18 Oct, 2025 - 12:15

Vendemmia 2025 amara per l’Umbria: crollano i prezzi del vino fino al 50%, si salva solo il Trebbiano spoletino

Vendemmia 2025 amara per l’Umbria: crollano i prezzi del vino fino al 50%, si salva solo il Trebbiano spoletino

Vendemmia 2025 amara: in Umbria i prezzi delle uve e del vino segnano un nuovo crollo, mentre la qualità resta alta e la produzione cresce. L’offerta supera la domanda, cambiano le abitudini di consumo, si fermano gli scambi internazionali a causa dei dazi, e le cantine umbre si trovano a fronteggiare una crisi di mercato profonda. L’ultimo listino della Borsa Merci della Camera di Commercio dell’Umbria, aggiornato al 14 ottobre, fotografa un quadro preoccupante: valori in calo fino al 31,8% rispetto al 2024 e oltre il 50% rispetto al 2023, con l’unica eccezione del Trebbiano spoletino, cresciuto per la scarsità della produzione.

I dati della Borsa Merci: prezzi giù fino al 54%, solo il Trebbiano spoletino resiste

Secondo le rilevazioni ufficiali, le uve umbre mostrano un calo generalizzato dei valori, nonostante una vendemmia giudicata buona sia per quantità che per qualità. Il Sangiovese si attesta tra 26 e 30 euro al quintale (media 28), il Merlot tra 28 e 30 (media 29), il Cabernet sauvignon su valori analoghi, mentre il Sagrantino Docg, vino simbolo dell’Umbria, si mantiene tra 100 e 140 euro al quintale, con una media di 120 euro.
Sul fronte dei bianchi, il Trebbiano oscilla tra 22 e 26 euro (media 24), il Grechetto tra 30 e 35 (media 32,5), valori simili per Pinot grigio, Chardonnay e Vermentino. In controtendenza il Trebbiano spoletino, che raggiunge 70-80 euro al quintale (media 75,5) grazie a una disponibilità ridotta al minimo storico.

Il confronto con gli anni precedenti è impietoso. Rispetto al 2024, la flessione tocca il -31,8% per Cabernet sauvignon, Merlot e Gamay, -30,9% per il Sangiovese, -23,8% per il Trebbiano e -23,5% per Grechetto, Pinot grigio, Chardonnay e Vermentino.
Nel biennio 2023-2025 le perdite diventano drammatiche: Sangiovese -52,5%, Merlot -51,7%, Cabernet sauvignon e Gamay -50,8%, Trebbiano -46,7%, Grechetto, Pinot grigio e Chardonnay -44%, Vermentino -40,9%. Perfino il Sagrantino Docg, fiore all’occhiello dell’Umbria, registra un calo medio del -33,3%.

Mercato in crisi tra consumi dimezzati e dazi USA: l’allarme della Camera di Commercio

Il crollo dei prezzi non è frutto del caso, ma di una congiuntura economica sfavorevole che si trascina da anni. Il consumo di vino in Italia si è più che dimezzato in quindici anni, passando da 21,7 litri pro capite nel 2010 a 10,3 nel 2024. A pesare sono le nuove abitudini dei consumatori, la maggiore attenzione alla guida in stato di ebbrezza, l’inflazione e un rallentamento economico che ha ridotto la propensione alla spesa per beni non essenziali.

A questo si aggiungono i dazi introdotti dall’amministrazione Trump, che penalizzano l’export verso gli Stati Uniti, da sempre mercato strategico per le etichette umbre. In Europa, poi, la frenata economica di Germania e Francia riduce ulteriormente la domanda.

Il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, spiega: “I dati della vendemmia 2025 fotografano una situazione che mette a dura prova la resistenza di molte cantine umbre. La qualità dei vini resta elevata, ma il valore riconosciuto ai produttori continua a scendere, con riduzioni che in due anni superano in alcuni casi il 50%. La Borsa Merci rappresenta uno strumento indispensabile di trasparenza, perché registra i prezzi realmente pagati e non quelli ipotetici di mercato. Serve coesione e capacità di innovare, per restituire sostenibilità economica a un settore che è parte integrante dell’identità produttiva e culturale della regione".

Sulla stessa linea Bruno Diano, presidente della Borsa Merci della Camera di Commercio dell’Umbria: “La flessione dei prezzi che emerge dal listino 2025 riflette una crisi di domanda che non risparmia nessuno. I consumi si sono più che dimezzati e il rallentamento economico europeo accentua le difficoltà del mercato. A tutto questo si sommano i dazi statunitensi, che frenano le esportazioni verso gli USA. Il risultato è una pressione crescente sulle cantine umbre, costrette a vendere a prezzi che spesso non coprono i costi. Mai come ora serve una riflessione comune su come sostenere il comparto vitivinicolo, che resta una colonna portante dell’economia regionale".

Crisi diffusa nella filiera: margini in caduta e incertezza per il futuro

Il comparto vitivinicolo umbro attraversa dunque una fase di profonda incertezza. La qualità delle produzioni non basta più a garantire la redditività, mentre i costi energetici, della manodopera e dei materiali continuano a crescere. Le piccole aziende e le cooperative, spina dorsale della produzione regionale, si trovano oggi con margini minimi e scarsa liquidità.

Molte cantine, spiegano gli operatori, non riescono più a coprire i costi di produzione, e il rischio è di assistere a una progressiva concentrazione del mercato nelle mani di pochi grandi gruppi. Gli effetti si riflettono anche sul turismo enogastronomico e sull’occupazione rurale, settori che vivono in simbiosi con la vitivinicoltura.

In questo scenario, la trasparenza dei listini della Borsa Merci dell’Umbria rappresenta uno strumento di riferimento per il sistema economico regionale. Fornisce dati reali, tempestivi e accessibili, consentendo agli operatori di orientarsi in un contesto volatile e alle istituzioni di elaborare politiche di sostegno più mirate.

La vendemmia 2025, con i suoi numeri impietosi, segna dunque un campanello d’allarme per l’intera economia agricola umbra. Il settore vitivinicolo, da sempre simbolo di qualità e identità territoriale, è oggi chiamato a ripensarsi: innovare, aggregarsi, diversificare. Solo così potrà tornare a valorizzare un patrimonio che, pur restando eccellente, non può più contare solo sulla sua tradizione.

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Federico Zacaglioni
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