A Bevagna si cerca di ripartire. Dopo che, sabato 25 ottobre, ignoti si erabo introdotti nella chiesa del Monastero di Santa Margherita, dove hanno compiuto un furto sacrilego, trafugando ostie consacrate e alcuni vasi sacri custoditi nel tabernacolo, è stata celebrata nella giornata del 1° novembre la messa di riparazione.
Sabato 25 ottobre è stato compiuto un furto sacrilego nella chiesa del Monastero agostiniano di Santa Margherita a Bevagna: sono state, infatti, trafugate le Ostie consacrate e alcuni vasi sacri.
Ecco, perché, alle ore 8.00 di sabato 1° novembre 2025, solennità di tutti i Santi si è tenuta la celebrazione eucaristica di riparazione da mons. Renato Boccardo, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia. La solenne messa è stata caratterizzata dal verso del Salmo 23: “Ecco la generazione che cerca il tuo volto Signore”.
Con mons. Boccardo hanno concelebrato il Pievano don Giovanni Cocianga, don Melchior Erram e don Luciano Avenati.
Don Giovanni all’inizio della celebrazione ha voluto salutare i tanti fedeli presenti, giunti anche da fuori Bevagna: "Si è trattato di un gesto che lascia smarriti, increduli, tristi. Da questa ferita nasce la nostra risposta: non il silenzio dell’indifferenza, ma il silenzio dell’adorazione. Non la rabbia, ma la preghiera: Signore perdonali perché non sanno quello che fanno. Non il gusto per le feste pagane, ma il ritorno al centro della nostra vita, Cristo il Pane vivo disceso dal cielo".
"Siamo profondamenti grati - ha detto ancora il Pievano della Pievania della Madonna della Valle - di accogliere tra noi il nostro Arcivescovo. In questi giorni ha vissuto momenti storici e intensi, come la riapertura della Basilica di S. Benedetto a Norcia. Eppure, nonostante la fatica, è qui con noi alle prime ore del mattino. Attraverso la sua presenza sentiamo tutta la Chiesa diocesana accanto a noi come madre che consola, che abbraccia, che non ci lascia soli. Grazie, Eccellenza, per essere per noi padre che condivide la ferita dei suoi figli".
"I Santi - ha sottolineato mons. Boccardo durante l'omelia - sono figure che hanno lasciato una scia di luce dietro di loro, che hanno saputo vivere come il Signore. Non sono super eroi, sono dei poveracci come noi che hanno sperimentato le fatiche della vita quotidiana, capaci di ricominciare sempre di nuovo per seguire Gesù. I Santi hanno saputo accogliere la presenza di Dio nella loro vita mettendosi alla scuola della sua Parola, trovando nell’Eucaristia la fonte della loro santità".
"Siamo feriti come comunità per questo sacrilegio compiuto - così l'Arcivescovo sul grave gesto del furto sacrilego - Questo attentato al mistero dell’Eucaristia tocca nel profondo la vita cristiana: la presenza di Gesù nel pane eucaristico è il tesoro più prezioso che abbiamo. Siamo qui per riparare, per concentrare la nostra attenzione sull’Eucaristia, consapevoli che senza di Lui non possiamo fare nulla. Questa celebrazione sia occasione per un rinnovato impegno a vivere la Messa della domenica come una tappa importante".
"Stiamo, purtroppo, perdendo le nostre radici - così l'arcivescovo al riferimento ad Halloween - Ci fa paura vedere famiglie che mascherano i bambini da scheletri. Stiamo cadendo nel mistero dell’occulto. Far divertire i bambini con maschere, corna e zucche non è un gioco, siamo tutti chiamati ad essere seri e responsabili. Noi cristiani, certo, non possiamo impedire le cose, possiamo e dobbiamo essere testimoni della nostra fede, parlare con serenità anche della morte vinta dal Signore con la resurrezione. Non facciamoci abbindolare dalla moda corrente e dalle sceneggiate di questi giorni. Annunciamo con forza che l’amore di Dio è più forte e che la morte non ha l’ultima parola. Ciò che è successo a Bevagna è un attentato alla fede dei cristiani: sia questa l’occasione propizia per rafforzare la nostra vita. E dietro a questo gesto sacrilego il Signore ci dice: ho bisogno di te per essere ancora presente nel mondo di oggi".