05 Mar, 2025 - 14:30

Teatro, gli spettacoli imperdibili nel weekend dell'8 marzo in Umbria

Teatro, gli spettacoli imperdibili nel weekend dell'8 marzo in Umbria

Il weekend dell'8 marzo si preannuncia ricco di appuntamenti ed eventi da vivere in Umbria e il teatro non è da meno. Dalla parola alla danza, il teatro italiano continua a interrogarsi e a interrogare il pubblico. Cinque spettacoli, cinque modi diversi di affrontare il passato, il presente e l'identità. Perché, come dimostrano i protagonisti che calcheranno i palchi della regione, l'arte resta il luogo in cui le domande trovano voce.

Fabrizio Gifuni e il grido di Aldo Moro: "Con il vostro irridente silenzio"

Fabrizio Gifuni torna a scavare nei fantasmi della storia italiana con Con il vostro irridente silenzio, un'opera che si addentra nel dramma di Aldo Moro attraverso le lettere e il memoriale scritti durante la prigionia. Gifuni costruisce un'indagine teatrale intensa, affrontando il nodo irrisolto di una memoria collettiva che sembra voler dimenticare.

Moro infatti, nei 55 giorni di prigionia, scrisse incessantemente: lettere ai familiari, appelli alle istituzioni, riflessioni sul presente e il futuro. Eppure, quelle parole furono subito messe in discussione, sminuite, irrise. "Moro non è Moro", sosteneva la stampa, mentre l'uomo politico gridava la propria disperazione da una cella senza risposte. "Restituire una voce a questi due fantasmi non è, oggi, soltanto un esercizio di memoria ma un rito collettivo più che mai necessario a un'intera comunità", afferma Gifuni, regista e attore, che in pochi giorni porterà sul palco anche Il male dei ricci, dedicato a Pasolini. Il teatro, ancora una volta, si fa specchio della coscienza storica italiana.

"Molto dolore per nulla": la confessione teatrale di Luisa Borini

Dall'intimità delle parole di Moro a quella di una donna senza nome, protagonista di Molto dolore per nulla, monologo di Luisa Borini vincitore del premio In-Box dal vivo 2024/25. Sul palco, solo un filo e un microfono, simboli di un racconto che oscilla tra il bisogno d'amore e la paura della solitudine.

"Una donna che sono io, ma anche no, ma poi in fondo cosa cambia?" si chiede Borini. Che dà voce a un flusso di pensieri ossessivi che attraversano la scena come un lungo respiro trattenuto. Una confessione intima e ironica, che diventa riflessione sulla maschera che indossiamo per difenderci. Ma le maschere, si sa, a volte cadono.

"Sempre domenica": il lavoro come trappola esistenziale

Il collettivo Controcanto presenta Sempre domenica, un affresco teatrale sulla schiavitù del lavoro che consuma sogni ed energie. Sei attori, sei sedie, una sinfonia di vite che si dibattono in un meccanismo inarrestabile. "Il lavoro costituisce la migliore polizia", si legge nelle note di regia e il palco diventa il luogo dove questa verità si svela in tutta la sua ferocia.

Attraverso un ritmo incalzante e una drammaturgia corale, Sempre domenica racconta il logoramento quotidiano, il sottile confine tra la ribellione e la rassegnazione. Uno spettacolo che interroga lo spettatore su una condizione che molti accettano come inevitabile. Ma lo è davvero?

"Mistero buffo" al femminile: la sfida di Elisa Pistis

Elisa Pistis raccoglie l'eredità di Dario Fo e Franca Rame con una versione interamente al femminile di Mistero Buffo. "Una donna che fa Dario Fo?" si chiede l'attrice e autrice del progetto, che rilegge il capolavoro attraverso una prospettiva nuova e personale.

Lo spettacolo si concentra sulla figura di Maria di Nazareth e sulla sua presenza accanto a Gesù bambino e adulto. Un viaggio tra dialetti e tradizioni, che si nutre dell'antico per parlare dell'attualità. La questione del potere, dell'arroganza, dell'ingiustizia sociale è tutt'altro che risolta, sottolinea Pistis, la quale conferma il valore senza tempo dell'opera di Fo e Rame. Oggi più attuale che mai.

"Satiri": la danza di Virgilio Sieni tra istinto e intelletto

La danza chiude questo viaggio teatrale con Satiri, nuova creazione di Virgilio Sieni. Sul palco, Jari Boldrini e Maurizio Giunti, accompagnati dalla musica dal vivo di Naomi Berrill, si muovono in un dialogo tra corporeità e filosofia.

"I due danzatori dello spettacolo sono contagiati dall'interno, investiti dalla contemplazione del gesto simile, adiacente, simmetrico", scrive Sieni nelle note di regia. Il movimento si fa linguaggio, specchio di un'umanità divisa tra razionalità e istinto. La danza non racconta storie, ma invita lo spettatore a perdersi in un'esperienza estetica immersiva, dove ogni gesto è un enigma da decifrare.

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Giorgia Sdei
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