Villa Fassia, un incantevole esempio di architettura e paesaggismo alle porte di Gubbio, ha riacquistato il suo antico splendore grazie a un ambizioso progetto di restauro. Questo intervento, reso possibile dall’attuale proprietà con il supporto di quasi 400mila euro di fondi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), ha riportato alla luce il fascino storico del giardino e della struttura, da tempo segnati dal degrado.
Il parco di Villa Fassia, progettato nel 1937 dal celebre paesaggista Pietro Porcinai, rappresenta una delle prime opere di grande rilievo di questo maestro del verde italiano. Porcinai, allora ventisettenne, fu incaricato dal principe Mario Ruspoli, proprietario della villa, di creare un giardino che fosse in perfetta sintonia con l’architettura della residenza. La visione di Porcinai si concretizzò in un giardino concepito come una sequenza di “stanze” all’aperto, delimitate da siepi di bosso e alberi, con un’apertura verso il paesaggio circostante che invitava alla contemplazione e alla serenità.
La filosofia progettuale del giovane paesaggista si basava sull’idea di integrazione tra natura e architettura, e questo approccio visionario fece di Villa Fassia un esempio unico. Le stanze verdi, progettate con precisione geometrica, erano arricchite da dettagli come pergolati, giochi d’acqua e panchine, offrendo un equilibrio tra eleganza e funzionalità.
Villa Fassia ha accolto nel corso de XX secolo personalità di spicco della storia e della cultura
Villa Fassia ha accolto nel corso del XX secolo figure di spicco della storia e della cultura italiana. Tra i suoi ospiti si ricordano Enrico Mattei, visionario fondatore dell’ENI, il celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini e la nipote Emanuela Castelbarco, nonché Don Carlo Gnocchi, che celebrò nella cappella della villa il matrimonio tra Elena Mancini Griffoli e Carlo Felice Musini nel 1955. Questa storia di incontri illustri e momenti significativi ha conferito alla villa un’aura di prestigio e significato culturale.
La proprietà della villa passò negli anni successivi all’industriale milanese Senatore Borletti, noto per il suo contributo all’industria tessile e alla cultura. Ancora oggi, gli eredi della famiglia Borletti custodiscono questo tesoro architettonico e paesaggistico, mantenendo viva la sua memoria storica.
Il recente restauro ha rappresentato un impegno significativo, concentrandosi non solo sulla componente vegetale ma anche su elementi architettonici che il tempo aveva compromesso. Tra questi, la grande scalinata che collega il viale d’accesso alla villa, completamente recuperata dalla vegetazione che l’aveva avvolta, e le siepi e gli alberi che delineano le stanze verdi del giardino.
Come sottolineato da Carla Schiaffelli, responsabile del progetto, i lavori sono stati eseguiti quasi interamente da imprese locali di Gubbio, che hanno affrontato il compito con passione e competenza. Questo approccio non solo ha valorizzato le competenze del territorio, ma ha anche creato un forte legame tra la comunità locale e il recupero di un patrimonio comune.
Il restauro reso possibile dai fondi stanziati dal Pnrr
Il contributo del Pnrr ha giocato un ruolo fondamentale, non solo finanziando il progetto ma anche vincolandolo a un principio fondamentale: l’accessibilità. Il parco restaurato sarà aperto al pubblico, offrendo a residenti e visitatori la possibilità di esplorare e apprezzare questo capolavoro di architettura del paesaggio.
Villa Fassia non è solo un simbolo della storia locale, ma anche un’opportunità per il turismo culturale e ambientale. La sua posizione strategica, facilmente raggiungibile dalla strada Eugubina per chi arriva da Perugia, la rende una meta ideale per chi desidera scoprire l’armonia tra architettura, paesaggio e storia.
La villa e il suo giardino rappresentano una risorsa preziosa per Gubbio, arricchendo l’offerta culturale della città e favorendo un turismo sostenibile. Con il restauro, il parco diventa un luogo dove è possibile immergersi nella bellezza e nella quiete, esplorando il passato con uno sguardo al futuro.
La figura di Pietro Porcinai rimane centrale nella narrazione di Villa Fassia. Considerato uno dei più grandi paesaggisti del XX secolo, Porcinai ha lasciato un’impronta indelebile nel design dei giardini italiani. Il lavoro svolto a Villa Fassia, una delle sue prime creazioni di rilievo, testimonia la sua capacità di fondere estetica e funzionalità in un linguaggio paesaggistico unico.
Il restauro del giardino non è solo un tributo al talento di Porcinai, ma anche un esempio di come il recupero del patrimonio storico possa creare valore per il territorio. Attraverso la conservazione e la valorizzazione di luoghi come Villa Fassia, si costruisce un ponte tra passato e futuro, rendendo la storia accessibile e rilevante.