17 Apr, 2025 - 15:15

Ventitré lavoratori sospesi, biblioteche con orari e servizi ridotti: la Pasqua amara dell’Università di Perugia

Ventitré lavoratori sospesi, biblioteche con orari e servizi ridotti: la Pasqua amara dell’Università di Perugia

Sono ventitré, per la maggior parte donne, giovani e altamente specializzati, i lavoratori e le lavoratrici dei servizi bibliotecari dell'Università degli Studi di Perugia rimasti improvvisamente senza impiego. A seguito della scadenza del contratto d'appalto che legava l'Ateneo alla cooperativa sociale milanese Caeb, l'intero servizio bibliotecario in appalto si trova oggi in una situazione di stallo.

L’allarme dei sindacati: “Posti a rischio e diritto allo studio compromesso”

A denunciare pubblicamente la gravità della situazione sono le sigle sindacali Fp Cgil Umbria, Flc Cgil Umbria e Filcams Cgil Perugia. In una nota congiunta, i sindacati sottolineano l’urgenza di trovare una soluzione, lanciando un appello diretto all’Ateneo perugino affinché apra immediatamente un tavolo di confronto.

"Dal 13 aprile la Caeb non gestisce più il servizio a causa della scadenza del contratto d’appalto e, a causa di ciò, ha sospeso i lavoratori. L’Università, già nel mese di novembre, aveva predisposto una nuova gara che poi è stata ritirata a febbraio. Oggi quindi ci troviamo di fronte a un servizio di apertura delle biblioteche agli studenti con orario ridotto e con ventitré lavoratori altamente specializzati, per la maggior parte donne, che rischiano di perdere il posto di lavoro”.

Il quadro che emerge è allarmante: senza una continuità del servizio, l’intera organizzazione del sistema bibliotecario rischia un collasso. Le biblioteche universitarie, spazi fondamentali per la ricerca e lo studio, stanno già funzionando a orario ridotto, con forti ripercussioni sulla vita accademica e sul diritto allo studio.

Precarie le condizioni dei lavoratori e incerte le prospettive

Non si tratta di un semplice disguido burocratico. Dietro ai numeri, ci sono ventitré persone che vedono messo a rischio il proprio futuro professionale, nonostante anni di esperienza e competenze maturate nel supporto quotidiano agli studenti e ai docenti. Molti di loro hanno alle spalle percorsi formativi di alto livello e una specializzazione nel settore culturale e biblioteconomico. Per questo le sigle sindacali hanno convocato un’assemblea urgente con le lavoratrici coinvolte e chiesto ufficialmente un incontro con il rettore, con i dirigenti preposti alla gestione dei servizi bibliotecari e con i vertici della cooperativa Caeb.

"A oggi – spiegano però i sindacati – nessuna risposta è arrivata dall’Università. Questo è un fatto grave e pertanto sollecitiamo pubblicamente le istituzioni universitarie ad aprire immediatamente un tavolo di confronto, anche a seguito della risposta giunta dalla cooperativa Caeb, la quale si dice disponibile a proseguire la gestione del servizio, in proroga, fino al perfezionamento della gara e alla nuova relativa assegnazione.”

Caeb propone una proroga, ma l'assenza di risposte da parte dell'Ateneo alimenta preoccupazioni e rischia di compromettere l'occupazione e la qualità del servizio

La cooperativa Caeb, dal canto suo, ha espresso la propria disponibilità a proseguire l’erogazione dei servizi bibliotecari in modalità prorogata, almeno fino alla conclusione della nuova gara e alla sua successiva assegnazione formale. Questa misura temporanea potrebbe garantire, almeno nel breve periodo, sia la salvaguardia dei posti di lavoro che la continuità e la qualità dei servizi offerti alla comunità universitaria.

Tuttavia, serve una presa di responsabilità chiara da parte dell’Ateneo. Il silenzio che proviene dall’Università sta generando crescente preoccupazione e aumentando le tensioni tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali. La mancanza di una risposta ufficiale da parte delle istituzioni rischia di trasformare una difficoltà altrimenti gestibile in una vera e propria emergenza occupazionale e sociale.

"Non possiamo permetterci di perdere ventitré posti di lavoro altamente specializzati e di ridurre un servizio fondamentale come quello delle biblioteche. Di tale situazione informeremo anche coloro che usufruiscono direttamente del servizio, attraverso le rappresentanze degli studenti. Ci riserviamo qualsiasi iniziativa di mobilitazione qualora non si trovino soluzioni che salvaguardino l’occupazione e la qualità del servizio”.

Il futuro delle biblioteche UniPg passa da qui

La vertenza, dunque, si gioca su più fronti: la difesa di posti di lavoro preziosi in un settore già fragile, la tutela del diritto allo studio per migliaia di studenti, e la salvaguardia di un servizio culturale essenziale per la vita universitaria. Le organizzazioni sindacali hanno lanciato il loro appello: ora la parola passa all’Università degli Studi di Perugia. Il tempo delle attese è finito. Serve un’azione concreta, immediata e responsabile. Solo così si potrà evitare che a pagare il prezzo dell’inerzia siano, ancora una volta, i lavoratori e gli studenti.

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Francesco Mastrodicasa
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