Il successo di Vittoria Ferdinandi a Perugia sta già diventando una specie di case history, un caso di studio per entomologi della politica. Gli ingredianti ci sono tutti. Una sfida per la poltrona di sindaco tra due donne, una di destra (la sconfitta Margherita Scoccia) e una di sinistra. E poi il successo del campo largo, che in Umbria fin qui aveva sempre sbattuto contro la diffidenza degli elettori (soprattutto i moderati) e contro l’unità di un centrodestra che sembrava col vento in poppa. E ancora, una campagna elettorale molto combattuta e con qualche colpo basso, ma giocata anche sulla comunicazione sofisticata degli spin doctor. Infine, il profilo personale della nuova sindaca del capoluogo regionale. La storia delle sue esperienze e la sua empatia, che hanno contribuito a farle permeare i territori del voto fluido e a mobilitare chi, in passato, non aveva ceduto alla polarizzazione elettorale.
Insomma, una storia da raccontare, quella delle ultime elezioni amministrative di Perugia. Che ora sembra diventata un metro di valutazione, uno standard, un benchmark, come dicono i sondaggisti, per capire quello che potrebbe succedere alle prossime regionali.
Vittoria Ferdinandi e la corsa per Perugia partita al ristorante inclusivo Numero Zero
Ferdinandi ama lo storytelling. Ha detto e ripetuto più volte di aver sognato la mamma che le diceva di accettare la candidatura per “portare Perugia al mare“. Un sogno che si è trasformato in realtà. Anche se da adesso in poi, il racconto si dovrà spostare sul terreno dei fatti e delle azioni, più che su quello dei desideri per la città.
Ma la nuova sindaca sui sogni è abituata a lavorare, tanto che – come spiegano molti – la sua proposta valoriale più che nel sonno è nata con un’esperienza. Quella del ristorante inclusivo Numero Zero, dove la psicologa clinica prestata alla politica operava come Direttrice e punto di riferimento per quel 50% dei dipendenti composto da pazienti psichiatrici. Di giorno il ristorante è un centro di assistenza psichiatrica, la sera diventa punto di aggregazione e coesione sociale. Per permettere persone affette da disturbi del neurosviluppo come autismo, disturbo bipolare, depressione maggiore di mettersi in gioco e lavorare a contatti con gli altri.
Questa esperienza le è valsa la nomina a Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana da parte del presidente Mattarella. Un’esperienza che ha segnato l’inizio “politico” di Ferdinandi: un luogo dove capire gli altri, ascoltarli e parlare la loro lingua. Quale palestra migliore per diventare la candidata da portare in trionfo a Palazzo dei Priori?
La sfida tra donne, anteprima di nuovi confronti: qualche colpo basso e poi la pace in nome della città
Le prime 24 ore dopo la vittoria, la sindaca Ferdinandi (la prima donna alla guida di Perugia) le ha usate anche per mandare qualche messaggio agli avversari. “Scoccia non si è complimentata – aveva detto nelle ore immediatamente seguenti allo spoglio -. Sono stata attaccata personalmente, con una campagna elettorale surreale e irresponsabile“.
Oggi le cronache locali raccontano di una riappacificazione dopo i veleni. La telefonata è arrivata ieri sera intorno alle 18 e ha contribuito a distendere i toni. Anche perché sennò le due contendenti avrebbero smentito il luogo comune che un confronto al femminile è sempre più gentile e meno muscolare di uno tra maschietti. In realtà anche qui le botte se le sono date di santa ragione. Come ricorda ad esempio il quotidiano di sinistra Il Manifesto, citando le magliette con la foto di “Dada” Ferdinandi circondata da bambini e davanti la scritta “giù le mani dai bambini”. Un’iniziativa – spiega il quotidiano – dell’ex vicesindaco di Boccali, Nilo Arcudi, passato poi al centrodestra e adesso alfiere del “no gender” nelle scuole.
La scelta degli spin doctor: hanno portato Ferdinandi in tour sul pullman con cui la Roma ha festeggiato la Conference League
Infine la scelta degli spin doctor. A guidare la campagna di Ferdinandi sono stati i due animatori della LIevito Consulting, la società fondata da Lorenzo Nicodemo (l’uomo delle slide di Renzi) e da Flavio Alivernini, vicinissimo consigliere della Schlein. Una strana coppia con il cuore ai lati opposti della sinistra. Nella copnsiderazione dei DEM del nuovo corso hanno sostituito Quorum, la società di Pregliasco e Diamanti che aveva gestito la fase pre-Schlein. I due si schermiscono quando gli viene data la paternità delle idee vincenti della campagna di Ferdinandi, che tra primo e secondo turno è diventata da outsider a vincente. Dicono che il merito è della candidata e che loro hanno contribuito con un po’ di idee e di capacità organizzativa.
Alla fine, però, tutti ricordano il tour della nuova sindaca sul pullman scoperto, a battere il territorio perugino – esteso e con molte frazioni, palmo a palmo. Una curiosità: era lo stesso mezzo scoperto a due piani su cui la Roma ha festeggiato la Conference League di Mourinho. Un presagio vincente, ma anche un monito: le promesse di grandeur vanno mantenute.
Ora tocca a Vittoria.