L'aumento della biodiversità è una ricchezza per l’Umbria, ma dietro i numeri si nasconde un’emergenza poco visibile: ogni anno, specialmente in estate, migliaia di animali selvatici vengono soccorsi, mentre tanti altri perdono la vita lungo le strade della regione. Tra i protagonisti di questo equilibrio precario ci sono centri come il CRAS Enpa di Bettona e quello di Perugia, impegnati senza sosta nel recupero di esemplari feriti o in difficoltà.
A Perugia, il centro Enpa accoglie quotidianamente fino a 15 animali selvatici, tra uccelli rapaci, piccoli mammiferi, volpi, ricci e persino lupi. L'incremento degli ingressi è costante, segnale sia di un sistema di recupero sempre più efficiente e organizzato, sia di una crescente attenzione da parte della cittadinanza verso il soccorso della fauna selvatica. Ne è un esempio quanto accaduto a Umbertide, dove grazie alle segnalazioni di molti cittadini, sono state recuperate delle tartarughe esotiche abbandonate in una fontana della città.
La capacità di adattamento degli animali, anche in contesti difficili come quelli segnati dalla siccità, è sorprendente, ma non sufficiente a salvarli da pericoli come la circolazione stradale o le attività umane.
Il vero dramma si consuma sull’asfalto. Il CRAS Enpa di Bettona ha lanciato l’allarme: ogni anno in Umbria sono centinaia gli animali selvatici investiti dai veicoli. Daini, caprioli, tassi, istrici, lupi e perfino gufi reali vengono falciati lungo le strade, soprattutto di notte.
Il fenomeno del roadkill non è solo una questione etica o ambientale, ma comporta gravi ripercussioni anche sul fronte della sicurezza e dei costi pubblici: nel solo 2024, la Regione Umbria ha liquidato oltre 579 mila euro in risarcimenti per incidenti stradali con animali. Una cifra più che triplicata rispetto all’anno precedente.
Tra le specie più discusse ci sono i cinghiali, la cui presenza in ambito urbano è in forte aumento. A Perugia, gli avvistamenti al percorso verde sono ormai frequenti, mentre a Terni l'Enpa ha denunciato quella che definisce una "strage legittimata" da operazioni di cattura e abbattimento eseguite con gabbie trappola.
L'associazione animalista contesta la necessità di tali misure e chiede prove documentate della reale pericolosità degli esemplari. Nel frattempo, il numero dei cinghiali continua a generare polemiche: secondo il Wwf potrebbero essere 350 mila in tutta l'Umbria, ma i cacciatori contestano questa stima, giudicandola sovrastimata e priva di riscontro nei prelievi venatori.
La presenza massiccia di fauna selvatica ha anche un impatto economico rilevante. I dati della Regione Umbria parlano di oltre 1,8 milioni di euro di danni annuali tra incidenti stradali, perdite per l'agricoltura e attacchi agli allevamenti. I cinghiali sono responsabili della maggior parte dei danni agricoli, mentre i lupi continuano a colpire soprattutto nel settore zootecnico. E se il picco più alto è stato registrato nel 2014, con 401 denunce e 351 mila euro di danni accertati, le cifre sono tornate a crescere nel 2022, segno che il problema è tutt'altro che risolto.
Per contrastare la mortalità sulle strade e proteggere la fauna, gli esperti indicano l'adozione di sistemi tecnologici come quelli previsti dal progetto europeo Life Strade, che prevede dispositivi dissuasori e sensori per rilevare la presenza degli animali in tempo reale. Ma è anche una questione di cultura e responsabilità: guidare con prudenza, mantenere velocità moderate e rispettare i percorsi faunistici sono comportamenti essenziali per ridurre i rischi.
La biodiversità è un patrimonio da tutelare, ma richiede uno sforzo condiviso tra istituzioni, cittadini e associazioni per trasformare la convivenza tra uomo e natura in una realtà sostenibile.