12 Jun, 2025 - 18:30

Valfabbrica, dopo 34 anni svolta per la Perugia-Ancona. Presciutti: "Forse ci abbiamo messo troppo tempo"

Valfabbrica, dopo 34 anni svolta per la Perugia-Ancona. Presciutti: "Forse ci abbiamo messo troppo tempo"

Ci sono cantieri che raccontano più di una semplice opera pubblica. Parlano di promesse, ritardi, aspettative e futuro. È il caso della Perugia-Ancona, per cui questa mattina a Valfabbrica è stato abbattuto l’ultimo diaframma di una delle gallerie in costruzione, segnando un passaggio chiave verso il completamento del raddoppio. Un tracciato lungo circa tre chilometri, per l’80% in galleria, che rappresenta una connessione strategica tra Umbria e Marche, rimasta incompiuta per decenni.

Cantiere di Valfabbrica, abbattuto l'ultimo diaframma della Perugia-Ancona

Il simbolico abbattimento, seguito in diretta, ha messo fine a una delle fasi più complesse del progetto. "Con l’avanzamento di oggi abbiamo ultimato tutte le attività di scavo dei tunnel che costituiscono questo intervento, superando quindi le complessità più importanti di un tracciato lungo circa 3 chilometri che per circa l’80% è in galleria", ha dichiarato Lamberto Nicola Nibbi, responsabile Anas per l'Umbria. "Le attività di scavo" - prosegue - "si sono svolte da due fronti in contemporanea per ciascuna galleria e per 24 ore su 24, senza interruzione".

L’apertura al traffico è prevista per marzo 2026 e dovrebbe finalmente uniformare a quattro corsie l’intero tratto umbro.

Presciutti: "Avevo vent’anni, ora spero che si chiuda davvero"

La giornata è stata carica di emozioni, ma anche di riflessioni amare. A metterlo nero su bianco è stato Massimiliano Presciutti, presidente della Provincia di Perugia, che ha ricordato con tono critico la lunghissima gestazione dell’opera: "Questa è una giornata di grande gioia ma anche di amarezza, perché il cantiere è iniziato nel 1991, avevo 20 anni, e forse ci abbiamo messo un po' troppo tempo per la realizzazione di questa arteria".

Presciutti ha richiamato l’importanza strategica di collegamenti moderni ed efficienti per il tessuto economico umbro. "Le infrastrutture hanno molto a che vedere con lo sviluppo economico di un territorio", ha affermato, "per questo credo che l’Italia di mezzo possa essere un’importante cerniera fra nord e sud". Ha poi ricordato che le reti viarie "incidono fortemente sullo sviluppo, turistico, commerciale, industriale, artigianale ed economico del territorio".

La speranza, quindi, è che "dalla prossima primavera questa arteria, anche nel tratto marchigiano, possa essere finita in modo tale che i due capoluoghi di regione possano essere bene collegati per dare maggiore opportunista a tutta questa area che ha dimostrato grande resilienza", conclude Presciutti.

Una direttrice incompleta: manca il collegamento con la Toscana

Se la direttrice verso l’Adriatico vede finalmente la luce, resta invece in ombra il collegamento verso ovest. A segnalarlo è stato l’assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria, Francesco De Rebotti: "Mentre abbiamo fatto molto per il collegamento verso le Marche, manca il collegamento dell’Umbria verso la parte orientale, ovvero con la Toscana".

L’occasione è stata utile anche per ribadire l’importanza del lavoro collettivo dietro le grandi opere: "Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato per completare questa strada, dagli ingegneri fino all’ultimo degli operai. I grandi progetti nascono con il lavoro di tutti". Una frase che suona come monito, ma anche come invito a non fermarsi.

Il 2026 come traguardo e nuovo inizio

Guardando al futuro, il completamento dell’opera rappresenta un’occasione cruciale per rilanciare la competitività dell’Umbria. La promessa è quella di un sistema viario più fluido, in grado di ridurre i tempi di percorrenza e aumentare la sicurezza. Ma la vera posta in gioco è più ampia: trattenere talenti, attrarre investimenti e rafforzare la vocazione interregionale del cuore dell’Italia.

Il raddoppio della Perugia-Ancona, a lungo rimasto il simbolo delle lentezze burocratiche e delle occasioni perdute, può finalmente diventare la leva di una nuova stagione. Una stagione in cui, come auspicano i protagonisti istituzionali, l’Umbria smetta di essere l’anello debole tra due mari e torni a correre. Questa volta, senza più trent’anni d’attesa.

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Giorgia Sdei
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