09 Oct, 2025 - 11:30

Assisi, il 10 ottobre arriva il sindaco di Betlemme. Stoppini: “Unire popoli e comunità nel segno della fratellanza”

Assisi, il 10 ottobre arriva il sindaco di Betlemme. Stoppini: “Unire popoli e comunità nel segno della fratellanza”

Non solo calendario di eventi, ma un segnale politico e comunitario. Il 10 ottobre Assisi accende il suo “Fuoco della pace”, un braciere custodito da volontari che farà da filo rosso a una città chiamata a vigilare simbolicamente sulla parola più abusata e più necessaria: pace. In questo contesto arriva il sindaco di Betlemme, Maher Nicola Canawati, invitato dal collega Valter Stoppini, per condividere un racconto dalla Terra Santa e prendere parte alla Marcia per la pace. L’incontro più importante è previsto in piazza del Comune alle 22.00, quando il sindaco palestinese porterà la sua testimonianza accanto al braciere.

Il "Fuoco della pace" il 10 ottobre: insieme al sindaco di Assisi Stoppini anche Canawati, sindaco di Betlemme

Il fuoco, acceso la mattina del 10 ottobre ai piedi della Torre del Popolo, non è pensato come coreografia, ma come presidio civico: resterà vivo senza interruzione fino al passaggio della Marcia, alimentato a turni da cittadini, associazioni laiche e religiose, istituzioni locali e volontari di diverse realtà del territorio. L’idea è semplice e potente: se la pace richiede cura quotidiana, la città si alterna per garantirle ossigeno. Attorno al braciere sono previsti momenti di ascolto, brevi riflessioni, preghiere e racconti, in un clima che vuole unire sensibilità diverse sotto una responsabilità condivisa.

Dal gemellaggio alla diplomazia dal basso 

La presenza di Canawati arriva dentro una relazione che dura da decenni. “Assisi e Betlemme sono gemellate dal 1989", spiega il sindaco Valter Stoppini. "In questi mesi sono stato in stretto contatto con il sindaco Canawati, per esprimere vicinanza e capire come poter aiutare concretamente la popolazione locale afflitta dalla guerra”.

La sua presenza ad Assisi e alla Marcia per la pace sottolinea l’urgenza di unire popoli e comunità, nel segno del dialogo e della fratellanza, per costruire la pace", prosegue il sindaco. "Da Assisi guardiamo con attenzione e speranza ai negoziati in Egitto e invochiamo una pace imminente e giusta per Israele e Palestina, auspicando due popoli e due Stati”. Le parole fissano l’orizzonte: non un protocollo di circostanza, ma un passo dentro una diplomazia dal basso che prova a dare continuità al gemellaggio trasformandolo in reti, sostegni, scambi e iniziative concrete.

La città in rete: associazioni e diocesi al lavoro

La regia dell’iniziativa è diffusa: una rete che riunisce associazioni del mondo ecclesiale e laico insieme al Comune e alla diocesi, con l’obiettivo di offrire uno spazio pubblico riconoscibile in cui far convergere parole e gesti. La scelta di evitare palchi e passerelle punta a restituire centralità alla comunità: a turno, gruppi scout, movimenti, realtà di volontariato e semplici cittadini garantiranno la custodia del fuoco, trasformando la veglia in un laboratorio di cittadinanza attiva. In questo modo la Marcia non resta un evento isolato, ma viene “preceduta” e “preparata” da una pratica di cura che dura giorni e coinvolge tutta la città.

Studenti protagonisti: foto sulla facciata del Comune per la pace in Medio Oriente

La mattina del 10 ottobre, sulla facciata del palazzo municipale comparirà una fotografia realizzata dagli studenti della 4ª D del Liceo scientifico di Assisi, premiata nel concorso “Franco Aristei 2025” promosso dall’Avis. Anche questo è un messaggio: coinvolgere le scuole significa riconoscere ai più giovani il ruolo di sentinelle del futuro, chiamate a immaginare convivenze possibili e a tenere alta l’attenzione sulla pace in Medio Oriente. L’immagine farà da cornice alle ore che precedono l’incontro serale con il sindaco di Betlemme, ricordando che la cultura della pace non si improvvisa: si apprende, si allena, si pratica.

Assisi, il 10 ottobre la testimonianza del sindaco di Betlemme

La sera, alle 22.00, piazza del Comune diventerà uno snodo fra narrazione locale e scenario internazionale: qui Canawati porterà la voce della sua città, mentre Assisi offrirà un palcoscenico sobrio e ascoltante. È il senso di un appuntamento che parla dentro e fuori i confini umbri: fare di un rito civico – un fuoco acceso e custodito – un messaggio che oltrepassa le mura cittadine e chiede a tutti, istituzioni e cittadini, di non abituarsi alla guerra. La Marcia per la pace chiuderà il cerchio; il braciere, intanto, resterà l’immagine di una comunità che si assume il compito più difficile: tenere accesa la speranza, trasformandola in pratica quotidiana.

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Giorgia Sdei
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