A causa del maltempo volano i coppi dal tetto della Basilica di Sant’Ubaldo. Fortunatamente in quel momento non c’erano né turisti né pellegrini in visita al tempio nel quale sono conservate le spoglie del Santo Patrono di Gubbio Sant’Ubaldo.
Avvertiti dell’inconveniente sono subito intervenuti i Vigili del Fuoco del Comando di Gubbio che hanno messo i sigilli e hanno chiuso il santuario.
Il tetto della Basilica versa in condizioni precarie già da molto tempo e necessita di immediati interventi di risanamento, anche dopo i recenti episodi di maltempo durante i quali il vento ha fatto saltare intere sezioni del tetto i cui coppi sono precipitati sul selciato.
Volano i coppi dal tetto già danneggiato
Col passare del tempo le condizioni del fabbricato a causa dele infiltrazioni d’acqua potrebbero deteriorarsi in maniera grave e il luogo di culto potrebbe diventare sempre più pericoloso per le persone. La chiusura riguarda anche l’emiciclo del teatro costruito di recente a fianco della basilica che diventa inagibile a causa della caduta dei coppi.
Tra l’altro la Basilica non è proprietà della Diocesi ma del Comune e i lavori di restauro cadrebbero tra gli obblighi della Pubblica Amministrazione che appare tuttavia latitante. E nonostante l’allarme sia suonato già da qualche anno, nulla si è mosso su quel fronte. La Diocesi di Gubbio ha cercato una mediazione col Comune ma invano e nel frattempo la situazione si è aggravata e questi ultimi crolli sono un preoccupante campanello di allarme. È ormai evidente che la situazione sia giunta a un punto di rottura che potrebbe portare a conseguenze via via più gravi con il perdurare dell’abbandono e con l’allargarsi dei varchi che si aprono sul tetto.
La Basilica è proprietà del Comune che non interviene
Sembrerebbe doveroso per un’amministrazione pubblica aver cura del luogo dove viene conservato il corpo incorrotto di un Santo, così importante da essere raffigurato tra le statue sul colonnato del Bernini nella Basilica di San Pietro a Roma.
In ogni caso, finora le segnalazioni dei religiosi sono cadute nel vuoto, in un incomprensibile immobilismo da parte dell’Amministrazione Comunale nei confronti di un luogo importante per tradizione per qualsiasi cittadino di Gubbio. È proprio su certi interventi che si misura la capacitò operativa di un’Amministrazione o peggio l’incapacità…
Sembra che nonostante l’apertura di una trattativa tra Diocesi e Comune, quest’ultimo appaia sordo agli appelli accorati anche da parte dei fedeli.
Molti sono sorpresi dal fatto che non si pensi a mettere in sicurezza un luogo tanto amato dagli eugubini proprio per la presenza delle spoglie del Santo Patrono altri rimproverano al Comune di non essere intervenuto subito appena la situazione si è fatta precaria.
Tra l’altro la chiusura dell’emiciclo impedisce anche l’accesso dei turisti al parco che sorge a fianco della Basilica.
I Ceri si avvicinano mentre volano i coppi
E maggio si sta avvicinando, con la Festa dei Ceri che incombe e che vede nella Basilica la meta ultima della corsa. Sarà possibile eseguire le girate intorno al pozzo in sicurezza o ci saranno impedimenti che la vieteranno? I mesi che chi attendono sono anche caratterizzati da acquazzoni improvvisi e da raffiche di vento potenti che potrebbero aggravare la situazione con ulteriori cadute della ricopertura del tetto.
La Basilica sorge al posto di una preesistente piccola chiesa dedicata a Sant’Ubaldo e sulla pieve di San Gervasio e Protasio. I lavori iniziarono nel 1513, con il sostegno delle duchesse di Urbino, Elisabetta ed Eleonora Gonzaga, e di papa Giulio II. La chiesa fu affidata ai Canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense, ordine a cui era appartenuto il Santo Protettore.
Dal 1786 la basilica fu retta da padri passionisti, fino alle soppressioni napoleoniche, e in seguito dai frati minori riformati; dal 2013 fino al 6 gennaio 2020 due sacerdoti diocesani hanno custodito la basilica. Dal 6 gennaio 2020 dopo 234 anni, per volere del Vescovo di Gubbio Luciano Paolucci Bedini, sono ritornati i Canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense. Essi formano unico “Capitolo” con i Confratelli canonici regolari di San Secondo in Gubbio.