Il Perugia esce con l’amaro in bocca dal match casalingo contro la Vis Pesaro, sconfitto per 1-0 a tempo scaduto dal gol di Raychev. Un colpo durissimo per i biancorossi, che vedono sfumare punti preziosi proprio nel finale di gara. Dopo ventisei giornate di campionato, la squadra umbra continua a non trovare una propria identità e le risposte tanto attese dai tifosi non sono mai arrivate.
Se in un primo momento le critiche erano tutte rivolte all’ex tecnico Alessandro Formisano, il cambio in panchina con l’arrivo di Lamberto Zauli non ha prodotto l’effetto sperato. In un calcio in cui spesso le colpe vengono attribuite unicamente agli allenatori, si tende a dimenticare che in campo scendono i giocatori: ed è proprio qui che si evidenzia il vero problema del Perugia. La squadra sembra priva della necessaria forza mentale per competere in una piazza esigente e passionale come quella perugina.
Un Perugia inconsistente si fa beffare a tempo scaduto dalla Vis Pesaro
Attualmente il Perugia occupa la quattordicesima posizione in classifica con 29 punti, una media di poco più di un punto a partita. Decisamente troppo poco per una squadra che ha un passato glorioso tra Serie A, competizioni europee e Serie B. I tifosi, consapevoli della transizione societaria avvenuta a inizio stagione, non avevano certo pretese di promozione immediata, ma neanche si aspettavano un rendimento così deludente.
Ciò che allarma maggiormente è la totale assenza di grinta e senso di appartenenza da parte di alcuni giocatori. La partita contro la Vis Pesaro, attuale quarta forza del campionato, ha mostrato ancora una volta un Perugia molle, capace di produrre pochissime occasioni da gol e che nel secondo tempo è apparsa nervosa e poco lucida.
Gli infortuni possono essere un alibi, ma la formazione scesa in campo contro i marchigiani era comunque superiore, almeno sulla carta, a molte delle squadre che attualmente occupano posizioni migliori in classifica. Nel calcio, si possono discutere tattiche e strategie, ma se mancano fame e cattiveria agonistica, tutto il resto diventa secondario.
La situazione si complica ulteriormente con il Campobasso, che, in caso di vittoria nel suo prossimo match, potrebbe scavalcare il Grifo portandosi a 30 punti. Ma il vero pericolo arriva dalla zona play-out: se la Spal dovesse vincere sul campo della capolista Entella, si avvicinerebbe pericolosamente a sole due lunghezze dal Perugia. Una prospettiva che fa tremare tifosi e ambiente.
La nuova proprietà e un progetto ancora incompleto
Nonostante il momento difficile, va riconosciuto che la nuova proprietà, guidata dal presidente Javier Faroni, non ha avuto il tempo necessario per incidere sul progetto tecnico. L’acquisto del club è avvenuto a settembre, a mercato già chiuso, con una rosa ereditata dalla precedente gestione di Massimiliano Santopadre.
A gennaio, il direttore generale Mauro Meluso e il direttore sportivo Jacopo Giugliarelli hanno operato principalmente in uscita, per ridurre il numero e i costi della rosa. Sul fronte acquisti, il mercato invernale è notoriamente complicato, ma il Perugia è comunque riuscito a piazzare colpi interessanti.
L’arrivo di Davide Riccardi dal Novara sembrava poter rinforzare la difesa, ma la sfortuna ha colpito ancora con il difensore che, dopo appena tre presenze, ha subito la lesione del menisco. A centrocampo, gli innesti di Jeremie Broh e Joselito hanno ampliato le rotazioni a disposizione di Zauli. Il vero colpo è stato Mamadou Kanoute, esterno d’attacco prelevato dal Trapani, che però, reduce da un infortunio, non è ancora sceso in campo.
Sulla carta, la rosa biancorossa vanta giocatori di qualità come Cisco, Dell’Orco, Mezzoni, Angella e Giraudo (solo per citarne alcuni), ma manca la componente più importante: la mentalità vincente. Il problema non è solo tecnico, ma anche psicologico. La squadra fatica a reagire nei momenti decisivi, e il pubblico lo ha capito, tanto che il “Curi” si sta svuotando partita dopo partita.
Serve una svolta immediata
Il Perugia si trova a un bivio: continuare su questa strada e rischiare di essere risucchiato nella lotta per non retrocedere, oppure invertire la rotta e dimostrare di essere all’altezza del blasone che rappresenta. La squadra ha bisogno di ritrovare carattere e determinazione, due elementi imprescindibili per uscire da questa situazione. Zauli dovrà lavorare non solo sulla tattica, ma soprattutto sulla testa dei giocatori. La stagione rischia di prendere una piega molto pericolosa, e il tempo per reagire inizia a scarseggiare.
Le chiacchiere e gli alibi non bastano più: servono risultati, e servono subito.