L'edizione 2025 del Vinitaly, inaugurata a Verona, si presenta come un’importante occasione di riflessione per il settore vitivinicolo italiano, segnato da sfide economiche e politiche sempre più complesse. In questo contesto turbolento, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, ha voluto lanciare un messaggio di speranza e resilienza, sottolineando la necessità di mantenere la fiducia di fronte a quella che definisce una "tempesta perfetta" che minaccia l'industria del vino. Intervistato da ANSA a margine della giornata inaugurale, Cotarella ha evidenziato le difficoltà, ma ha anche espresso un messaggio di ottimismo per il futuro del settore.
"Questo è il Vinitaly dell'esame e della speranza. La situazione non è bellissima, siamo in una sorta di tempesta perfetta, ma non perdiamo la fiducia", ha dichiarato l'enologo umbro. Le sue parole non solo descrivono la realtà di un settore in crisi, ma evidenziano anche la straordinaria capacità di resilienza del vino italiano, che, secondo Cotarella, è in grado di superare qualsiasi ostacolo. "Il vino italiano è più forte di tutto ciò che vi è contro: è la nostra storia, la nostra bandiera, un simbolo del Paese", ha aggiunto, sottolineando l’importanza del prodotto vinicolo non solo per l'economia, ma come pilastro fondamentale dell'identità culturale e nazionale dell'Italia.
Nel suo intervento, Cotarella ha parlato di una serie di problematiche che stanno mettendo a dura prova il comparto, ben oltre le tematiche legate ai dazi imposti sui vini italiani negli Stati Uniti. "Non è solo una questione di dazi", ha spiegato. "Ma anche del rapporto tra vino e salute, del nuovo codice della strada, di una certa stampa che sembra divertirsi a screditare il settore". Si tratta di un quadro complesso, che include fattori normativi, sociali e anche culturali, che minacciano la reputazione del vino italiano e la sua stabilità sul mercato globale.
Nonostante le difficoltà, Cotarella ha voluto rassicurare i produttori italiani, garantendo che Assoenologi è al loro fianco in questo difficile momento. "Ci siamo e siamo certi che riusciremo a uscire da questo momento complicato", ha dichiarato, il presidente di Assoenologi.
Uno dei temi più scottanti che ha dominato i dibattiti di questa edizione del Vinitaly è stato quello dei dazi statunitensi, che hanno colpito duramente il mercato del vino italiano. Cotarella non ha nascosto la preoccupazione per l’aumento dei costi per i consumatori e i distributori di vino italiano. "È chiaro che avranno un'influenza, perché aumentano i costi per chi acquista il vino italiano", ha affermato l'enologo umbro.
Nonostante queste difficoltà, Cotarella ha manifestato una forte fiducia nella capacità del vino italiano di mantenere la propria posizione di leadership sul mercato internazionale, anche in un contesto commerciale tanto turbolento. "Ma resto fiducioso: il nostro vino non è facilmente sostituibile con quello messicano, argentino o sudafricano".
Il presidente di Assoenologi ha voluto ricordare l'importanza storica del vino italiano per il mercato statunitense. "Siamo la storia del vino", ha detto Cotarella, evidenziando come il legame tra gli Stati Uniti e l'agroalimentare italiano sia profondo e radicato nella cultura. "Questo legame profondo che gli americani hanno con l'agroalimentare italiano non si cancella con una tassa", ha affermato.
Secondo Cotarella, sebbene la paura di un impatto negativo sia naturale, gli Stati Uniti non possono ignorare le implicazioni politiche e sociali di una misura che risulterebbe impopolare sia per i consumatori americani che per gli stessi produttori italiani. "È naturale che oggi ci sia un po' paura, ma credo anche che gli americani non siano così inconsapevoli da non rendersi conto che una misura simile sarebbe impopolare, per loro e per noi", ha concluso, manifestando una certa fiducia nell'intelligenza e nella sensibilità del mercato statunitense.
Un altro tema di estrema importanza trattato da Cotarella è quello dei vini dealcolati e a bassa gradazione, sempre più richiesti dal mercato. "Il vino è il vino", ha affermato, puntualizzando che i prodotti dealcolati non possono essere considerati veri e propri vini in senso stretto. Tuttavia, ha riconosciuto che questi prodotti rappresentano un’opportunità per i produttori, rispondendo a una domanda crescente, in particolare da parte dei consumatori più giovani e attenti alla salute.
"Siamo pronti a rispondere a questa nuova tendenza, ma senza mai rinunciare alla nostra identità", ha sottolineato Cotarella. "Se questi prodotti possono rappresentare un'opportunità per i produttori, noi ci saremo. Dovranno essere fatti bene, anzi il meno cattivi possibile, perché anche in quel segmento va garantita qualità".
Cotarella ha concluso il suo intervento ribadendo che, pur rispondendo alle nuove esigenze del mercato, l'industria vinicola italiana non rinuncerà mai alle alle proprie radici. "Il vino deve essere aggiornato, tecnologicamente e commercialmente", ha detto, indicando come l'innovazione e l'adattamento alle richieste dei consumatori siano necessari per rimanere competitivi, ma senza compromettere mai la qualità e la tradizione. "Se il mercato chiede anche queste nuove tipologie, noi risponderemo con serietà, ma senza mai rinunciare alla nostra identità".