04 Jul, 2025 - 15:35

Bastia Umbra, madre aggredita: per il figlio 25enne scatta la misura di libertà vigilata

Bastia Umbra, madre aggredita: per il figlio 25enne scatta la misura di libertà vigilata

Un altro episodio di violenza domestica irrompe nel silenzio di una tranquilla comunità umbra, portando alla ribalta un problema che, troppo spesso, resta confinato tra le mura di casa. È successo a Bastia Umbra, dove un ragazzo di venticinque anni ha aggredito la madre all’interno dell’abitazione di famiglia, lasciandola ferita e impaurita, tanto da costringerla a rivolgersi subito ai Carabinieri. Il giovane, già seguito dal Centro di Salute Mentale, non sarebbe nuovo a episodi simili: questa volta però la misura è stata drastica. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia ha infatti disposto per lui la misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni, eseguita dai Carabinieri nei giorni scorsi. Una decisione che mira a proteggere la donna e chiunque possa trovarsi in pericolo, garantendo un controllo costante sul ragazzo.

L’aggressione di Bastia Umbra: i fatti e la misura di sicurezza

L’episodio risale al maggio scorso, quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 25enne residente a Bastia Umbra avrebbe aggredito la madre dentro le mura di casa. La donna, dopo aver subito le violenze, si è recata immediatamente dai Carabinieri per denunciare quanto accaduto. Le lesioni riportate hanno reso necessario l’intervento dei medici, che hanno emesso una prognosi di sei giorni.

Il giovane non era uno sconosciuto ai servizi territoriali: già preso in carico dal Centro di Salute Mentale, aveva manifestato comportamenti violenti anche in passato. Proprio per questo, e per la gravità degli indizi raccolti a suo carico per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto necessario intervenire con la misura della libertà vigilata.

Il provvedimento, eseguito dai Carabinieri, impone al 25enne restrizioni precise: per i prossimi due anni non potrà lasciare il comune di Bastia Umbra senza informare preventivamente le forze dell’ordine incaricate di vigilare su di lui. Un vincolo pensato per evitare nuovi episodi di violenza e proteggere la madre, già duramente colpita da questa tragedia domestica.

Un fenomeno che non si arresta

Solo pochi giorni fa, lo scorso 24 giugno, un episodio analogo ha sconvolto Perugia. Un cittadino di origine nigeriana ha tentato di strangolare la moglie davanti agli occhi impauriti dei figli. Secondo quanto riferito dalla Questura, a chiamare il Numero Unico di Emergenza sono stati i vicini di casa, allertati dalle urla disperate della vittima.

Stando alla ricostruzione degli agenti, l’uomo avrebbe prima colpito la moglie al volto, per poi tentare di strangolarla con il cavo di un caricabatteria. Non riuscendoci, avrebbe provato a stringerle il collo con le mani, ma la donna, in un estremo tentativo di salvarsi, è riuscita a divincolarsi e a trovare rifugio presso i vicini, i quali hanno subito allertato il 112.

Gli agenti, giunti rapidamente sul posto, hanno trovato la donna con evidenti segni di violenza: escoriazioni al volto e lividi compatibili con un tentativo di strangolamento. Il personale sanitario del 118 l’ha accompagnata all’ospedale di Perugia, dove i medici hanno diagnosticato lesioni guaribili in quindici giorni. Per l’uomo è scattato l’arresto immediato.

Cosa fare se si subiscono violenze: strumenti e consigli utili

Quando si parla di violenza domestica, la prima difficoltà è spesso rompere il silenzio. Chi subisce maltrattamenti fisici, psicologici o economici tende a non denunciare per paura, vergogna o perché crede di non avere vie di uscita. Eppure, non bisogna mai dimenticare che non si è soli. Se ci si trova in una situazione di pericolo o di maltrattamenti ripetuti, il primo passo è contattare immediatamente le forze dell’ordine: il Numero Unico di Emergenza 112 è sempre attivo. In caso di impossibilità a telefonare, è possibile inviare un messaggio o chiedere aiuto ai vicini di casa, come avvenuto nel recente episodio di Perugia.

È fondamentale sapere che in Italia esistono numerosi centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio, pronti ad accogliere vittime di abusi e a offrire assistenza legale, psicologica e sociale. Il numero di pubblica utilità 1522, attivo 24 ore su 24, è un riferimento prezioso: risponde in più lingue e mette in contatto le vittime con operatori specializzati.

Un altro aspetto importante è non sottovalutare mai i segnali di violenza, anche se isolati. I comportamenti aggressivi tendono a ripetersi e a peggiorare nel tempo. Per questo motivo, è bene parlarne subito con una persona di fiducia, raccogliere prove come messaggi, referti medici o testimonianze e contattare un avvocato o un’associazione che possa seguire l’iter giudiziario. Nei casi più gravi, è possibile chiedere misure di protezione urgenti come l’allontanamento dell’aggressore e l’assegnazione di un domicilio protetto.

La violenza domestica non è mai un problema privato, ma un dramma sociale che riguarda l’intera comunità. La denuncia, l’ascolto e la solidarietà sono armi decisive per spezzare il ciclo della paura e restituire dignità e sicurezza a chi, troppo a lungo, ha vissuto nell’ombra di un amore malato.

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Lorenzo Farneti
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