Dai numerosi casi di cronaca che riportiamo spesso anche da queste pagine, si poteva facilmente intuirne la portata. Oggi, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sono arrivati i dati a darne conferma. In questa data simbolica, mentre ovunque si tengono iniziative di prevenzione e sensibilizzazione, la Procura della Repubblica di Perugia ha lanciato l’allarme diffondendo il report relativo alla violenza di genere nella nostra regione. I numeri parlano chiaro e la situazione che emerge desta preoccupazione. I reati da codice rosso, quelli della violenza contro le donne per intenderci, rappresentano la percentuale più alta del totale dei processi trattati dalla Corte d’appello di Perugia che è competente per tutta l’Umbria. Nel periodo compreso tra il primo luglio 2023 e il 30 giugno 2024 sono stati 136, pari al 13,47% del totale.

Allarme violenza contro le donne in Umbria: oltre 1.200 denunce

L’Ufficio guidato dal Procuratore Generale, Sergio Sottani, ha tracciato un puntuale bilancio del fenomeno della violenza contro le donne nella nostra regione nell’ultimo anno. Il trend ha purtroppo fatto registrare un netto aumento. Il dato generale sulla violenza di genere con reati da “codice rosso”, che in altre parole si traducono con maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori, è di oltre 1.200, contro i 743 dello stesso periodo precedente. Sul triste podio ci sono i maltrattamenti in famiglia che ammontano a 496, seguiti dai reati di stalking, 417 e dai delitti contro la libertà sessuale, 297. Va sottolineato come l’Umbria non rappresenti un caso isolato ma si attesti in linea con il dato nazionale della violenza contro le donne.

Quanto diffuso dalla Procura perugina pesa però molto di più se si considera che soltanto un paio di giorni fa la Camera di Commercio dell’Umbria aveva reso noto come il cuore verde d’Italia sia la seconda regione italiana, la prima è il Piemonte, per molestie sul lavoro contro le donne. Nella nostra regione 33.000 donne, tra i 15 e i 70 anni, hanno subito almeno una molestia sul luogo di lavoro nel corso della loro carriera.

L’impegno della Procura di Perugia nel contrastare un fenomeno odioso e ancora molto diffuso

Nella nota di Sottani si evidenzia il “grande impegno degli uffici requirenti del distretto umbro nel cercare di contrastare il fenomeno” elencando quali e quanti strumenti vengono impiegati in questi casi. “Tempestività nella trattazione dei procedimenti – si legge nel comunicato del Procuratore Generale – e costante monitoraggio delle buone prassi diventano quindi fondamentali per garantire un efficace intervento per questa tipologia di delitti che, oltre ai femminicidi, comprendono i maltrattamenti in famiglia, i reati persecutori come lo stalking, compresi gli abusi psicologici, fisici o sessuali, la maggior parte dei quali si verificano all’interno del contesto familiare e spesso in presenza di minori“.

La Procura perugina ha stretto inoltre una forte sinergia con altri soggetti del territorio impegnati sul fronte, come le altre quattro Procure del distretto, gli enti e le associazioni competenti in materia. Si va dagli incontri periodici sul tema ai protocolli d’intesa. Tra questi il protocollo d’intesa in materia di “comunicazione e trasmissione di atti in materia di violenza di genere e reati contro i minori”; il protocollo d’intesa per la costituzione di una “rete interistituzionale antiviolenza” e il protocollo d’intesa “Libere di essere”.

Già dallo scorso anno la Procura Generale ha emanato per gli uffici requirenti del distretto degli “Orientamenti in materia di violenza di genere” mentre nel 2022 è stato istituito presso la stessa, l’Osservatorio sul linguaggio dei provvedimenti giudiziari. Un punto di riferimento che monitora costantemente l’impiego del linguaggio giuridico che deve essere “adeguato ed idoneo alla materia trattata, privo di connotazioni sessiste, che eviti ogni orpello inutilmente retorico, moralistico e moraleggiante; in definitiva, un linguaggio assolutamente rispettoso dei soggetti coinvolti nelle vicende processuali”.