05 Dec, 2025 - 13:30

ZES Umbria, la Provincia di Terni insorge e Assisi si interroga: la guerra delle esclusioni divide il territorio

ZES Umbria, la Provincia di Terni insorge e Assisi si interroga: la guerra delle esclusioni divide il territorio

Non si placa la battaglia sulle mappe dei benefici della Zona Economica Speciale unica in Umbria. Dopo le polemiche sui criteri di selezione, a sparigliare le carte arrivano ora le istituzioni locali. Il Consiglio provinciale di Terni schiera tutte le forze politiche, votando all’unanimità una mozione che dà mandato al presidente Stefano Bandecchi di interloquire per ottenere dalla Regione una revisione dei confini dell’area ammessa ai crediti fiscali. Nel mirino, l’esclusione di interi comprensori come l’Orvietano e la Valnerina. Intanto ad Assisi l’associazione civica “Assisi al Centro” punta il dito contro il silenzio dell’amministrazione comunale, lasciatosi sfuggire l’opportunità ZES senza nemmeno una formale richiesta di riesame. Uno scontro che rischia di rallentare la già complessa partita dello sviluppo economico regionale.

Provincia di Terni, approvata all’unanimità dal Consiglio provinciale una mozione sulle sone ZES

Il voto del Consiglio Provinciale di Terni non è passato inosservato, sia perché è stato unanime, trasversale, sia perché la mozione, presentata dal centrosinistra e illustrata dal capogruppo Marsilio Marinelli, è un atto d’accusa netto contro la “mappatura” regionale della Carta aiuti 2022-2027, che ha lasciato fuori 55 comuni umbri su 92.

Un’esclusione di massa che, secondo i consiglieri, priva della possibilità di attrarre investimenti “la maggior parte della popolazione regionale”. Il testo dà mandato esplicito a Bandecchi di “interloquire con la Presidente della Regione Umbria” per conoscere i criteri che hanno determinato questa “frammentazione” e di “agire ad ogni livello istituzionale” per far ricomprendere l’intero territorio provinciale nelle zone ammissibili agli aiuti di Stato.

Le critiche politiche e il nodo della ripartizione

Il malcontento non è solo geografico, ma anche politico-istituzionale. Il vicepresidente e capogruppo di Forza Italia, Francesco Maria Ferranti, ha portato i numeri a sostegno della tesi dello squilibrio: “Su 37 Comuni ammessi alla Zes, ben 34 sono in provincia di Perugia e solo 3 in quella di Terni, quando invece il criterio di ripartizione doveva essere 2/3 a Perugia e 1/3 a Terni”. Un dato che, a suo avviso, tradisce le premesse e alimenta il sospetto di una discriminazione a danno del ternano, storicamente più colpito da crisi industriali e problemi strutturali.

Sulla stessa linea, ma con toni ancora più duri, l’intervento del presidente Stefano Bandecchi“La scelta è grave e inopportuna perché penalizza fortemente la provincia di Terni”, ha tuonato Bandecchi, aggiungendo: “I problemi del nostro territorio sono notoriamente più gravi di quelli di Perugia. Non è vero che la politica regionale, sia quella precedente di centrodestra che questa attuale di centrosinistra, ha fatto una scelta per l'Umbria, ha fatto una scelta per la provincia di Perugia”. L’attacco si allarga poi alla macchina amministrativa: “C'è infatti una questione che riguarda la dirigenza della Regione, le sue modalità di scelta e il modo di operare, tutte cose sulle quali occorre fare verifiche”.

Assisi e il silenzio che pesa: “Perché il Comune non ha mosso un dito?”

Se a Terni la protesta è istituzionale e compatta, ad Assisi la polemica scoppia dentro le mura cittadine. La scoperta che la città di San Francesco, con il suo indotto turistico miliardario e le sue esigenze di rilancio, sia stata completamente tagliata fuori dalla ZES, ha provocato sconcerto e interrogativi. A sollevarli è il consigliere comunale di Assisi al Centro, Ivano Bocchini, che rivolge una domanda diretta e imbarazzante alla sua amministrazione. “Il punto non è solo perché Assisi sia stata esclusa dalla ZES – dichiara Bocchini ma perché il Comune non ha mosso un dito per chiedere alla Regione una revisione, una integrazione o quantomeno una valutazione tecnica sulla possibilità di includere aree del nostro territorio”.

Dalle verifiche condotte dall’associazione civica, infatti, non risulta alcuna interlocuzione formale avviata dal Comune di Assisi verso la Regione per modificare la mappa proposta. Un silenzio giudicato gravissimo, considerato che la ZES rappresenta uno strumento potente per attrarre imprese, concedere incentivazioni fiscali e creare occupazione, anche in aree periferiche o industriali in difficoltà. Assisi, già alle prese con criticità urbanistiche e infrastrutturali, sembra così aver perso un’occasione senza nemmeno provare a giocarsela.

Norcia, il caso opposto: inclusa nella ZES e avviato il dialogo sociale

A fare da contraltare alle proteste di Terni e allo smarrimento di Assisi, c’è il caso di Norcia. Il comune del cratere sismico 2016, infatti, è tra quelli inclusi nei benefici della Zona Economica Speciale. E proprio a Norcia si è tenuto un incontro che mostra come l’opportunità possa essere colta in un’ottica di concertazione. L’amministrazione comunale, rappresentata dal vicesindaco Antonio Duca e dall’assessore alle Politiche sociali Sabrina Palazzeschi, si è confrontata con i sindacati confederali Cgil e Cisl su un’agenda fitta: bilancio, sanità, scuola, potere d’acquisto delle pensioni.

Open Norcia, al via la Consulta Giovanile a Norcia

In quell’occasione, è stato anche sottolineato il valore positivo dell’inclusione di Norcia nella ZES per lo sviluppo del territorio. “Siamo soddisfatti di questo primo incontro – ha dichiarato il vicesindaco Duca – e vorremmo tenerne di periodici, in futuro”. Un approccio che l’assessore Palazzeschi ha legato alla particolare condizione post-sisma: “Veniamo da un periodo molto intenso dal punto di vista emotivo e sociale, quindi la fragilità non è soltanto economica ma anche psicologica. A maggior ragione occorre massima attenzione”.

Mentre a Norcia si prova a costruire, il resto dell’Umbria è dunque diviso tra chi protesta per essere stato escluso e chi deve spiegare perché non ha nemmeno tentato di entrare. La partita sulla ZES unica, che dovrebbe essere un volano per lo sviluppo, rischia di trasformarsi in un conflitto territoriale e istituzionale, dove a farla da padrone sono le lamentele per le esclusioni e le opacità nei criteri di selezione. La palla passa ora alla Regione Umbria, chiamata a dare risposte chiare e a ricucire uno strappo che mina la coesione e la fiducia nel progetto.

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Federico Zacaglioni
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