Carmelo Palo, vicesindaco di Itala (Sicilia) e assistente capo presso il carcere di Giarre, è stato arrestato lo scorso 3 ottobre ad Assisi. Le circostanze dell’arresto sono particolari così come anche il luogo dove è avvenuto il fatto. Palo, infatti, si trovava in pellegrinaggio per le celebrazioni di San Francesco, patrono d’Italia, un evento che attira ogni anno numerose delegazioni da tutto il Paese.

Palo, insieme a rappresentanti istituzionali siciliani, faceva parte della delegazione che aveva il compito di consegnare l’olio destinato alla lampada votiva di San Francesco. Questa tradizione simbolica, che vede ogni anno una diversa regione italiana come protagonista, ha avuto quest’anno la Sicilia come rappresentante. E Palo come personaggio di spicco all’evento.

L’arresto ha sorpreso i presenti, poiché è avvenuto proprio durante le celebrazioni della vigilia, il 3 ottobre. In quell’occasione, l’attenzione era rivolta al valore spirituale e simbolico dell’evento, e questo ha reso ancora più inatteso l’intervento delle forze dell’ordine. Palo è stato condotto nel carcere di Capanne, a Perugia, dove è attualmente detenuto in attesa di chiarimenti sulle accuse che lo riguardano.

Vicesindaco in arresto, accuse di corruzione aggravata e presunti legami con la mafia

Il vicesindaco di Itala, che oltre al ruolo politico ricopre la funzione di poliziotto carcerario presso l’istituto penitenziario di Giarre, è accusato di corruzione aggravata dall’aver agevolato la mafia. Secondo quanto riportato da la “Gazzetta del Sud”, l’accusa principale riguarda favori che Palo avrebbe concesso a un detenuto. Questa persona porterebbe il nome di Antonio Di Grazia, 43 anni, rinchiuso nel carcere di Giarre. Di Grazia, figlio di Orazio, è considerato dagli inquirenti come il capo della famiglia mafiosa Laudani, attiva nel quartiere Picanello di Catania.

Le ipotesi investigative puntano su presunti atti di corruzione che avrebbero avvantaggiato Di Grazia all’interno della struttura carceraria, in cambio di benefici personali. La sua posizione è gravissima, in quanto avrebbe utilizzato la sua carica pubblica per agevolare un’organizzazione mafiosa.

L’arresto di Carmelo Palo è stato disposto dalla Procura di Catania, che da tempo aveva avviato un’indagine sui legami tra esponenti del carcere di Giarre e ambienti mafiosi. A dare esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare è stata la squadra mobile di Perugia, che si è occupata di fermare Palo direttamente ad Assisi. La complessità dell’operazione ha richiesto un’azione coordinata tra le forze dell’ordine umbre e siciliane.

La reazione inaspettata del sindaco di Itala

L’arresto di Carmelo Palo ha inevitabilmente scosso l’amministrazione comunale di Itala, un piccolo paese siciliano dove la carica pubblica del vicesindaco rappresenta un punto di riferimento per la comunità. Il sindaco, Daniele Laudini, si è trovato a dover prendere una decisione difficile, dettata dalla necessità di mantenere stabilità e continuità nell’amministrazione. Per questo, ha deciso di revocare l’incarico a Palo, spiegando che tale scelta è stata fatta per garantire “serenità e operatività” al lavoro della giunta comunale. Laudini ha preferito non entrare nel merito delle accuse, probabilmente per evitare di alimentare ulteriori polemiche o speculazioni, ma ha comunque voluto sottolineare la sua stima personale per il vicesindaco sospeso.

Le parole del sindaco dipingono un ritratto ben preciso di Palo, definito “un ragazzo speciale, umile, onesto, laborioso, premuroso e sempre, sempre disponibile con tutti”.

Dall’altro lato, sul fronte legale, l’avvocato difensore di Carmelo Palo, Salvatore Vitale, ha immediatamente cercato di tracciare una linea di difesa solida, puntando su un aspetto: l’estraneità del suo assistito alle accuse mosse dalla Procura di Catania. Vitale, contattato dal “Corriere dell’Umbria”, ha espresso piena fiducia nella capacità di Palo di dimostrare la sua innocenza. “Non vi è dubbio che il signor Palo riuscirà a dimostrare la propria estraneità ai fatti, soprattutto in ordine alla asserita vicinanza a gruppi mafiosi locali”, ha dichiarato Vitale.