Viale della Rimembranza è una delle vie più significative di Gubbio perché è il viale che ricorda 400 tra i caduti eugubini della Grande Guerra. Infatti gli alberi che lo ornano rammentano tramite una targhetta di ottone ognuno un militare caduto. Affinché il ricordo venga mantenuto nel tempo, il Rotary Club di Gubbio ha donato di recente al Comune di Gubbio un progetto di rilevamento e classificazione delle alberature di Viale della Rimembranza.

Ricorda il Presidente del Rotary Massimo Angeli che “nel giugno del 2003 c’è stata l’inaugurazione della scultura in bronzo opera dell’artista eugubino Nello Bocci, poi all’inizio dell’estate del 2021 a seguito di un progetto presentato a Comune e Soprintendenza si è predisposto un primo reintegro delle piante attualmente mancanti con la messa a dimora di due piante di leccio donate dal distretto Rotary 2090 con il Governatore Gioacchino Minelli”.

Viale della Rimembranza, rilevamento e classificazione delle alberature

Lo stesso Governatore Minelli ha spiegato che “nell’ambito dell’iniziativa City Angels è stato effettuato il rilevamento e la classificazione delle alberature del viale. Questo ha messo a disposizione borse lavoro e assegnate a 16 giovani tra i 17 e i 20 anni ma anche a tutta la città una carta in formato GIS che consente di avere una rappresentazione grafica sullo stato di conservazione delle alberature e delle targhette intitolate ai caduti”.

“Ogni albero ricorda a ciascuno di noi cosa è successo ai nostri antenati negli anni della Grande Guerra – ha dichiarato il sindaco Stiratie ancor più ci ricorda che quella guerra, così come qualsiasi altra guerra, è una barbarie, sempre, un atto di follia efferata che nasce dall’idea malsana dell’imposizione di principi terrificanti, che vanno sotto il nome di violenza, prevaricazione, soprusi. Il tema della memoria – ha concluso il sindaco – è fondamentale per rigenerare le nazioni, specie in un momento in cui le lancette della storia sembrano essere tornate indietro, in Europa e non solo”.

Gli eugubini nelle Grande Guerra

Nel 1915, nell’imminenza delle ostilità anche Gubbio, come tutta l’Italia, vide partire in massa i suoi giovani. Tanti eugubini e tanti umbri furono arruolati nelle file del 51° Reggimento Fanteria, che aveva la propria sede a Perugia. Insieme al 52°, di sede a Spoleto, formava la Brigata Alpi, erede dei “Cacciatori delle Alpi” di garibaldina memoria e che aveva il proprio comando a Perugia.

La “Alpi” fino alla fine di ottobre 1917 combatté duramente lungo tutto il fronte che va dal Col di Lana alla Marmolada, insieme ad altre Brigate come la “Torino”, la “Reggio”, la “Calabria” oltre al “3° reggimento Bersaglieri”. Ed anche in queste unità vi erano diversi soldati eugubini, per cui la presenza di soldati di Gubbio su quel tratto di fronte era elevata. Le operazioni belliche sul Col di Lana non iniziarono immediatamente, bensì oltre 40 giorni dopo la dichiarazione di guerra del 23 maggio 1915.

Gli storici riferiscono che il primo colpo di fucile avvenne il 7 luglio, ma subito si scatenò un vero e proprio inferno di fuoco. L’Esercito italiano tentava con attacchi disperati di avvicinarsi alla vetta, puntando alla conquista dei tre capisaldi che rappresentavano il culmine dei tre costoni (di Salesei, di Agai e di Castello) della montagna ma già al termine dell’offensiva di luglio-agosto la valle tra i costoni di Salesei e di Agai era diventata il “Vallone della Morte”. Basti ricordare che il 19 luglio in un solo attacco su questo vallone, un battaglione (che sappiamo essere formato da mille soldati) del 52° fanteria perse, tra morti e feriti, più di cinquecento dei suoi uomini.

La Corsa dei Ceri sul Col di Lana

L’esercito italiano comunque, a costo di gravosissime perdite, riuscì a conquistare, verso la fine di ottobre del 1915, quei capisaldi (Panettone, Cappello di Napoleone e Fortino Austriaco) posti in cima ai tre rispettivi costoni (di Salesei, di Agai e di Castello) facendo un passo avanti verso la cima, dove gli austriaci posero l’ultima difesa della montagna.

Fu in questi luoghi che il 51° reggimento di Fanteria, composto da molti eugubini e umbri, organizzò nel 1917 la Festa dei Ceri, che i soldati i Ceraioli di Gubbio in Grigioverde costruirono e traportarono in corsa sulle proprie spalle. Ma di questa storia, che si è prolungata fino ai nostri giorni, parleremo in una prossima occasione