11 Apr, 2025 - 21:00

ZTL e consegne nella parte alta di Gubbio: la denuncia dell’associazione “Vivere nel centro storico” e le proposte all’Amministrazione

ZTL e consegne nella parte alta di Gubbio: la denuncia dell’associazione “Vivere nel centro storico” e le proposte all’Amministrazione

Nel cuore alto del centro storico, vivere significa spesso scontrarsi con una quotidianità fatta di piccoli grandi ostacoli, tra regolamenti rigidi e servizi inadeguati. A riportare con forza il tema all’attenzione pubblica è ancora una volta l’associazione “Vivere nel centro storico di Gubbio”, che ha denunciato pubblicamente le criticità legate all’accesso dei veicoli per consegne, traslochi e interventi tecnici, chiedendo risposte concrete e proponendo soluzioni operative all’Amministrazione comunale.

Lo scorso 18 febbraio, una delegazione del sodalizio ha incontrato il sindaco Vittorio Fiorucci, presentando una relazione dettagliata su disagi e problematiche annose vissute dai residenti della parte alta della città, zona particolarmente colpita dalla rigida applicazione della ZTL (Zona a Traffico Limitato).

“L’Associazione è un’interfaccia indispensabile e non trascurabile da parte delle amministrazioni comunali”, si legge in una nota diffusa ai cittadini. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto franco e diretto, durante il quale sono state fotografate diverse storture, spesso ignorate da chi non vive quotidianamente nel centro storico.

La consegna dei pacchi: un incubo per i residenti

Il primo problema riguarda le consegne dei pacchi da parte dei corrieri, sempre più frequenti con l’aumento dell’e-commerce. La ZTL è attiva dalle ore 10:00, impedendo il transito di qualsiasi veicolo per consegne durante tutta la giornata. Questo, per chi vive nella parte alta della città, si traduce in un disservizio evidente, spesso frustrante e umiliante.

Nel migliore dei casi, il corriere telefona e si accorda per lasciare il pacco presso un’attività commerciale disponibile. Ma nella maggior parte dei casi, soprattutto con corrieri non locali, il pacco viene riportato alla sede logistica a Città di Castello, costringendo il cittadino a contatti difficili e frustranti, a cambi di indirizzo, e a richiedere l’aiuto di amici o parenti.

Quando il pacco è voluminoso o pesante, il disagio si moltiplica: è necessario organizzarsi con un furgoncino, entrare in centro prima delle 10:00 del mattino, sostenere spese aggiuntive per il recupero e la consegna. Tutto questo nonostante l’utente abbia già pagato per una consegna a domicilio.

Ancora più grave – denuncia l’associazione – è la gestione dei permessi per traslochi e montaggi di mobili. Chi cambia casa o riceve un nuovo arredo (una camera da letto, una cucina, un armadio) deve ottenere un permesso specifico dalla Polizia Municipale per l’accesso e la sosta di un mezzo non autorizzato nella ZTL. Costo: 18 euro, ogni volta.

Un importo che si aggiunge alle spese già sostenute per il trasporto e il montaggio. Una forma di balzello che colpisce unicamente i residenti del centro storico, contribuendo a scoraggiare chi vorrebbe vivere o investire nella parte antica della città. L’Associazione denuncia un’applicazione delle regole rigida, anacronistica e senza la necessaria elasticità per affrontare i bisogni reali.

Nel documento presentato all’Amministrazione, l’associazione parla chiaro: “Il centro storico viene gestito senza alcuna contezza delle situazioni reali, in una schizofrenia ormai ingiustificabile e annosa”. Queste difficoltà, considerate da fuori come dettagli, sono invece fatti concreti che toccano la qualità della vita, colpendo il portafoglio e l’autonomia dei residenti.

L’idea di un centro storico “musealizzato”, chiuso e silenzioso, non è più sostenibile, soprattutto in un tempo in cui si chiede alle città storiche di vivere, produrre economia, attrarre giovani e famiglie. Le norme devono favorire questi obiettivi, non ostacolarli.

Le proposte dell’associazione “Vivere nel centro storico”

Di fronte a un quadro così critico, l’associazione non si limita alla denuncia, ma avanza proposte concrete, basate su esperienze di altri Comuni e già sperimentate con successo in diverse realtà italiane:

  1. Creazione di uno o due punti di raccolta per pacchi nel centro storico
    Spazi identificabili (es. presso strutture comunali, edicole o locali in disuso) dove i corrieri possano depositare i pacchi destinati alla zona ZTL, senza costi aggiuntivi per i cittadini.

  2. Attivazione di un servizio comunale di consegna pacchi nella ZTL
    Un piccolo investimento che potrebbe creare anche nuova occupazione giovanile, impiegando mezzi elettrici leggeri a tre ruote. Modelli simili sono stati adottati con successo in piccoli centri come Spello, Orvieto, Città Alta a Bergamo, dimostrando che è possibile coniugare sostenibilità, lavoro e vivibilità.

  3. Un nuovo regolamento per i mezzi di trasloco e montaggio
    L’associazione propone di consentire l’accesso e la sosta per tutta la durata della giornata lavorativa, con una semplice comunicazione via email ([email protected]) della targa del mezzo. Niente più permessi a pagamento, niente più ostacoli burocratici: solo buon senso e collaborazione.

  4. Creazione di un tavolo permanente di confronto con i residenti
    L’associazione auspica una maggiore continuità nel dialogo con l’Amministrazione, attraverso incontri periodici, non solo quando scoppiano le emergenze. I cittadini che vivono e animano il centro devono diventare interlocutori stabili nella gestione della città.

L’associazione “Vivere nel centro storico” ha già annunciato che tornerà presto a incontrare il sindaco e gli assessori, portando con sé nuove segnalazioni e altre proposte raccolte tra i residenti. L’invito, rivolto a tutta la cittadinanza, è quello di partecipare, contribuire con idee, esperienze, suggerimenti.

“Il centro storico è il cuore della città – si legge nel comunicato – ma un cuore può battere solo se gli si consente di vivere. Le regole devono proteggere, non soffocare. È tempo di cambiare approccio.”

Una questione di equità e visione

Alla base della protesta e delle proposte dell’associazione c’è una rivendicazione di equità. Le difficoltà logistiche e burocratiche non possono ricadere sempre e solo su una parte ristretta della popolazione: quella che ha scelto – o continua con fatica – a vivere nella parte alta di Gubbio, mantenendo viva l’anima più antica della città.

Non si può chiedere di vivere in centro e, al contempo, rendere quella vita difficile, costosa e penalizzante. Le soluzioni ci sono, e non richiedono rivoluzioni: solo ascolto, buon senso e volontà politica.

Gubbio ha l’opportunità di diventare un modello di gestione del centro storico contemporaneo, dove tradizione e modernità, tutela e vivibilità, possano finalmente coesistere.

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Mario Farneti
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