Il Paleolitico è caratterizzato dallo sviluppo delle prime forme di espressione culturale e simbolica: tra le manifestazioni più affascinanti di questa epoca le rappresentazioni delle divinità femminili della fertilità, come la celebre Venere Verde di Parrano. Queste figure iconiche non erano semplicemente statuine, ma rappresentazioni simboliche della vita, della fertilità e della connessione tra l’uomo e la natura. La Venere Verde, rinvenuta nelle grotte termali vicine al borgo di Parrano, si colloca tra le testimonianze più emblematiche di questo culto.

La Venere Verde, così chiamata per il colore della steatite con cui è scolpita, rappresenta una delle figure più significative del Paleolitico Superiore in Italia. Rinvenuta nelle celebri “Tane del Diavolo”, una serie di grotte situate nelle vicinanze di Parrano, la statuetta risale a un periodo che va dai 40.000 ai 10.000 anni fa, quando l’umanità era ancora dominata da un’economia di caccia e raccolta. Le grotte in cui è stata ritrovata sono un luogo suggestivo, caratterizzato dalla presenza di tracce di rituali arcaici che suggeriscono il loro utilizzo come luoghi di culto dedicati alla “Madre Terra” e alla fertilità.

Le “Tane del Diavolo”, oltre a ospitare la Venere Verde, hanno restituito altri importanti reperti archeologici, come ceramiche incise ed excise, focolari con resti di cereali e animali carbonizzati. Questi ritrovamenti suggeriscono che le grotte fossero utilizzate per riti e offerte alla Madre Terra, rendendole un luogo sacro per le popolazioni preistoriche della zona. Il nome “Tane del Diavolo”, attribuito in epoche successive, sembra essere una reminiscenza della demonizzazione dei luoghi di culto pagani avvenuta con la diffusione del Cristianesimo, che cercò di screditare questi antichi siti sacri.

Queste figure erano scolpite in pietra o in osso con caratteristiche fisiche esagerate

Queste figure, tipicamente scolpite in pietra o osso, rappresentano donne con caratteristiche fisiche esagerate, come seni prosperosi e fianchi ampi, simboli evidenti della fertilità e della capacità di generare vita. L’importanza di queste rappresentazioni risiede nel fatto che esse non solo testimoniano le credenze religiose di quelle società, ma riflettono anche il ruolo centrale della donna come fonte di vita e prosperità.

La Venere Verde si distingue per alcuni dettagli unici. Scolpita in steatite verde, la figura presenta una testa fasciata da un copricapo, con occhi, naso e bocca ben delineati. In grembo, sembra custodire un feto, mentre al di sotto del ventre è inciso il simbolo della vulva a forma di “V”. Questo simbolismo rafforza l’idea che la statuetta rappresentasse una divinità o un’entità collegata alla fertilità e alla procreazione. Un altro dettaglio interessante è la rappresentazione delle gambe, che terminano in una forma simile a zampe di rana, forse un richiamo alla natura acquatica e alla rigenerazione, elementi tradizionalmente associati alla fertilità.

La venerazione della Madre Terra, spesso incarnata da figure femminili come la Venere Verde, era comune tra le popolazioni del Paleolitico. La terra, in quanto fonte di sostentamento, veniva vista come un’entità femminile in grado di nutrire e sostenere la vita. Le grotte, come quelle delle “Tane del Diavolo”, erano probabilmente considerate un simbolo della terra stessa, un ventre che generava vita e protezione. Le offerte di cibo e animali trovate in questi luoghi potrebbero essere interpretate come atti di devozione alla divinità della fertilità, per assicurarsi il favore degli dèi e garantire la sopravvivenza della comunità.

La Venere Verde di Parrano rappresenta la connessione degli esseri umani con la terra

Le società del Paleolitico, dipendenti dalle forze naturali per la loro sopravvivenza, svilupparono una forte connessione spirituale con la terra e le sue divinità, cercando di influenzare il ciclo della vita attraverso rituali e offerte.

Un aspetto interessante delle ricerche moderne su figure come la Venere Verde riguarda il concetto di matriarcato nelle società preistoriche. Alcuni studiosi, come Luciana Percovich, hanno avanzato l’ipotesi che le comunità del Paleolitico fossero strutturate attorno a un modello matriarcale, in cui le donne ricoprivano ruoli centrali non solo nella procreazione, ma anche nella gestione della vita comunitaria e spirituale. La centralità delle figure femminili nei culti religiosi potrebbe riflettere questa struttura sociale, in cui la donna era vista come la depositaria del potere della vita e della rigenerazione.

Durante le Giornate Europee del Patrimonio, Luciana Percovich terrà una conferenza dedicata proprio a queste tematiche, esplorando la “vita segreta” della Venere Verde e il suo significato simbolico. La conferenza offrirà una panoramica sulle radici spirituali di queste figure e sul loro legame con la natura e la fertilità, fornendo un’opportunità unica per riflettere su come le antiche credenze siano ancora rilevanti nel contesto delle sfide ambientali e sociali contemporanee.

Il Comune di Parrano, con l’organizzazione delle Giornate Europee del Patrimonio, si impegna a valorizzare il proprio patrimonio culturale e a promuovere una riflessione su temi di grande attualità come l’ecologia, la spiritualità e il matriarcato. La Venere Verde diventa così non solo un simbolo del passato, ma anche un punto di partenza per esplorare le connessioni tra la storia antica e il mondo moderno.

Le Giornate Europee del Patrimonio offrono l’opportunità di scoprire la ricchezza culturale e storica del territorio di Parrano, ma anche di riflettere sul nostro rapporto con la natura e il ruolo che la spiritualità può giocare nella nostra società contemporanea.