05 Nov, 2025 - 18:00

Wonderlast Festival sotto attacco: Giordano Babucci replica alle critiche e avverte “Se continua così, lasceremo Gubbio”

Wonderlast Festival sotto attacco: Giordano Babucci replica alle critiche e avverte “Se continua così, lasceremo Gubbio”

“Bugie e cattiverie gratuite rischiano di far perdere alla città il suo evento musicale più importante”

 

Il Wonderlast Festival, l’evento musicale che negli ultimi anni ha portato migliaia di giovani e famiglie a Gubbio, è finito al centro di nuove critiche infondate e dicerie.
A denunciare pubblicamente la situazione è stato il fondatore e organizzatore Giordano Babucci, che in un lungo post su Facebook ha espresso amarezza e delusione per un clima di “bugie gratuite e cattiverie ingiustificate” che, a suo dire, rischiano di minare il futuro stesso della manifestazione.

Le accuse “di seconda mano” e il rischio per l’edizione 2026

Tutto nasce da un incontro tra Babucci e l’amministratore delegato di una grande azienda del territorio, al quale l’organizzatore si era rivolto per cercare sostegno economico.
“Ci ha ascoltato con attenzione e gentilezza – racconta Babucci – “ma ci ha fatto capire che non rispettiamo i valori della loro azienda. Gli era stato riferito che a Wonderlast girano cose ‘strane’, che è un ambiente pericoloso, quasi un rave illegale senza regole.”

Parole che hanno profondamente ferito l’organizzatore: “Quella persona non era mai stata al festival, e si è basata solo su voci esterne. È assurdo dover difendere la reputazione di un evento che è sempre stato sicuro, pulito e familiare.

La delusione è tanta, al punto che Babucci ammette: L’edizione 2026 è già a rischio. Stiamo facendo di tutto per renderla possibile, ma a volte mi chiedo se ne valga la pena.”

Un evento privato, autofinanziato e da record

Il fondatore di Wonderlast chiarisce anche un punto fondamentale: “Wonderlast è un evento autofinanziato da tre soci privati. Gli sponsor coprono appena un sesto dell’investimento totale. Il rischio di impresa è altissimo, ma lo facciamo per passione e amore per la città.”

I numeri, del resto, parlano da soli:

  • 9.000 presenze in due giorni, con visitatori provenienti da 18 regioni italiane su 20;

  • Hotel quasi sold out in tutto il territorio eugubino;

  • Ristoratori e albergatori che ringraziano per aver riempito un periodo altrimenti “morto” come il mese di luglio;

  • Servizi televisivi su Italia 1, Canale 5, partnership con RTL 102.5, Cola Cola tra gli sponsor principali e menzioni su riviste nazionali di settore.

“E ancora c’è chi sostiene che Wonderlast non porti benefici a Gubbio? Siamo seri?” – chiosa Babucci.

“Non è un rave, è una festa sicura per famiglie”

Uno dei punti più contestati, secondo le voci circolanti, riguarda la presunta mancanza di sicurezza. Ma Babucci respinge con forza l’accusa:
Fa della sicurezza e dell’ambiente sereno e familiare il suo credo principale. Non è strano trovare un bambino di sei anni con il nonno o genitori con i figli. Durante l’edizione con Mr. Rain il pubblico era pieno di famiglie.”

L’organizzazione, aggiunge, impiega un numero di addetti alla sicurezza superiore a quello previsto dalla legge e collabora attivamente con le forze dell’ordine locali:
“Abbiamo lavorato con la sicurezza privata e con i Carabinieri di Gubbio per garantire tranquillità. Siamo stati uno dei pochi festival ad aver individuato e fatto arrestare chi aveva commesso piccoli furti. Le risse sono praticamente pari a zero.”

Sul fronte della prevenzione: “Siamo sempre stati schierati contro l’uso di droghe, collaborando con associazioni del territorio che si occupano di dipendenze e disagio giovanile.”

Il problema delle “cattiverie e invidie gratuite”

Nel suo intervento, Babucci va oltre la difesa personale e tocca un tema più profondo: “Ogni cosa che inizia a funzionare attira invidie e cattiverie gratuite. Non capisco il senso di tutto questo, visto che parliamo di un evento privato, non di fondi pubblici.”

E ancora: Una bugia detta tante volte rischia di diventare verità. Mi trovo costretto a giustificare cose inventate su un evento che ha reso Gubbio un punto di riferimento nel panorama dei piccoli festival italiani.”

Il rischio di un addio e il precedente di Don Matteo

Il malumore, se non verrà placato, potrebbe avere conseguenze concrete: “Siamo pieni di offerte da Roma, Siena, Cattolica e da altre città che hanno capito il potenziale di Wonderlast. Ma abbiamo sempre voluto restare qui, nella nostra Gubbio.”

Tuttavia, lo stesso Babucci ammette che la pazienza non è infinita: “Se Wonderlast dovesse lasciare Gubbio, siamo sicuri che poi non verrebbe rimpianto?

Una prospettiva che richiama altri precedenti: la serie televisiva “Don Matteo”, che ha lasciato la città dopo anni di successi mediatici, e lo Spartan Race, parzialmente spostato altrove. Due esempi che dimostrano quanto facilmente Gubbio possa perdere manifestazioni di rilievo quando manca un sostegno convinto.

“Non costringeteci ad andare via”

Il post di Babucci si chiude con un appello accorato:
“Mi auguro di cuore di non essere mai costretto a portare altrove ciò che abbiamo costruito con passione. Abbiamo dimostrato che una squadra di eugubini può organizzare un grande evento. Perché distruggere tutto con voci inventate?”

E poi una domanda che resta sospesa, rivolta idealmente alla città:
“Vale davvero la pena perdere tutto questo per colpa di qualche cattiveria?”

Una iniziativa da difendere

Il Wonderlast Festival non è solo un appuntamento musicale: è un motore economico e identitario per Gubbio.
Ma ora, tra maldicenze e disinformazione, rischia di diventare un nuovo capitolo della cronaca locale sulle occasioni mancate.

Sostenere la cultura – anche quella giovane e moderna – significa sostenere la città.
E forse, come suggerisce Babucci, è arrivato il momento di scegliere da che parte stare: con chi costruisce o con chi distrugge.

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Mario Farneti
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