17 Jun, 2025 - 18:40

Violenza nelle carceri umbre e agente aggredito, Barcaioli: “Sistema in affanno, serve un intervento dello Stato”

Violenza nelle carceri umbre e agente aggredito, Barcaioli: “Sistema in affanno, serve un intervento dello Stato”

La scintilla è scattata in due istituti penitenziari, Terni e Spoleto, mala miccia accesa corre più in profondità: il sistema penitenziario umbro mostra crepe ormai troppo larghe per essere ignorate. Un agente ferito, due episodi distinti di violenza, e la sensazione - questa volta nitida - che non si tratti più di casi isolati ma dell’effetto prevedibile di un equilibrio saltato.
“Situazione insostenibile”, dichiara Fabio Barcaioli, assessore al Welfare della Regione Umbria, che non si limita alla solidarietà istituzionale, ma chiama in causa lo Stato: “Servono strutture adeguate, più personale e una visione di sistema. La sicurezza non può reggersi sull’emergenza permanente”.

Barcaioli: “Serve personale, servono strutture. Così non si può più andare avanti”

I fatti recenti non sono che l’ultimo campanello d’allarme di un disagio che, secondo Barcaioli, attraversa ormai l’intera rete penitenziaria regionale.“Questi fatti drammatici mettono in luce una situazione insostenibile per quanto riguarda le condizioni strutturali e organizzative degli istituti penitenziari umbri”, ha dichiarato l’assessore, esprimendo solidarietà all’agente ferito.

Non si tratta, però, solo di sicurezza. A pesare sono anche le condizioni materiali degli istituti e la scarsità cronica di personale. “Senza un adeguato incremento di organico e senza strutture funzionali - ha proseguito - è molto difficile garantire sicurezza e qualità della vita, per gli agenti, per i detenuti e per il personale”. Un quadro dove i progetti rieducativi, pure in crescita, faticano a decollare per mancanza di supporto.

"Il decreto sicurezza peggiora il sovraffollamento. E il Prap Serve subito"

Nel mirino di Barcaioli finisce anche il recente decreto sicurezza, accusato di inasprire le pene senza rafforzare il personale, con il risultato di aggravare la pressione sulle carceri umbre. “La politica repressiva porta a un aumento del sovraffollamento carcerario e al peggioramento delle condizioni di detenzione. Il personale non viene potenziato, e questo alimenta tensione e disagio”.

L’assessore torna poi a chiedere la riattivazione del Prap, il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, smantellato da tempo. La sua assenza si fa sentire. “Un presidio di questo tipo consentirebbe una gestione più efficiente dei flussi detentivi e un raccordo più diretto con le esigenze delle strutture umbre, rendendo possibile un’azione preventiva piuttosto che emergenziale”.

Progetti formativi per il reinserimento: il caso Amadè a Terni

Nonostante tutto, l’assessorato regionale porta avanti alcune iniziative significative, con l’intento di creare all’interno delle carceri un clima più umano e orientato alla rieducazione. A Terni, ad esempio, è stato avviato il progetto “Amadè”, realizzato in collaborazione con il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti. L’obiettivo è chiaro: rafforzare i percorsi formativi integrando scuola esterna e detenzione.

“Il progetto integra i percorsi formativi interni con quelli della scuola esterna, offrendo strumenti per la reintegrazione sociale attraverso l’istruzione e la formazione professionale”, ha spiegato Barcaioli. Una via concreta per restituire dignità, ma che da sola non basta.

“Il carcere sia luogo di senso e reintegrazione. Non una discarica sociale”

Nel concludere, l’assessore alza ulteriormente il livello dell’analisi, rivendicando un approccio sistemico: “Il carcere deve diventare sempre più uno spazio dove ricostruire senso, competenze e dignità”. Un impegno che, dice, l’Umbria è pronta a sostenere, ma solo se le istituzioni nazionali faranno la loro parte.

Con laviolenza che torna ad affacciarsi dentro le celle, l’intervento di Barcaioli segna un punto politico rilevante: l’Umbria alza la voce non per una contingenza, ma per chiedere una riforma profonda del sistema penitenziario. Di fronte all’ennesimo agente ferito, la domanda non è più “come gestire”, ma “come cambiare”.

FNS CISL: “Sottorganico cronico e sovraffollamento insostenibile: stop ai trasferimenti dalla Toscana”

Sugli episodi avvenuti nelle carceri di Terni e Spoleto, interviene anche la Fns Cisl Umbria, che oltre a manifestare solidarietà al personale coinvolto, rilancia l’allarme sulle criticità strutturali degli istituti penitenziari regionali.
“In Umbria - afferma il segretario generale aggiunto Fns Cisl Umbria Riccardo Laureti- si registra un problema ancora irrisolto di sottorganico del personale nelle quattro strutture penitenziarie della regione: Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto”. Una carenza che, secondo il sindacato, si somma a un sovraffollamento ormai fuori controllo: “Solo nel carcere di Terni - spiega - si contano circa 180 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare”.

La Fns Cisl chiede quindi un cambio di rotta immediato, in particolare sulla gestione dei flussi interregionali: “Ribadiamo che sia necessario porre un freno e bloccare subito le assegnazioni dei detenuti di media sicurezza provenienti dalla Toscana verso l’Umbria.
Laureti conclude esprimendo vicinanza agli agenti aggrediti e invocando provvedimenti urgenti: “Il nostro auspicio è che i protagonisti delle proteste vengano trasferiti immediatamente dalle strutture di Terni e Spoleto”.

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Federico Zacaglioni
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