09 Apr, 2025 - 13:25

La tragedia del bimbo travolto e ucciso dal van guidato dal padre. Il gip di Perugia archivia il fascicolo

La tragedia del bimbo travolto e ucciso dal van guidato dal padre. Il gip di Perugia archivia il fascicolo

Una tragedia che ha travolto una famiglia residente a Magione, tutt'ora chiusa nel lutto per una perdita terribile. Una morte assurda quella del piccolo Matei che avrebbe compiuto otto anni soltanto due mesi dopo. Il piccolo era stato investito dal van di cui il padre era alla guida, davanti ai genitori, ai fratelli e alle sorelle. L'incidente era avvenuto nel tardo pomeriggio del 21 settembre 2024, in una zona periferica di Perugia, a Sant'Andrea delle Fratte, in un piazzale di fronte a uno stabile commerciale, non distante dallo stabilimento artigiano dove lavora il padre.

Fascicolo archiviato: è stata una tragica fatalità

Il Gip di Perugia ha riconosciuto l'evento come una tragica fatalità, archiviando il procedimento contro i genitori del bambino che erano stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. Il giudice ha quindi accolto la richiesta del pubblico ministero riconoscendo che non sussistono gli estremi per ascrivere una responsabilità penale, né da parte del padre, che si trovava alla guida del mezzo, né della madre, che era a bordo del furgone con gli altri cinque figli, fratelli e sorelle di Matei, di età compresa fra uno e tredici anni. 

Matei da quanto appreso, quella sera sarebbe sceso dal furgono guidato dal padre, un Mercedes nero a nove posti, senza che nessuno dei presenti a bordo se ne accorgesse. Il padre, intento in una manovra, non si era assolutamente avveduto della presenza del figlio fuori dal mezzo. Il piccolo a causa dell'urto è morto sul colpo. 

In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, con il van in manovra e a una velocità inferiore ai dieci chilometri orari, non ha funzionato il sistema di bloccaggio delle portiere. Quando il padre di Matei aveva inziato quella manovra, il piccolo avrebbe premuto il pulsante di apertura del portellone laterale, riuscendo a sganciare la cintura con cui era assicurato al seggiolino omologato, mentre il mezzo si muoveva a velocità bassissima.

Matei, come riferito anche da due testimoni che quella sera hanno assistito alla tragedia, dal seggiolino si sarebbe sbilanciato, cadendo fuori e finendo sotto a uno pneumatico posteriore del furgone che era ancora in movimento. Nessuno si sarebbe accorto dell'accaduto se non dopo il terribile fatto. Inutili purtroppo i soccorsi. La famiglia intera sotto shock, la madre aveva accusato un malore ed era stata trasportata d'urgenza in ospedale.

Il mezzo e il seggiolino dove sedeva il bambino erano stati posto sotto sequestro. I genitori erano stati iscritti, così come da prassi, nel registro degli indagati. "Un atto dovuto previsto dalla procedura" aveva spiegato l'avvocato Simone Pillon, legale dei genitori nel procedimento ora archiviato. Adesso che le indagini hanno fatto luce sul tragico accaduto, i coniugi non sono più nel registro degli indagati, mentre il mezzo è stato dissequestrato.

Una famiglia chiusa nel dolore

"La famiglia ancora chiusa nel riserbo del lutto ha comunque molto apprezzato la decisione dei giudici di archiviare il procedimento penale" così ha commentato Pillon.

"Matei - ha spiegato il legale - è morto a causa di circostanze impossibili da prevedere e prevenire. Il piccolo, secondo la ricostruzione avallata dal gip, era seduto sull'apposito seggiolino omologato e aveva la cintura allacciata. I genitori avevano fatto tutto quanto previsto per la sicurezza, e la morte del piccolo non è loro imputabile. Resta il grande vuoto che il piccolo Matei ha lasciato nella famiglia e nella comunità scolastica e religiosa da lui frequentata".

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Sara Costanzi
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