Non è solo una sagra, né semplicemente un appuntamento gastronomico dell’estate umbra come ce ne sono molti. A Bevagna, dal 18 al 27 luglio, va in scena qualcosa di molto più profondo: un rito collettivo che ogni anno si rinnova nel segno della solidarietà. Il Festival della pizza al piatto, giunto alla sua 41ª edizione, è una delle manifestazioni più longeve della regione, ma anche una delle più significative dal punto di vista sociale. Dietro l’impasto, le serate danzanti e i tavoli pieni, infatti, c’è una comunità che da quattro decenni ha scelto di mettere le mani in pasta anche per chi combatte ogni giorno contro il cancro.
Nata nel cuore del borgo umbro grazie all’impegno del Centro Sociale di Capro, l’iniziativa affonda le sue radici in un passato fatto di piccoli gesti e grandi visioni. Non è un caso che la prima scintilla, nei lontani anni Ottanta, sia stata una semplice partita di calcetto benefica. Da allora, però, la solidarietà è diventata la colonna portante del festival, che nel tempo ha raccolto circa 200mila euro, destinati ai servizi per i pazienti oncologici e le loro famiglie. La cifra è importante, ma lo è ancora di più la continuità con cui questa comunità ha scelto di sostenere l’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro (AUCC).
Oggi il Centro Sociale è anche sede del comitato AUCC locale e garantisce servizi gratuiti come la psiconcologia e le cure palliative, in collaborazione con l’Usl Umbria 2. Un presidio reale di aiuto, che nasce da una festa di paese, ma agisce con professionalità e visione.
Il valore di un evento come questo non si misura solo nei numeri, ma nel modo in cui riesce a trasformare il tempo libero in tempo utile. A sottolinearlo è stato anche il vicepresidente della Provincia di Perugia, Riccardo Vescovi, durante la presentazione ufficiale del festival: l’idea che da una piccola realtà come Bevagna possa partire un sostegno così concreto per la salute pubblica è un esempio da seguire per molte altre comunità.
E in effetti, a differenza di molte feste estive che si consumano nel giro di qualche giorno, qui l’atmosfera di condivisione lascia un segno duraturo. Il Festival non solo raccoglie fondi, ma diffonde consapevolezza. Parla di prevenzione, informa sul diritto alla cura, richiama l’attenzione sulla ricerca oncologica come pilastro fondamentale per il futuro della sanità.
Uno degli obiettivi dichiarati dagli organizzatori è il coinvolgimento delle nuove generazioni. Non solo come pubblico, ma come parte attiva dell’eredità da portare avanti. “È un evento" – hanno sottolineato i responsabili del Centro Sociale – "che combina intrattenimento e solidarietà, in altre parole che si prende cura delle persone, crea aggregazione, risveglia i territori, ne valorizza le eccellenze. Siamo orgogliosi di portare avanti questo progetto da ben 41 anni e questo non è un traguardo, ma ogni anno, un nuovo punto di partenza, per offrire un punto di riferimento concreto allo sviluppo di progetti sociali e solidali".
La sfida è quella di unire memoria e innovazione, passato e futuro, sapendo che la tradizione, per restare viva, deve evolvere. Anche per questo, il programma dell’edizione 2025 mescola musica, sport, cultura del cibo e intrattenimento, con un menù che valorizza la pizza, ma anche le specialità umbre, in un’ottica di promozione del territorio.
Nel discorso di apertura, il presidente dell’AUCC Giuseppe Caforio ha ribadito l’importanza del gesto volontario come atto politico e civile: ogni donazione, anche la più piccola, contribuisce a sostenere servizi fondamentali e a garantire continuità alla ricerca. Il festival, ha spiegato, è anche uno strumento per fare prevenzione e informazione, due elementi chiave nella lotta contro il cancro.