La vendemmia 2025 è quasi conclusa e anche a Gubbio si raccolgono gli ultimi grappoli di un’annata che promette di essere generosa sia in termini quantitativi che qualitativi. In un territorio che negli anni ’50 conosceva la viticoltura quasi solo come ricordo d’infanzia o pratica amatoriale, oggi le colline eugubine tornano a popolarsi di vigneti razionali, curati e orientati verso produzioni di eccellenza.
“La nostra è una viticoltura che sta costruendo la propria storia vendemmia dopo vendemmia”, affermano i protagonisti di questa rinascita enologica. L’area di Gubbio, con i suoi terreni ricchi di scheletro, minerali e sostanza organica, si sta rivelando un habitat ideale per impianti viticoli moderni e sostenibili.
Negli anni successivi al dopoguerra, la vite era relegata a piccoli appezzamenti familiari, più legata al consumo domestico che al mercato. Oggi, invece, le nuove aziende agricole e le cantine della zona rappresentano un ponte tra passato e presente, recuperando le tradizioni ma con tecniche moderne, razionali e rispettose dell’ambiente.
“Non è solo nostalgia – spiegano i produttori – ma un vero e proprio progetto di territorio, con vigne impiantate nelle migliori esposizioni e colline che si sono rigenerate dopo decenni di scarsa coltivazione.”
Questa visione di lungo periodo ha trasformato la viticoltura eugubina in un comparto innovativo, capace di esprimere vini di personalità e carattere, specchio di un terroir unico.
La Cantina Semonte è uno degli esempi più interessanti di questa rinascita. Qui la parola d’ordine è sostenibilità, con pratiche di lotta biologica, riduzione della chimica e attenzione al benessere del suolo. Si lavora in sinergia con la natura, non contro di essa, e i risultati si vedono nei grappoli sani e ricchi di aromi che arrivano in cantina.
Il team, composto in gran parte da giovani, porta un approccio dinamico e innovativo: “Ogni vendemmia è una lezione nuova. Impariamo a leggere il territorio, a capire la risposta delle piante, a calibrare ogni intervento agronomico.”
Il 2025 è stato un anno che ha messo alla prova ma anche premiato il lavoro dei viticoltori. Le piogge primaverili, seguite da un’estate ventilata e da un settembre caldo ma equilibrato, hanno creato le condizioni ideali per una maturazione ottimale delle uve.
Giovanni Colaiacovo, titolare della Cantina Semonte, e l’agronomo Filippo Rossetti spiegano: “Le altezze estreme della vigna a San Marco e le esposizioni sud-ovest ci hanno regalato grappoli perfetti. Gli sbalzi di temperatura hanno preservato l’acidità, fondamentale per le basi spumante metodo classico, mentre il sole di settembre ha permesso ai rossi di raggiungere una maturazione fenolica completa.”
La vendemmia ha portato in cantina basi spumante estremamente interessanti, con acidità vive e profumi varietali ben definiti. Per i rossi, invece, si prospetta un’annata di equilibrio, con tannini morbidi e frutto integro.
“Ora inizia la fase delicata delle fermentazioni – precisa Rossetti – che dovremo seguire con attenzione per rispettare l’espressività delle uve e trasformarle in vini che raccontino la nostra terra.”
Le colline eugubine, poco sfruttate in passato, oggi si rivelano una risorsa preziosa. La ventilazione costante ha ridotto al minimo il rischio di malattie fungine, mentre l’alternanza di pioggia e sole ha mantenuto il giusto equilibrio idrico nei grappoli.
Il risultato è una vendemmia generosa, con acini sani e ricchi di sostanze aromatiche che preannunciano vini longevi, capaci di esprimere la freschezza tipica di questo territorio.
Alla Cantina Semonte, la vendemmia è anche un momento di comunità. Giovani agronomi, enologi e viticoltori condividono esperienza e passione. “Lavorare in vigna ci insegna l’umiltà – afferma Colaiacovo – perché ogni anno è diverso e dobbiamo essere pronti ad adattarci.”
Questa capacità di ascolto del territorio è il cuore della filosofia produttiva: vini che non sono standardizzati, ma che riflettono l’anima di ogni annata.
Con vendemmie come quella del 2025, Gubbio si conferma come un territorio in crescita per l’enologia umbra. La sfida è continuare su questa strada, puntando sulla qualità e sulla valorizzazione delle peculiarità locali.
“Il nostro sogno – conclude Colaiacovo – è che tra qualche decennio si possa parlare di un vero e proprio ‘stile Gubbio’, riconoscibile e apprezzato, frutto di un lavoro costante e appassionato.”
La vendemmia che si conclude porta con sé la promessa di vini che sapranno emozionare. Gli spumanti metodo classico, i bianchi freschi e i rossi armonici che nasceranno da queste uve saranno il simbolo di un territorio che ha ritrovato la sua vocazione e la sua voce.
In un mondo del vino sempre più attento alla sostenibilità e alla qualità, Gubbio si candida a essere protagonista, con cantine come Semonte che guardano al futuro senza dimenticare le radici.