Un’azione coordinata e capillare ha colpito in simultanea più province italiane, con un’attenzione particolare alle aree della movida e ai luoghi di ritrovo dei più giovani. A Perugia il dispositivo ha lavorato nel fine settimana su piazze e stazioni, mentre a livello nazionale l’operazione – orchestrata dal Servizio centrale operativo insieme alle Squadre mobili delle Questure – ha intercettato reati di strada, traffici di droga e circolazione di armi.
Il fenomeno delle baby gang, in particolare, spinto anche dall’esibizionismo sui social, non è più confinato alle periferie tradizionali: attraversa quartieri centrali, litorali e centri commerciali, ridisegnando la percezione di sicurezza dei cittadini.
Nel capoluogo umbro gli agenti hanno presidiato i punti di aggregazione più sensibili. Sono stati controllati una settantina di giovani – tra loro 21 minorenni e 14 cittadini stranieri – con pattuglie appiedate e verifiche mirate nei pressi delle fermate del trasporto pubblico e nei luoghi della movida. In piazza Alessandro Alimenti un ventottenne è stato trovato con sostanza stupefacente e segnalato all’autorità giudiziaria per detenzione ai fini di spaccio (art. 73, Dpr 309/1990). L’obiettivo dichiarato è duplice: prevenire episodi violenti e spezzare le filiere del microspaccio che alimentano risse, danneggiamenti e rapine.
Il quadro che emerge dai dati è quello di una risposta muscolare, ma inserita in una strategia più ampia. Le verifiche in tutta Italia hanno riguardato oltre 63 mila persone – circa 11 mila i minorenni – e quasi 17.400 veicoli. Gli investigatori hanno passato al setaccio 829 immobili e spazi pubblici, dalle sale giochi ai centri commerciali fino agli stabilimenti balneari.
Gli arresti e i fermi toccano quota 305 complessivi: 283 adulti e 22 under 18 per reati che vanno dalle lesioni al furto, dalla rapina allo spaccio e al porto di armi. Sul fronte delle misure restrittive sono stati eseguiti 81 provvedimenti a carico di maggiorenni; tra i minorenni, sei collocamenti negli Istituti penali e un caso di permanenza in casa. All’elenco si aggiungono 1.290 denunce in stato di libertà (1.110 adulti e 180 minori) e 425 sanzioni amministrative, in larga parte per uso personale di stupefacenti e irregolarità nella somministrazione di alcolici.
Il capitolo sequestri fotografa bene la pressione sugli affari illegali. La polizia ha recuperato 19 chilogrammi di cocaina, 1 kg di eroina e 79 kg di derivati della cannabis, insieme a partite di shaboo, ecstasy e MDMA, benzodiazepine e a una serie di bilancini di precisione. Sul versante degli armamenti, il conteggio parla di due fucili, 36 pistole e munizionamento assortito.
Le pattuglie hanno inoltre ritirato 89 lame e numerose armi improprie: dalle katane alle mazze da baseball, dai manganelli telescopici ai taser, fino a tirapugni, taglierini e strumenti da scasso. Nel corso delle perquisizioni sono spuntati oggetti di provenienza furtiva – collanine, orologi, telefoni – insieme a banconote contraffatte, carte e documenti rubati o falsificati e perfino un tesserino della Guardia di finanza risultato falso.
Una parte del lavoro ha riguardato l’ecosistema digitale. Sono stati passati al setaccio 1.300 profili, con cinque account che esaltavano violenza, uso di armi e incitamento all’odio – anche contro le forze dell’ordine – destinati alla segnalazione in procura per le valutazioni sull’oscuramento. È in rete, infatti, che linguaggi e atteggiamenti estremi si moltiplicano per imitazione, trasformando bravate e sfide in comportamenti a rischio. Da qui la scelta di affiancare ai blitz in strada programmi di prevenzione nelle scuole e un dialogo più stretto con Prefetture ed enti locali.