Fare le vacanze in Umbria nel 2024 è sempre più caro, dove si è stimato un aumento di quasi il 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Umbria, con i suoi paesaggi verdi e le città d’arte, resta una delle mete più ambite per chi cerca una pausa dalla frenesia quotidiana.
Anche gli umbri devono fare i conti col portafogli per le vacanze: a pesare maggiormente è l’inflazione e la minore disponibilità di denaro.
Vacanze in Umbria nel 2024: i prezzi per una settimana
Il 2024 si prospetta come un anno in cui viaggiare costerà di più, e l’Umbria non fa eccezione. Rispetto agli anni precedenti, i prezzi degli alloggi, che includono hotel e bed & breakfast, sono aumentati. In alcune località montane e in zone ad alta densità turistica, l’aumento può arrivare fino al 27%. Questo significa che una settimana di vacanza per due persone, in media, richiede una spesa che varia tra i 900 e i 1.200 euro, come riporta Altroconsumo.
Gli hotel hanno subito aumenti più marcati rispetto ai B&B, con una differenza di prezzo più evidente nelle località più gettonate. Chi visita le città d’arte come Perugia e Assisi potrà trovare tariffe leggermente più basse, ma comunque superiori a quelle degli anni passati. La crescente domanda e l’inflazione hanno giocato un ruolo chiave in questa dinamica, rendendo necessario un attento confronto delle opzioni prima di prenotare.
Oltre agli alloggi, anche i costi di viaggio hanno registrato un incremento nel 2024. Chi decide di raggiungere l’Umbria in auto dovrà fare i conti con prezzi più alti per carburante e pedaggi autostradali, fattori che incidono notevolmente sul budget finale della vacanza. L’aumento del costo della vita, combinato con l’incremento dei costi energetici, ha portato a una spesa complessiva più alta per i turisti.
Chi preferisce evitare la calca estiva e risparmiare qualcosa, può considerare di visitare l’Umbria in autunno. I prezzi tendono a essere leggermente inferiori rispetto ai mesi estivi, e il clima rimane comunque piacevole, permettendo di godere appieno delle bellezze naturali e culturali della regione.
Prenotare con largo anticipo e considerare alternative come i B&B nelle zone meno turistiche possono essere strategie efficaci per contenere i costi. Questo tipo di alloggi, pur essendo generalmente più economici, offrono comunque un’esperienza autentica e immersiva, ideale per chi desidera esplorare l’Umbria in modo più intimo e rilassato.
L’aumento dei prezzi nel settore turistico non riguarda solo l’Umbria, ma riflette una tendenza più ampia che coinvolge tutta l’Italia. Questo rende essenziale un’attenta pianificazione per chi desidera viaggiare nel 2024, al fine di evitare spiacevoli sorprese al momento del conto.
Quanto spendono gli umbri? Vacanze costose e prezzi in crescita
Luglio si è rivelato un mese particolarmente oneroso per i perugini che hanno scelto di andare in vacanza. I costi per le ferie, infatti, sono aumentati del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, rendendo più difficile concedersi un po’ di relax lontano da casa. Chi ha optato per una destinazione italiana ha dovuto fare i conti con un rincaro ancora più marcato, arrivando fino al 30% in più. I pacchetti vacanza hanno subito un’impennata tra il 19,5% e il 29,5%, rendendo le ferie un vero lusso per molti.
A luglio, l’inflazione nel capoluogo umbro ha registrato un lieve rialzo, passando dallo 0,8% di giugno all’1%. Questo aumento riflette un trend generale dei prezzi in città, influenzato in particolare dai costi delle abitazioni, delle utenze come acqua ed elettricità, e dei combustibili. Nonostante il calo dello 0,8% nei prezzi delle bevande analcoliche, la tendenza generale rimane quella di un aumento, seppur contenuto.
Durante Umbria Jazz, uno degli eventi più attesi dell’estate perugina, i prezzi nei ristoranti sono saliti del 4%, rendendo una serata fuori più costosa del solito. Al contrario, le tariffe degli alberghi hanno mostrato una riduzione del 4,4% rispetto all’anno precedente. Questa flessione potrebbe essere il risultato di una maggiore competizione con i Bed & Breakfast, che offrono un’alternativa più economica, o di una domanda meno forte del previsto.