19 Sep, 2025 - 11:30

Operazione ad alto impatto in tutta Italia: stretta su baby gang, droga e armi. Raffica di arresti anche a Perugia

Operazione ad alto impatto in tutta Italia: stretta su baby gang, droga e armi. Raffica di arresti anche a Perugia

Un’azione coordinata e capillare ha colpito in simultanea più province italiane, con un’attenzione particolare alle aree della movida e ai luoghi di ritrovo dei più giovani. A Perugia il dispositivo ha lavorato nel fine settimana su piazze e stazioni, mentre a livello nazionale l’operazione – orchestrata dal Servizio centrale operativo insieme alle Squadre mobili delle Questure – ha intercettato reati di strada, traffici di droga e circolazione di armi.

Il fenomeno delle baby gang, in particolare, spinto anche dall’esibizionismo sui social, non è più confinato alle periferie tradizionali: attraversa quartieri centrali, litorali e centri commerciali, ridisegnando la percezione di sicurezza dei cittadini.

Perugia, piazze e stazioni sotto lente: un 28enne segnalato per spaccio

Nel capoluogo umbro gli agenti hanno presidiato i punti di aggregazione più sensibili. Sono stati controllati una settantina di giovani – tra loro 21 minorenni e 14 cittadini stranieri – con pattuglie appiedate e verifiche mirate nei pressi delle fermate del trasporto pubblico e nei luoghi della movida. In piazza Alessandro Alimenti un ventottenne è stato trovato con sostanza stupefacente e segnalato all’autorità giudiziaria per detenzione ai fini di spaccio (art. 73, Dpr 309/1990). L’obiettivo dichiarato è duplice: prevenire episodi violenti e spezzare le filiere del microspaccio che alimentano risse, danneggiamenti e rapine.

Un’operazione nazionale: chi è finito nel mirino

Il quadro che emerge dai dati è quello di una risposta muscolare, ma inserita in una strategia più ampia. Le verifiche in tutta Italia hanno riguardato oltre 63 mila persone – circa 11 mila i minorenni – e quasi 17.400 veicoli. Gli investigatori hanno passato al setaccio 829 immobili e spazi pubblici, dalle sale giochi ai centri commerciali fino agli stabilimenti balneari.

Gli arresti e i fermi toccano quota 305 complessivi: 283 adulti e 22 under 18 per reati che vanno dalle lesioni al furto, dalla rapina allo spaccio e al porto di armi. Sul fronte delle misure restrittive sono stati eseguiti 81 provvedimenti a carico di maggiorenni; tra i minorenni, sei collocamenti negli Istituti penali e un caso di permanenza in casa. All’elenco si aggiungono 1.290 denunce in stato di libertà (1.110 adulti e 180 minori) e 425 sanzioni amministrative, in larga parte per uso personale di stupefacenti e irregolarità nella somministrazione di alcolici.

Droghe e armi: cosa è stato tolto dalle strade

Il capitolo sequestri fotografa bene la pressione sugli affari illegali. La polizia ha recuperato 19 chilogrammi di cocaina, 1 kg di eroina e 79 kg di derivati della cannabis, insieme a partite di shaboo, ecstasy e MDMA, benzodiazepine e a una serie di bilancini di precisione. Sul versante degli armamenti, il conteggio parla di due fucili, 36 pistole e munizionamento assortito.

Le pattuglie hanno inoltre ritirato 89 lame e numerose armi improprie: dalle katane alle mazze da baseball, dai manganelli telescopici ai taser, fino a tirapugni, taglierini e strumenti da scasso. Nel corso delle perquisizioni sono spuntati oggetti di provenienza furtiva – collanine, orologi, telefoni – insieme a banconote contraffatte, carte e documenti rubati o falsificati e perfino un tesserino della Guardia di finanza risultato falso.

Social come moltiplicatore e prevenzione mirata

Una parte del lavoro ha riguardato l’ecosistema digitale. Sono stati passati al setaccio 1.300 profili, con cinque account che esaltavano violenza, uso di armi e incitamento all’odio – anche contro le forze dell’ordine – destinati alla segnalazione in procura per le valutazioni sull’oscuramento. È in rete, infatti, che linguaggi e atteggiamenti estremi si moltiplicano per imitazione, trasformando bravate e sfide in comportamenti a rischio. Da qui la scelta di affiancare ai blitz in strada programmi di prevenzione nelle scuole e un dialogo più stretto con Prefetture ed enti locali.

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Giorgia Sdei
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