Quella della ricerca sulla zanzara antimalaria, che il professor Andrea Crisanti sta conducendo nel laboratorio di genomica di Terni, è diventata una storia virale per novax e complottisti. A scatenare i teorici del complotto internazionale la diffusione di uno studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata pubblicato su “PubMed“. Un paper che due giorni fa ha annunciato il ritrovamento in Puglia della anopheles sacharovi, la zanzara responsabile della diffusione della malaria, dopo 50 anni di assenza dall’Italia.
Basta farsi un giro su Facebook, su X o su Threads e fare una ricerca a tema, per imbattersi in centinaia di post che associano il laboratorio ternano alla ricomparsa della zanzara.
Ma perché, all’improvviso è scoppiata questa bolla mediatica, frutto di una correlazione priva di prove scientifiche?
La ragione è tutta nel fatto che tra i finanziatori della ricerca di Crisanti, microbiologo, divulgatore scientifico, virostar nel periodo Covid e oggi parlamentare del PD, c’è anche Bill Gates. Attraverso la Melinda and Bill Gates Foundation, il magnate americano fondatore di Microsoft stanziò 50 milioni di dollari per sostenere la ricerca del professore italiano. Che allora operava presso l’Imperial College di Londra.

La zanzara antimalaria di Terni e la dissonanza cognitiva del mondo complottista

Crisanti approdò a Terni intorno al 2007. A Palazzo Spada c’era l’amministrazione comunale di Paolo Raffaelli, che aveva intenzione di sviluppare una branch biotecnologica del polo universitario ternano. Ma il massimo che si riuscì ad ottenere dall’Università di Perugia fu un laboratorio sulle biotech. Nella sede di Medicina del Polo scientifico e didattico dell’Università di Perugia, aprirono infatti i nuovi laboratori del Polo d’innovazione Genomica, Genetica e Biologia nell’ambito del progetto internazionale Target Malaria. Un progetto finanziato proprio da Bill Gates e signora, di cui fanno parte alcuni dei più prestigiosi centri di ricerca internazionali. Tra cui anche il Polo GGB con il laboratorio di confinamento ecologico a Terni e con i laboratori di genomica e bioinformatica a Siena.
Allora non c’era stato ancora il Covid. Non c’era stata la parata dei virologi in tv. Bill Gates non si era espresso per il vaccino obbligatorio. E quel laboratorio era considerato un fiore all’occhiello della ricerca italiana. Tanto che arrivò in città anche Piero Angela, col suo Superquark, per girare un servizio che si trova ancora su Youtube, nel canale del Polo di genomica ternano.

Oggi, invece, a distanza di ben cinque anni da quella serata tv di grande successo, il mondo complottista riparte con la dissonanza cognitiva legata al rapporto Gates-Crisanti. E Terni diventa trend topic sui social per una sperimentazione che va avanti da oltre un decennio.

I post sulla zanzara antimalaria danno la colpa al laboratorio ternano, ma la ricerca non c’entra

La storia somiglia a quella di Ilaria Capua, la ricercatrice accusata di essere una “trafficante di virus“. Già, perché il mondo complottista si accontenta della correlazione. C’è un laboratorio che opera sui fattori genetici legati alla trasmissione della malaria da parte delle zanzare e quindi il virus ritrovato in Italia viene da lì. Ma in realtà non c’è un nesso di causalità dietro questa storia. Anzi, lo studio è fatto proprio per debellare la malattia, nei paesi nei quali c’è ancora una forte diffusione causata dall’anofele.

A testimoniare come la vicenda sia stata montata ci sono proprio i post di complottisti e novax, che chiamano in causa il laboratorio di genomica ternano. Dicono quasi tutti che la ricerca è cominciata un anno fa. In realtà, il laboratorio fu aperto intorno al 2011, poi incardinato nel Polo d’innovazione Genomica, Genetica e Biologia e raddoppiato nel 2018. Addirittura, l’anno scorso si rischiò chiusura e trasferimento, per via di tensioni tra gli enti coinvolti sul rinnovo dei contratti di affitto della struttura.
Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’università del Salento, ha cercato di spiegare che, alla base del ritorno della zanzara anofele in Italia, ci sarebbero “cambiamenti climatici, modificazioni dell’ambiente e incidenza dell’arrivo di persone dai paesi più a rischio“. E che per ora, nonostante sia giusto monitorare la situazione, non ci sono allarmi. Ma per novax e complottisti è più facile dare la colpa al laboratorio ternano.