I segnali vanno sempre colti e ascoltati, poi ognuno ovviamente va per la sua “strada”. La scarsissima affluenza alle urne, registrata in questa tornata elettorale Umbria ed Emilia Romagna, come nel mese scorso in Liguria, “è un campanello d’allarme che la politica deve saper cogliere”. Lo ha detto Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, in occasione di un evento a Genova.

“Se abbiamo tanti cittadini che non partecipano al momento clou della vita politica, perché l’unico momento in cui un cittadino effettivamente ha la possibilità di incidere è quando va a dare il suo voto -ha sottolineato- significa che c’è un disinteresse verso la politica. Noi dobbiamo ritornare a fare politica nel senso nobile del termine, che significa saper dialogare e saper ascoltare”.

Zangrillo: “Ascoltare le istanze dei territori per una giusta politica”

Per Zangrillo questo è “uno degli impegni, una delle responsabilità e dei doveri che deve avere un politico. Anche nel mio ruolo di ministro, mi occupo moltissimo dei dei territori. Cerco di essere il più possibile a contatto con le amministrazioni territoriali, proprio perché se vogliamo fare una politica giusta, dobbiamo essere capaci di ascoltare le istanze dei territori. Poi, alla fine, quello che devono fare i ministeri centrali è proporre delle soluzioni per i cittadini e per le imprese, ma l’unico modo per farlo è quello di essere capaci di dialogare e di ascoltare”. Inoltre, secondo Zangrillo, “oggi probabilmente abbiamo un po’ perso questa capacità e cittadini ci stanno dicendo che sono sempre meno interessati a quello che raccontiamo loro. Quindi, occorre ritornare a dialogare con i cittadini”.

In Liguria ha vinto l’astensionismo

Un mese fa in Liguria il vincitore assoluto è stato l’astensionismo. Solamente infatti il 45,9% degli aventi diritto è andato a votare. Un calo del 7% rispetto alle regionali scorse. Meno di un cittadino su due è andato a votare, generando clamorosamente una ferita al cuore della democrazia.

In Umbria ha votato poco più del 50%

I dati ufficiali dicono che l’affluenza in Umbria è stata sopra al 50 per cento, al 52,3 per la precisione, alla chiusura delle urne. Un dato molto più basso della precedente consultazione quando fu del 64,69. Emerge dai dati definitivi sul sito del ministero dell’Interno. Entrambe le province hanno comunque superato la soglia della metà degli aventi diritto che si sono recati alle urne. In quella di Perugia il dato è stato del 53,02 (65,02 nel 2019) e del 50,16 nella provincia di Terni (62,73). Anche in Emilia Romagna c’è stato un netto calo: l’affluenza è stata infatti del 46,42%. Alle precedenti regionali il dato si era attestato al 67,27%.

Chi è Paolo Zangrillo

Paolo Zangrillo è il Ministro della Pubblica amministrazione del Governo Meloni. Si è laureato in Giurisprudenza nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano e inizia la sua carriera aziendale nello stesso anno presso la Magneti Marelli. In questa importante multinazionale ricoprirà posizioni di vertice nell’ambito delle risorse umane dal 1992 al 2005.

Nel corso della sua carriera ha rivestito incarichi manageriali HR presso Teksid (Gruppo Fiat), Fiat Powertrain Technologies (poi Fiat Chrysler), come vice presidente, e IVECO.

Nel 2011 è diventato direttore Personale e Organizzazione di Acea, ricomprendo l’incarico fino al 2017. Eletto con Forza Italia alla Camera dei deputati nel 2018, è stato membro della Commissione Lavoro nella XVIII legislatura, ricoprendo l’incarico di Capogruppo del partito.

Dal 2018 è Commissario regionale di Forza Italia in Piemonte e pro tempore in Valle d’Aosta. Eletto con Forza Italia al Senato della Repubblica alle politiche 2022 nel collegio uninominale Piemonte 04 (Alessandria). Il 22 ottobre 2022 presta giuramento davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e diviene ministro per la Pubblica amministrazione nel governo Meloni.