Presto in Italia si potrà ufficialmente produrre vino senza alcol. La bozza del nuovo decreto è stata illustrata ieri dal ministro per l’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Una notizia accolta con soddisfazione dal mondo enologico perché il vino a ridotto o nullo tenore alcolico rappresenta un’importante opportunità di crescita per l’intero settore verso nuovi mercati. Tra i presenti di ieri al Masaf, c’era anche Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, che ha approfondito l’argomento con l’Ansa regionale.
Vino dealcolato, Cotarella: “Dovranno esserci regole precise”
Cotarella è una voce estremamente autorevole in materia. Nel suo scambio con l’Ansa dell’Umbria ha voluto soffermarsi da un lato sulle possibilità commerciali che si apriranno grazie al vino senza alcol, dall’altro sulla necessità di una precisa regolamentazione dei nuovi prodotti.
“Il mondo del vino è chiamato a esplorare nuovi mercati, tra cui quelli che richiedono una dealcolizzazione totale o parziale del prodotto” ha detto. Ma lo sguardo è vigile, perché, soprattutto in questa fase “preparatoria” è bene che vengano chiarite le specifiche dei futuri vini italiani dealcolati. “Ci dovranno essere regole e norme molto chiare come sarà specificato nel decreto e come ha assicurato lo stesso ministro Lollobrigida che ancora una volta si è mostrato sensibile alle esigenze del vino italiano” ha aggiunto.
Mantenere ben distinti i dealcolati dai vini tradizionali
Fondamentale per Cotarella, mantenere una chiara distinzione tra nuovi vini alcol free e vini alcolici. “I dealcolati non dovranno, in nessun modo, essere confusi con i vini tradizionali che, anzi, dovranno ancor più essere tutelati e promossi a livello nazionale e internazionale“. Il presidente di Assoenologi è quindi tornato a parlare del mercato dove è in corso “una profonda trasformazione, che impone di rivedere le linee commerciali delle aziende“.
Il vino senza alcol è una delle tendenze emerse recentemente da parte dei consumatori. Una richiesta che nel mondo dei produttori viene valutata con attenzione e a cui si cerca di dare risposte concrete. Ma non è l’unica. “Negli ultimi mesi – ha evidenziato Cotarella – stiamo assistendo anche ad altre scelte che inducono a pensare che qualcosa stia realmente cambiando nell’approccio al consumo di vino“.
Vino alcol free: una nuova sfida tra tradizione e futuro della filiera
Il vino dealcolato rappresenta una nuova sfida per l’intero comparto enologico. Un settore che negli anni ha puntato a valorizzare le eccellenze rispondendo con resilienza di fronte a ogni criticità, anche davanti al cambiamento climatico.
“Come enologi e produttori siamo chiamati ad analizzare con attenzione questi nuovi trend – ha detto ancora Cotarella – e dobbiamo essere anche pronti a soddisfare le richieste del mercato, ma senza snaturarci. Nella mia ormai lunga esperienza di mode e tendenze varie ne ho viste parecchie, ma alla fine ha sempre prevalso la qualità dei vini e sarà così anche questa volta“.
Cotarella: “Vincerà la qualità del vino anche questa volta”
Il presidente di Assoenologi su questo punto non ha alcun dubbio. Anche nel vino senza alcol sarà la qualità del Made in Italy a fare la differenza. E il mercato potrebbe rispondere molto positivamente, soprattutto “in quelle aree del mondo dove non si consuma vino tradizionale per varie ragioni, tra cui religiose“.
Il pensiero dell’enologo e imprenditore va alla possibilità, fin troppo facile, di “rimpiazzare” la mancanza del tasso alcolico con qualcos’altro, come gli additivi chimici. Dannosi sotto ogni aspetto, dalla qualità al gusto. Aspetti sui quali il Ministero dell’Agricoltura è chiamato a intervenire fermamente per far sì che un’opportunità non si trasformi in pessima pubblicità.
“Produciamo pure vini alcol free – ha concluso Cotarella -, ma facciamolo con grande attenzione e professionalità, così da evitare da mandare sulle tavole del mondo spremute d’uva zuccherate e di pessimo gusto“.