Il Consiglio comunale di Perugia ha respinto, con 18 voti contrari e 10 a favore, l'ordine del giorno presentato dai capigruppo dell'opposizione per sostenere la realizzazione della stazione dell'Alta Velocità MedioEtruria a Creti. Una scelta che ha sollevato un acceso confronto tra le forze politiche, riaprendo la questione dell'accessibilità ferroviaria dell'Umbria e della sua connessione con i principali snodi nazionali.
Il progetto, individuato nell'ottobre 2024 dal Ministero delle Infrastrutture, prevede un investimento di 79 milioni di euro per la costruzione di una nuova stazione nella Valdichiana, nel comune di Cortona, lungo la Direttissima Roma-Firenze. Per i promotori, rappresenta un'opportunità storica per superare l'isolamento logistico della regione e connettere Perugia alla rete AV in meno di 30 minuti. Ma la maggioranza ha scelto di non schierarsi apertamente a favore, adducendo la necessità di ulteriori approfondimenti strategici e tecnici.
La seduta consiliare ha messo in luce una frattura politica trasversale. Da un lato l'opposizione, che ha ribadito con forza il sostegno a un progetto ritenuto "centrale per lo sviluppo economico e sociale dell'Umbria". Dall'altro, una maggioranza esitante, che ha espresso perplessità sulla localizzazione extra-regionale della stazione e sulla scarsa integrazione con le infrastrutture esistenti.
Il consigliere del PD Niccolò Ragni ha evidenziato la necessità di affrontare prima due nodi cruciali: i collegamenti gomma/ferro verso Creti e la ridefinizione delle strategie di sviluppo partendo dalla stazione di Fontivegge. Anche Federico Balducci ha sollevato criticità, sostenendo che l'attenzione debba concentrarsi sul potenziamento dei Freccia Rossa da e per Perugia e sull'efficienza del servizio ferroviario più che sulla costruzione di un nuovo scalo. Leonardo Varasano ha invece invitato a non rinviare ulteriormente le decisioni: "Creti non è perfetta, ma è la scelta più realistica".
Contrari alla proposta anche Fabrizio Ferranti, secondo cui è prioritario rafforzare le infrastrutture umbre esistenti come Foligno e Fontivegge, e Stefano Nuzzo del M5S, che ha parlato di "dati obsoleti" e "posizione periferica" della futura stazione. Più critico ancora l'assessore Vossi, che ha definito il progetto una "cattedrale nel deserto", lamentando l'estromissione di Perugia dai tavoli decisionali sulla AV e suggerendo il potenziamento delle tratte interne come soluzione più sostenibile.
Durissima la reazione dei consiglieri di opposizione dopo il voto. In una nota congiunta, hanno accusato la maggioranza di aver perso "l'ennesima occasione per dimostrarsi all'altezza delle sfide del nostro tempo". Per loro, i motivi addotti per respingere l'odg sono "pretestuosi e contraddittori" e rappresentano l'ennesimo no a un'opera strategica condivisa da categorie economiche come Confindustria e Ance.
"Hanno detto no perché Creti sarebbe 'fuori regione'. Hanno detto no per difendere Fontivegge, dimenticando che la stazione AV sarebbe complementare e non alternativa. Hanno detto no in nome di una sostenibilità improbabile, ignorando i benefici ambientali del trasporto ferroviario veloce rispetto alla gomma". Una bocciatura che, secondo l'opposizione, si somma ad altri no su opere chiave come il Nodo di Perugia e Collestrada, lasciando l'Umbria tagliata fuori dai grandi assi di sviluppo.
La discussione su Creti riporta in primo piano il tema strategico delle infrastrutture e della mobilità in Umbria. La regione, da anni penalizzata da un sistema ferroviario secondario e dalla mancanza di connessioni dirette con le linee AV, rischia ora di perdere un treno decisivo per la sua integrazione economica e sociale nel contesto nazionale.
Se da un lato la prudenza della maggioranza può essere letta come un invito a non compiere scelte affrettate, dall'altro la mancanza di una visione condivisa rischia di rallentare ulteriormente i tempi, allontanando l'obiettivo di una mobilità moderna, sostenibile e interconnessa. E intanto, il tempo stringe: il progetto di Creti ha una sua tempistica già definita e, nel 2029, potrebbe diventare realtà con o senza il sostegno convinto di Perugia.