Dal 9 al 13 aprile, la città di Perugia è stata protagonista di un evento che ha segnato un nuovo capitolo nella storia della comunicazione globale: la 19ª edizione del Festival Internazionale del Giornalismo. Un’edizione definita dagli stessi organizzatori come "straordinaria, la più partecipata di sempre", che ha visto la partecipazione di quasi 600 speaker provenienti da ogni angolo del mondo e oltre 200 eventi. Un'occasione unica per riflettere e confrontarsi su alcuni dei temi più urgenti e rilevanti che oggi caratterizzano la nostra società.
"Un'edizione tra le più dense di speaker di alto profilo, tra Nobel, Oscar, Pulitzer, figure autorevoli e iconiche del nostro tempo", hanno dichiarato soddisfatti Arianna Ciccone e Christopher Potter, i fondatori di #Ijf. La manifestazione ha infatti riunito alcune delle personalità più influenti del panorama internazionale, permettendo ai partecipanti di ascoltare testimonianze dirette e approfondimenti da chi, ogni giorno, è in prima linea nel mondo dell'informazione.
L'ampia e variegata gamma di speaker ha reso il Festival una piattaforma ideale per il confronto tra esperti di settori vari e complementari, dal giornalismo all’attivismo, dalla ricerca accademica all’innovazione tecnologica. Con una partecipazione sempre più globale, l’edizione del 2025 ha coinvolto giornalisti, scienziati, scrittori e attivisti, creando un ambiente dinamico e fertile per l'analisi delle sfide globali che oggi ci riguardano tutti.
"Abbiamo già ricevuto proposte di panel da speaker e nuove offerte da sponsor per il prossimo anno, che segnerà un traguardo storico: la 20ª edizione", hanno aggiunto Ciccone e Potter. Il grande successo dell’edizione 2025 ha posto le basi per un’edizione ancora più ambiziosa, che nel 2026 celebrerà un importante anniversario per il Festival. L'interesse crescente da parte di sponsor e partecipanti, infatti, conferma l’importanza crescente dell’evento a livello internazionale.
La 20ª edizione sarà l’occasione per fare un bilancio sul cammino percorso, ma anche per interrogarsi sul futuro dell’informazione in un’epoca segnata da sfide sempre più complesse "In un momento in cui disinformazione e propaganda arrivano anche dai vertici del potere - sottolinea Ciccone - il giornalismo è una forma di resistenza vitale. Ascoltare le voci che in ogni parte del mondo raccontano come si sopravvive a questi attacchi alla democrazia, è necessario e urgente". Un messaggio forte, già filo conduttore dell’edizione di quest'anno, che nel ventesimo anniversario del Festival assumerà un valore ancora più emblematico e universale.
Gli speaker intervenuti all’edizione 2025 del Festival Internazionale del Giornalismo provenivano da ogni angolo del pianeta: dall’Occidente all’Oriente, dall’America alla Cina, dall’Australia alla Palestina, dall’Ucraina al Canada, passando per Siria, Afghanistan, Europa e mondo arabo. "Hanno ritrovato a Perugia il loro punto d'incontro e da qui è partito un messaggio potente di fiducia, coraggio, resistenza", hanno sottolineato gli organizzatori.
Questo incontro tra voci e storie, pur segnate da profonde divergenze geografiche e politiche, ha assunto un valore simbolico di straordinaria forza, riaffermando un principio fondamentale: la verità e la libertà di stampa non sono negoziabili, neanche nelle condizioni più ostili.
Le discussioni emerse nel corso dei panel hanno acceso i riflettori sulle sfide quotidiane affrontate da giornalisti e attivisti che operano in contesti di guerra o in Paesi dove la libertà di espressione è sistematicamente repressa. Il Festival si è così affermato non solo come uno spazio di analisi e dialogo, ma come un gesto concreto di vicinanza e sostegno nei confronti di chi, ogni giorno, mette a rischio la propria vita pur di difendere il diritto alla verità.
Durante i cinque giorni del Festival, si è articolato un fitto programma di incontri che ha affrontato temi di estrema attualità e cruciale rilevanza per il presente e il futuro dell’informazione. Tra gli argomenti centrali, ampio spazio è stato riservato ai conflitti armati e alle crisi geopolitiche internazionali, con particolare attenzione al progressivo indebolimento del diritto internazionale e alle difficoltà crescenti che i giornalisti incontrano nel raccontare le guerre e le zone di crisi.
Il giornalismo sotto attacco è stato un altro tema cruciale: si è discusso delle minacce sempre più pervasive alla libertà di stampa, dalla censura sistematica alle aggressioni fisiche e psicologiche ai danni dei reporter.
Ampio spazio è stato dedicato anche all’impatto dell’intelligenza artificiale sul futuro dell’informazione, con analisi sul modo in cui le nuove tecnologie stanno trasformando le pratiche giornalistiche, sollevando interrogativi etici, deontologici e culturali sulla produzione e fruizione dell’informazione nell’era digitale.
Altro nodo cruciale emerso nei panel è stato il collasso dell’ecosistema informativo, osservato attraverso la lente del dilagare della disinformazione, delle fake news e della perdita di fiducia da parte dell’opinione pubblica nei confronti dei media tradizionali.
Non meno centrale, infine, è stata la crisi climatica, una delle tematiche più attuali e sensibili del nostro tempo. I dibattiti hanno evidenziato il ruolo cruciale del giornalismo nella promozione di una consapevolezza ambientale condivisa, capace di orientare il dibattito pubblico e incidere in modo significativo sulle scelte politiche.