Un pomeriggio qualunque al parco si è trasformato in un salvataggio in extremis. A Perugia, nel quartiere di Madonna Alta, un bimbo di 11 mesi ha riportato un arresto cardiorespiratorio dopo avere messo in bocca una castagna caduta a terra. L’allerta al 118 è scattata immediatamente: l’equipaggio ha praticato le prime manovre sul posto e ha trasferito il piccolo all’ospedale Santa Maria della Misericordia, dove è ora seguito in terapia intensiva neonatale con prognosi riservata.
L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di giovedì 25 settembre, mentre il bimbo si trovava con un familiare in un’area verde del quartiere. In pochi istanti, il corpo estraneo ha ostruito le vie aeree provocando gravi difficoltà respiratorie, fino al collasso. La chiamata di emergenza ha messo in moto il protocollo di massima urgenza e, all’arrivo dei sanitari, sono state eseguite le manovre per liberare le vie respiratorie e ripristinare le funzioni vitali.
Stabilizzato quanto possibile a bordo dell’ambulanza, il piccolo è stato condotto al pronto soccorso pediatrico e quindi preso in carico dall’équipe della rianimazione neonatale. Il quadro clinico è compatibile con un soffocamento da corpo estraneo evoluto in arresto cardiorespiratorio: per questo motivo è stato disposto un monitoraggio continuo con supporto delle funzioni vitali. Le condizioni restano delicate e i medici seguono passo passo l’evoluzione nelle ore successive all’evento.
Il caso del bimbo di Perugia pone nuovamente l’attenzione su un pericolo spesso sottovalutato. In autunno, ricci e castagne affollano i viali dei parchi e per i bambini al di sotto dei 3 anni, tali oggetti duri e scivolosi possono trasformarsi in un rischio concreto di ostruzione. Gli operatori sanitari raccomandano vigilanza costante così da evitare che i piccoli manipolino frutti interi o pezzi di dimensioni non adeguate. Inoltre, in caso di segnali come tosse inefficace, labbra bluastre o impossibilità a piangere e respirare, chiamare subito il 118 e intervenire con le manovre di disostruzione pediatrica se formati.
Al momento le informazioni confermano luogo (Madonna Alta), età del bambino (11 mesi) e ricovero alla terapia intensiva neonatale del Santa Maria della Misericordia a Perugia. La dinamica verrà ricostruita con precisione nelle prossime ore, ma il messaggio è chiaro: la prevenzione comincia nei luoghi del quotidiano. Nei parchi, tra passeggini e giochi, pochi secondi di attenzione possono fare la differenza.
Nelle stesse settimane è emersa un’altra storia a lieto fine che racconta l’efficacia del sistema d’emergenza regionale: il bimbo di 15 mesi aggredito dal cane di famiglia nel territorio spoletino è stato stabilizzato a Terni dall’équipe multidisciplinare del Santa Maria. In cabina di regia il dottor Andrea Rivaroli (Chirurgia maxillo‑facciale), affiancato dalle dottoresse Maria Laura Scarcella e Maura Massarucci (Anestesia e Rianimazione) e dalla dottoressa Anna Egidi (Pediatria). L’elisoccorso regionale “Nibbio” è atterrato sul tetto del nosocomio ternano nelle prime ore successive all’allarme e, dopo le prime procedure in urgenza e una valutazione collegiale, è stato pianificato il percorso di cura più appropriato.
Il trasferimento al Policlinico Gemelli di Roma, nel reparto di chirurgia maxillo‑facciale pediatrica, ha segnato la fase successiva: il piccolo è giudicato fuori pericolo e ha lasciato la terapia intensiva pediatrica per proseguire la guarigione in un setting specialistico. La catena di soccorsi ha compreso due voli sanitari — dallo “San Matteo degli Infermi” di Spoleto a Terni e quindi alla Capitale — coordinati in tempi strettissimi grazie alla centrale operativa 118 Umbria. Dalla direzione ospedaliera hanno sottolineato come la sinergia tra le diverse unità operative ha permesso di affrontare un caso di estrema complessità, evidenziando un modello di risposta integrata che, dalla scena dell’emergenza all’alta specialità, ha fatto pendere la bilancia dalla parte della vita.