ribadito.

Nei giorni precedenti al flash mob il Cai ha diffuso un comunicato in cui spiega dettagliatamente le ragioni della propria netta opposizione all'”assurdo emendamento” quantificando l’impatto economico del provvedimento regionale. “In Umbria i volontari delle Sezioni del Cai si occupano della manutenzione di 447 percorsi, per un totale di 3570 km, della Rete escursionistica regionale” si legge. “Un lavoro gratuito, portato avanti da decenni, che ha permesso di conservare quel patrimonio di viabilità in ambiente naturale utilizzato oggi dalla Regione Umbria per definire il proprio territorio “il cuore verde d’Italia”. Se si dovesse monetizzare in termini orari questo lavoro, si otterrebbe una cifra di diversi milioni di euro all’anno” precisano.

L’altro aspetto che il Cai ha preso in considerazione è la promiscuità tra escursionisti e mezzi a motore, un fattore che inciderebbe negativamente sul fronte del turismo. “Il secondo aspetto che il Cai vuole evidenziare è la miopia della Regione nel ritenere che una promiscuità di frequentazione della rete sentieristica da parte di escursionisti a piedi e di mezzi a motore possa portare a dei risultati economici di rilievo, al di là dei danni provocati al fondo dei sentieri. In tutti i territori dove tale promiscuità è stata sperimentata, è stato riscontrato un drastico calo delle presenze turistiche dei camminatori e, dopo un’impennata iniziale, anche una contrazione dei frequentatori con mezzi a motore“.

Tre mesi fa il Cai ha consegnato alla Regione Umbria un dossier dove dimostra come i 10mila euro messi a disposizione per la segnaletica, unico presidio per vietare il transito dei mezzi a motore, siano insufficienti: il Club ha infatti stimato che per la segnaletica a salvaguardia della rete sentieristica “un bene collettivo” servirebbe uno stanziamento di almeno un milione e mezzo.