Per anni, Gubbio è stata conosciuta in tutta Italia come la pittoresca cittadina medievale che faceva da sfondo alle vicende di Don Matteo, la celebre serie televisiva con Terence Hill e Nino Frassica.

Ogni settimana, il parroco-investigatore risolveva un caso di omicidio, regalando al pubblico un mix di mistero e buonumore. Tuttavia, ciò che faceva sorridere gli eugubini era il contrasto tra la fiction e la realtà: a quel tempo, la città era un luogo tranquillo, quasi immune da fatti di cronaca nera.

L’immagine di Gubbio trasmessa dalla serie televisiva era quella di un luogo idilliaco, caratterizzato da vicoli acciottolati, piazze solenni e un’atmosfera sospesa nel tempo. Un contesto perfetto per ambientare una fiction in cui il crimine esisteva solo come espediente narrativo e dove la giustizia trionfava sempre, nel giro di un episodio.

La figura di Don Matteo, con il suo sorriso rassicurante e la sua bicicletta inconfondibile, rappresentava un punto di riferimento per la comunità, sia nella finzione sia nella percezione collettiva. Il maresciallo Cecchini, con il suo umorismo bonario, contribuiva a rendere le vicende leggere, trasmettendo l’idea di un ambiente in cui il crimine non era mai qualcosa di veramente minaccioso, ma piuttosto un enigma da risolvere con arguzia e un pizzico di fortuna.

Questo racconto televisivo ha avuto un impatto significativo sull’immagine della città, contribuendo ad accrescerne la notorietà e a richiamare un turismo basato proprio sulla curiosità di vedere dal vivo i luoghi della serie. Gubbio ha goduto per anni di una sorta di aura protettiva, in cui la criminalità sembrava essere solo un lontano spettro, quasi estraneo alla quotidianità locale. La città ha vissuto un periodo in cui la sicurezza era un dato di fatto, una condizione così naturale da sembrare immutabile.

Le vicende di Don Matteo stanno diventando realtà? Un’ondata di reati sta investendo Gubbio

Tuttavia, soprattutto dopo l’apertura della superstrada di Valfabbrica, Gubbio ha smesso di essere un’isola remota. Questa nuova via di comunicazione ha portato indubbi vantaggi economici e logistici, ma ha anche aperto le porte a una criminalità che prima non sfiorava la città. Furti, atti vandalici e truffe sono ormai all’ordine del giorno, e la percezione di sicurezza dei cittadini è cambiata drasticamente.

Uno degli episodi della cronaca più recente si è verificato nella notte tra il 26 e il 27 gennaio presso il centro commerciale “Prato”, in via Beniamino Ubaldi. I ladri, approfittando della quiete notturna, hanno forzato una delle porte di accesso alle scale condominiali per poi entrare in un ufficio, dove hanno rubato 700 euro in contanti dal fondo cassa. Non soddisfatti, hanno tentato di forzare anche un secondo ufficio, ma il sistema di allarme li ha messi in fuga. L’episodio è stato denunciato ai Carabinieri, che stanno conducendo le indagini del caso.

Le ultime notizie di cronaca fanno registrare una escalation sul fronte della microcriminalità

La stessa notte, due abitazioni private tra via Bruno Buozzi e via Beniamino Ubaldi sono state prese di mira dai malviventi, che hanno sottratto denaro e gioielli. Solo due giorni dopo, il 29 gennaio, un altro colpo ha scosso la comunità: due uomini distinti, uno calvo e basso, l’altro alto e moro, sono entrati in un negozio specializzato in capi in pelle e cashmere in via della Repubblica. Con un’abile strategia, i due hanno distratto la titolare, una donna eugubina di 60 anni, e sono riusciti a rubare ben 18 capi di cashmere dal valore di migliaia di euro. Non appena scoperto il furto, la proprietaria ha avvertito i Carabinieri, che hanno immediatamente avviato le indagini.

Ma i casi non si fermano qui. Il 30 gennaio, una mattinata apparentemente tranquilla si è trasformata in un evento movimentato in via Madonna di Mezzo Piano. Davanti al bar tabaccheria Il Quadrifoglio, una signora anziana è caduta a terra, riportando un taglio alla fronte e altre contusioni. Inizialmente si pensava a un incidente casuale, ma la visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza ha rivelato una verità ben più inquietante: la donna era stata urtata due volte da un’auto in transito, il cui conducente aveva poi parcheggiato poco distante. La signora, tuttavia, non ha sporto denuncia, lasciando il caso in un limbo giuridico.

Questi episodi segnano un cambiamento radicale per Gubbio. Una città che per anni ha vissuto nella sicurezza e nella tranquillità, quasi fuori dal tempo, si trova ora a dover affrontare le sfide della modernità. Mentre un tempo si sorrideva delle improbabili indagini di Don Matteo, oggi gli eugubini si trovano a confrontarsi con una realtà ben diversa.

Necessaria sicurezza, prevenzione e una nuova consapevolezza

L’aumento della criminalità ha messo in evidenza alcune criticità: i sistemi di sicurezza degli esercizi commerciali e delle abitazioni non sembrano adeguati alla nuova situazione, e il coordinamento tra cittadini e forze dell’ordine deve essere rafforzato. La paura di una città che cambia rischia di alterare anche la quotidianità dei suoi abitanti, costretti a rivedere le loro abitudini e a prendere maggiori precauzioni.

Ma Gubbio non è solo vittima di questa trasformazione. La città ha una forte identità e una comunità “rocciosa”, che saprà affrontare anche questa nuova sfida. Se la finzione televisiva ha reso famosa la cittadina medievale in tutta Italia, ora è il momento di scrivere una nuova pagina della sua storia, fatta di sicurezza, prevenzione e consapevolezza. E forse, in futuro, si potrà tornare a sorridere delle vicende di Don Matteo senza il peso della realtà quotidiana.