Il colpo pesante subito alle comunali di Gubbio dello scorso giugno ha lasciato un vuoto di leadership e ha innescato un momento di riflessione e riorganizzazione all’interno centrosinistra. In questo contesto, la preparazione per le elezioni regionali umbre del 17 novembre diventa particolarmente complicata, con figure storiche come Filippo Mario Stirati e Leonardo Nafissi che si trovano ad affrontare veti interni e tensioni politiche che potrebbero spingerli a ritirarsi dalla competizione.
Filippo Mario Stirati, ex sindaco di Gubbio, e Leonardo Nafissi, figura di spicco del progetto civico “Città Futura”, sono stati indicati come principali responsabili della sconfitta elettorale che ha permesso a Vittorio Fiorucci di conquistare la poltrona di primo cittadino. Questa percezione negativa nei confronti dei due politici non è limitata solo alla base eugubina, ma sembra riflettersi anche a livello regionale, dove sono emersi veti nei loro confronti da parte di alcuni settori del Partito Democratico (PD) e delle altre forze di sinistra.
L’associazione di Stirati e Nafissi con la sconfitta elettorale ha creato una situazione in cui diventa difficile, se non impossibile, per loro presentarsi come candidati credibili per le elezioni regionali. La loro presenza sulla scena, infatti, rischia di alimentare ulteriormente le divisioni interne alla sinistra, che già soffre di una mancanza di unità e di visione strategica insieme con un preoccupante vuoto di leadership.
Cicci e Minelli potrebbero colmare il vuoto di leadership nell’ambito del centrosinistra a Gubbio
In risposta alle difficoltà incontrate da Stirati e Nafissi, all’interno della sinistra eugubina si stanno affacciando nuove figure. Tra queste emergono i nomi di Jacopo Cicci e Simona Minelli, due giovani politici già noti nel panorama politico locale.
Jacopo Cicci, classe 1987, è stato il leader delle preferenze alle elezioni comunali di giugno, raccogliendo ben 493 voti nella lista “Città Futura”. Simona Minelli, classe 1988, ex assessore comunale devota alla linea politica di Stirati, è stata eletta in consiglio comunale come unica rappresentante della lista, nonostante Alessia Tasso, candidata sindaco, non abbia ottenuto il successo sperato.
La possibile candidatura di Cicci e Minelli rappresenta, per alcuni, una ventata di rinnovamento in un campo politico che fatica a ritrovare slancio. Tuttavia, c’è chi guarda con scetticismo a questa ipotesi, sostenendo che i due giovani non possano essere considerati del tutto estranei alla sconfitta del centrosinistra alle comunali. Entrambi erano infatti parte integrante di quel progetto politico che non è riuscito a convincere l’elettorato, e la loro eventuale candidatura alle regionali potrebbe non essere sufficiente a superare le divisioni interne.
La sinistra non deve solo scegliere nuovi candidati ma aanche rinnovare la propria identità politica
La vera sfida che la sinistra eugubina si trova ad affrontare non è solo quella di scegliere dei nuovi candidati, ma anche di rinnovare profondamente la propria identità politica. La crisi attuale è il risultato di anni di mancato rinnovamento, di divisioni interne e di una crescente disaffezione degli elettori verso una classe politica percepita come distante dai problemi reali della città. Dopo la sconfitta di giugno, è chiaro che la sinistra eugubina non può più permettersi di ripetere gli errori del passato.
In questo contesto, la richiesta di “responsabilità e generosità” da parte degli elettori, espressa dai vertici del PD eugubino, rischia di cadere nel vuoto. Gli elettori potrebbero non sentirsi disposti a sostenere una coalizione che, ai loro occhi, non ha ancora fatto i conti con le sue divisioni interne e con il fallimento del proprio progetto politico. La sinistra eugubina sembra ancora lontana dal trovare un vero accordo interno che possa portare a una candidatura condivisa e capace di rappresentare un reale rinnovamento.
La mancanza di un candidato unitario del centrosinistra rappresenta per Gubbio segnale allarmante
La crisi della sinistra eugubina si inserisce in un contesto regionale altrettanto complicato. A livello umbro, il centrosinistra sta cercando di costruire una coalizione attorno alla candidatura di Stefania Proietti, sindaco di Assisi, per sfidare la destra alle regionali di novembre. Tuttavia, anche qui le divisioni interne sono profonde, e l’incapacità di trovare una sintesi tra le diverse anime della coalizione rischia di compromettere la campagna elettorale.
Per Gubbio, la mancanza di un candidato unitario per le regionali rappresenta un segnale allarmante, segno di un vuoto di leadership. Dopo aver perso il controllo della città, il rischio è che la sinistra eugubina perda anche la possibilità di avere una rappresentanza in consiglio regionale. Questo scenario potrebbe avere conseguenze negative a lungo termine, non solo per il centrosinistra, ma anche per la città stessa, che rischia di essere esclusa dai tavoli decisionali regionali.
Non va sottovalutato il fatto che le elezioni regionali rappresentano anche un’opportunità per molti politici locali di accedere a una posizione ben retribuita. Il ruolo di consigliere regionale offre uno stipendio di circa 9.300 euro lordi al mese, una cifra che per molti giovani politici rappresenta una svolta di vita. Questo elemento economico non può essere ignorato, soprattutto in un contesto in cui la politica spesso diventa una delle poche vie per ottenere un impiego stabile e ben pagato. Tuttavia, affidare le sorti del centrosinistra a candidature mosse principalmente da motivazioni economiche potrebbe rivelarsi un boomerang, allontanando ulteriormente gli elettori già disillusi.