09 Apr, 2025 - 14:00

Amanda Knox sul palco insieme al chitarrista dei Pearl Jam nella band dei ‘condannati ingiustamente’

Amanda Knox sul palco insieme al chitarrista dei Pearl Jam nella band dei ‘condannati ingiustamente’

Amanda Knox ha cantato "I Will Survive". L’ha fatto davvero. Non solo con la voce, ma con tutta la sua storia, tornata pubblica e potente sul palco dell’Innocence Network Conference negli Stati Uniti. Qui la donna, fresca di condanna per calunnia ai danni di Patrick Lumumba, si è esibita con la "Exoneree Band": un gruppo composto esclusivamente da persone che, come lei, hanno scontato anni in carcere per crimini che non hanno commesso.

Tra i musicisti c'era anche Mike McCready, storico chitarrista dei Pearl Jam, ospite d'onore e sostenitore del progetto. "Siamo stati tutti condannati ingiustamente, con oltre 100 anni di prigione alle spalle, sommando le nostre storie", ha raccontato Amanda in un video pubblicato sui social. Una dedica speciale? "Alle nostre comunità di persone ingiustamente accusate".

Amanda Knox, il nuovo libro "Free" e il peso del giudizio pubblico

Ma dietro il sorriso e la voce sicura, Amanda Knox porta ancora addosso i segni di un trauma che non l'ha mai lasciata del tutto. Lo racconta nel suo nuovo libro, "Free", dove confessa di sentirsi imprigionata in una nuova forma di detenzione, più sottile ma ugualmente asfissiante: quella del giudizio pubblico, della percezione, delle ombre di un passato che torna.

"È come se avessi ancora il cancro", scrive. Nonostante l'assoluzione definitiva del 2015, la ferita resta aperta. "Avevo molta rabbia e non sapevo dove metterla. Mi sentivo rifiutata dal mondo". L’esperienza del carcere ha scavato dentro di lei solchi profondi, lasciando cicatrici che non si vedono, ma si sentono.

Dal podcast alla stand-up comedy: la nuova vita di Amanda Knox

Oggi Amanda Knox ha costruito una vita nuova. Produce contenuti, scrive libri, conduce con il marito Christopher Robinson il podcast di successo "Labyrinths". Ha due figli piccoli e un matrimonio che definisce fonte di guarigione. Fa anche stand-up comedy, perché, dice, "l’ironia è una forma di resilienza". Ma soprattutto, combatte per la giustizia: con la sua associazione e collaborando con il network Innocence Project, aiuta altre persone ingiustamente accusate. "La consapevolezza che ciò che avevo passato non era unico è stato il primo momento in cui ho capito che potevo connettermi con altri esseri umani e che potevo avere uno scopo".

Il perdono impossibile e la relazione con il suo accusatore

Il punto più sorprendente della sua evoluzione personale riguarda il rapporto con Giuliano Mignini, il magistrato che l’accusò di essere coinvolta nell’omicidio di Meredith Kercher. Amanda lo ha cercato, gli ha scritto, ha voluto capirlo. La loro è diventata un’amicizia improbabile, carica di contraddizioni.

"Volevo che ammettesse di aver sbagliato con me e con la mia storia", dice Knox. La quale aggiunge: "Mi dice che non sono la persona che pensava di perseguire. Oppure dice cose come: ‘È molto probabile, è possibile che abbia commesso degli errori’". La donna racconta che i due parlano anche di letteratura, che condividono la passione per Tolkien: "Lui si identificava come Re Théoden, mentre mi vedeva come Éowyn". Una narrazione quasi simbolica, tra realtà e metafora, che dice molto su come la memoria e il dolore possano trovare forme imprevedibili di espressione.

Amanda Knox nella band dei 'condannati ingiustamente' insieme al chitarrista dei Pearl Jam 

Amanda Knox rivendica il diritto di raccontare la propria storia, convinta che sia importante non solo per sé, ma anche per tutte le persone che non hanno voce. Per lei, il racconto del suo vissuto rappresenta un atto di resistenza, un modo per affermare la propria identità e restituire dignità a un'esperienza che l'ha segnata profondamente.

Non dimentica Meredith Kercher e anzi, considera essenziale che la memoria della giovane studentessa inglese rimanga intatta e rispettata. Tuttavia, Knox rifiuta di essere identificata solo come "la ragazza accusata di Perugia": vuole essere riconosciuta come una donna che ha scelto di reagire al dolore vivendo pienamente e salendo su un palco, dove la musica le ha permesso ancora una volta di sentirsi veramente libera.

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Giorgia Sdei
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